Donne, salario più basso
del 10,9%. Busta paga più leggera di oltre 3mila euro...
Stessa mansione, stesso inquadramento,
spesso anche stessa laurea, persino la stessa età. In molti casi una
scrivania affianco all’altra. L’unica differenza è il sesso:
uomo, donna. Una differenza che vale 3.260 euro all’anno. Sì
perché, se oggi un uomo guadagna mediamente 29.985 euro lordi
all’anno, la retribuzione di una donna scende a 26.725.
Questo vuol dire che gli uomini
guadagnano il 12,2% in più delle donne e, all’opposto, le donne
guadagnano il 10,9% in meno degli uomini. Vale a dire che «rispetto
al 2014, il Gender Gap retributivo è cresciuto notevolmente: le
retribuzioni degli uomini sono infatti cresciute dello 0,6%, mentre
quelle delle donne solo leggermente calate (-0,7%)»...
A scorrere poi
l’elenco dei Paesi si scopre che non stanno meglio delle italiane
le francesi (18° posto) o le tedesche (28° posto)...
la scolarizzazione in Italia non salva
le donne dal gap salariale: oggi infatti le donne laureate sono
2.391.544, 246.349 in più rispetto agli uomini e in crescita del
55,6% rispetto al 2004 quando erano 1.537.155 (gli uomini con la
laurea sono aumentati “solo” del 32,9%)...
Quanto alla carriera, più aumenta il
profilo più cresce il differenziale. Un uomo dirigente guadagna
quasi undici mila euro in più di una donna (105.983 euro a 94.750).
È questo quel segmento delle politiche retributive in cui sul
salario complessivo incide molto il salario variabile. Tuttavia la
situazione non migliora analizzando invece le Ral «rilevate - spiega
lo studio - nelle quattro qualifiche contrattuali: si riscontra un
divario maggiore nelle retribuzioni degli impiegati. In questo caso
gli uomini guadagnano il 12,4% in più delle donne, con una
differenza assoluta di oltre 2.500 euro. Le donne sono numericamente
di più fra gli Impiegati, ma lo stipendio medio differisce in
maniera superiore rispetto alle altre qualifiche contrattuali».
Un altro modo di registrare il Gender
Gap è la costatazione che esistono ancora settori dove la presenza
delle donne è numericamente marginale: se infatti nel comparto dei
servizi alla persona su dieci lavoratori due sono uomini e otto sono donne, nell’edilizia la proporzione si inverte...
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