L’Università concede gli spazi ma ora
valuta se revocarli all’«assemblea studentesca contro il Technion»... a
pochi giorni dalla petizione che chiede di boicottare proprio l’accordo che
Università e Politecnico hanno sottoscritto con l’istituto di ricerca
israeliano. Sotto accusa sono le collaborazioni del Technion con l’esercito
israeliano e «l’oppressione dei palestinesi». Nel volantino studentesco, del Technion si dice che «è coinvolto
nell’occupazione e nell’apartheid della Palestina». Si vede un carrarmato con in
cima la bandiera di Israele e una chiave inglese che lo smonta.
«Non sapevamo fosse a senso unico: se fosse stato chiaro che c’era un pregiudizio ideologico, non avremmo concesso gli spazi. Gli studenti ci avevano parlato di un seminario scientifico e della presenza di una controparte» dice Rosario Ferrara, direttore della scuola di scienze giuridiche, politiche ed economiche. Il quale avrebbe anche dovuto portare un saluto. Ma adesso aggiunge: «Con il rettore decideremo se revocare la sala».
Gli studenti cadono dalle nuvole. «Invitare chi è pro Technion? Non l’abbiamo mai detto». Dal collettivo “progetto Palestina” si smarcano dall’accusa di aver tenuto nascoste le intenzioni. «Abbiamo sempre detto che era un incontro sul boicottaggio e avevamo dato i nomi dei relatori. Se avevano dubbi, bastava cercare i nomi su Google».
si schiera contro gli studenti su posizioni filoisraeliane e anche .. in sostanza filoguerra Daniela Santus, docente di Geografia culturale: «Il diritto d’opinione esiste solo per alcuni, basti pensare a Panebianco a Bologna. Se un gruppo di docenti chiedesse un’aula per proporre di boicottare le istituzioni palestinesi, verrebbe messa a ferro e fuoco».
anche il falso progressita Ugo Volli, docente di semiotica e membro della comunità ebraica si schiera: «Questi studenti sono antisemiti. L’Emt, le università cinesi o lo stesso Politecnico non fanno ricerca militare? Perché se la prendono solo con Israele?».
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