Inizierà il prossimo 17 maggio il “nuovo” processo nei confronti dei 44 imputati dell’inchiesta “Ambiente Svenduto”
Sotto processo finisce nuovamente anche l’ex governatore di Puglia Nichi Vendola, accusato di concussione aggravata per aver fatto pressioni sul direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, affinché assumesse un atteggiamento meno severo nei confronti della fabbrica. Sulla base dei monitoraggi del 2009, infatti, Arpa Puglia aveva evidenziato “valori estremamente elevati di benzo(a)pirene” e di conseguenza proposto in una relazione “l’esigenza di procedere ad una riduzione e rimodulazione del ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico di Taranto”. Ma, secondo la procura ionica, Vendola avrebbe “fortemente criticato l’operato dell’Arpa, esprimendo al contempo disapprovazione, risentimento ed insofferenza” e in un incontro avvenuto il 22 giugno 2010 con gli assessori Nicola Fratoianni, alcuni dirigenti della regione e l’allora dirigente Ilva Girolamo Archinà, avrebbe ribadito “che in nessun caso l’attività produttiva dell’Ilva avrebbe dovuto subire ripercussioni”.
Tra i 44 imputati finiti nuovamente a processo anche il primo cittadino di Taranto, Ippazio Stefano, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, Luigi Pelaggi (ex capo della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo) e Dario Ticali, ex presidente della commissione ministeriale che rilasciò l’autorizzazione integrata ambientale alla fabbrica. A giudizio anche l’ex assessore regionale alla sanità del Pd Donato Pentassuglia, accusato di favoreggiamento nei confronti di Archinà.
Sotto processo anche tre società: Riva Fire, Riva Forni elettrici e Ilva spa in amministrazione controllata. Per quest’ultima nella scorsa udienza, l’avvocato Angelo Loreto, ha annunciato l’intenzione dei commissari Pietro Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba di presentare nuovamente dinanzi alla Corte d’assise una richiesta di patteggiamento accettando una sanzione pecuniaria di 3 milioni di euro, la nomina dei commissari straordinari come commissari giudiziali e un risarcimento di circa due miliardi che, tuttavia, lo Stato avrebbe già speso o comunque messo in preventivo di spendere per ammodernare lo stabilimento ionico.
Nessun commento:
Posta un commento