lunedì 29 febbraio 2016

pc 29 febbraio - "Terra dei fuochi" dalla Campania alla Lombardia. Contro il volere delle masse, i tribunali di questo Stato legittimano devastazione e saccheggio

Rifiuti, nella "terra dei fuochi del Nord", il Tar apre a nuove discariche. 
Il prossimo 10 aprile a Brescia maxi corteo #bastaveleni, 




Colline di rifiuti, cave di ghiaia dove si continua a scavare e un via vai continuo di camion che scaricano tonnellate di spazzatura, anche composti tossici come amianto e fanghi di origine industriale. Accanto i campi coltivati, perlopiù granturco e fagiolini e zone adibite alla caccia. A soli 500 metri il centro abitato, le scuole dove i bambini fino a pochi anni fa uscivano con la mascherina.

Montichiari, il Tar apre a nuove discariche: "Siamo peggio della terra dei fuochi"



LA DISTESA DI DISCARICHE - Benvenuti nella terra dei fuochi del Nord. A Montichiari, il comune del Bresciano di 25 mila abitanti, con il più alto numero di discariche d'Europa: sedici con 13 milioni di metri cubi di rifiuti autorizzati. Una terra "vocata" come la definivano gli imprenditori che sin dalla fine degli anni '80 hanno trovato, in questa fetta di sottosuolo ricca di ghiaia e sabbia, il loro business. Un territorio oggi più che mai al collasso e con scarse speranze per il futuro dopo la sentenza del Tar di Milano dello scorso 17 gennaio, che ha autorizzato la discarica Bernardelli, nella frazione di Vighizzolo, ad ampliare il proprio volume contrariamente allo stop deciso dalla Regione Lombardia. E che così potrebbe dare adito ad altri imprenditori di avanzare le stesse richieste o, come nel caso di Padana Green, ottenere l'autorizzazione per una nuova area di conferimento di rifiuti pericolosi contenenti amianto, in quello che è un territorio già martoriato.
LA DECISIONE DEL TAR - Una sentenza che per i cittadini di Montichiari, per dieci comuni limitrofi e per la Regione Lombardia è inaccettabile. Tanto da unirsi per presentare ricorso al Consiglio di Stato. "Il Tar di Milano si è preso una cantonata, siamo convinti dell'illegittimità e dell'infondatezza della decisione", spiega Claudia Terzi, assessore all'Ambiente della Regione Lombardia. "Hanno cancellato anni di lavoro e di ricerche scientifiche che avevano portato alla definizione di un fattore di pressione preciso, oltre il quale il territorio non può più sopportare ulteriori accumuli", aggiunge Maria Chiara Soldini, giovane assessore del comune di Montichiari, che oggi eredita i gravi problemi di inquinamento delle falde acquifere e dei terreni contaminati dal tetracloroetilene. Montichiari ha fatto da apripista, ma la situazione è già grave anche in altri quattro comuni del Varesotto, tre del Bergamasco e due del Pavese: "Il rischio è che Montichiari sia solo l'esempio di come potrebbero presto diventare altre zone dell'intera regione. Ecco perché era stato definito un preciso fattore numerico" continua l'assessore Terzi.
 L'INDICE DI PRESSIONE - É stato introdotto nel piano dei rifiuti della Regione Lombardia nel 2014. Uno strumento con cui si stabilisce la quantità di discariche che può essere presente in un determinato territorio in base alle sue caratteristiche. E quest'indice Montichiari e i comuni limitrofi l'hanno oltrepassato già da un pezzo. "Abbiamo creato un tavolo inter istituzionale formato da dieci comuni: Carpenedolo, Calcinato, Ghedi, Castenedolo, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Bagnolo Mella. Ci batteremo tutti insieme affianco della Regione per vincere questa battaglia",  dice con fermezza l'assessore Soldini, che chiede all'Asl di Brescia uno studio epidemiologico mirato: "La salute dei nostri cittadini è in pericolo e l'Asl non si espone. Ci sono tanti morti di tumore a Montichiari e nei comuni confinanti. Vogliamo sapere se c'è una correlazione tra la discariche e queste patologie. Lo chiediamo per il futuro dei nostri figli".
LA PROCURA - A togliere ogni dubbio sui rischi per gli abitanti è stato il procuratore di Brescia, Pier Luigi Maria Dall'Osso, che a giugno del 2015 ha riferito sulle discariche di Montichiari e dell'hinterland davanti alla Commissione nazionale antimafia: "Nell'area di Brescia ci sono sette siti il cui tasso di radioattività è superiore in maniera tutt'altro che trascurabile alla soglia limite. Si ritiene che ci siano pericoli per l'incolumità e la salute umana dei cittadini", si legge nella deposizione. Sulle discariche presenti in tutto il territorio Bresciano, la Procura sta svolgendo complesse attività di indagini, in merito alla mancata bonifica dei terreni e a possibili infiltrazioni criminali nell'ambito della gestione dei rifiuti.
. Il prossimo 10 aprile a Brescia è atteso il maxi corteo #bastaveleni, con tante associazioni ambientaliste, tra cui il comitato Sos Terra, in questi anni, sempre in prima linea a Montichiari, per dire no ad altre discariche.

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