Nonostante il ritiro dell'autorizzazione da parte dell'Ateneo, si è svolta l'assemblea voluta da Progetto Palestina, Collettivo Universitario Autonomo e Studenti Indipendenti
Poco prima delle 17 un centinaio di ragazzi ha occupato l'aula D5 del complesso in Lungodora Siena.
L'incontro era stato lanciato dal Progetto Palestina, dal Collettivo Universitario Autonomo e da Studenti Indipendenti per discutere dell'appello per il boicottaggio dell'Istituto Technion di Haifa con cui Politecnico e Università nei mesi scorsi hanno siglato diversi accordi di collaborazione: in un primo momento l'amministrazione dell'ateneo aveva concesso lo spazio per la conferenza, ma in seguito alle proteste di alcuni docenti per la mancanza di contraddittorio il rettore Gianmaria Ajani aveva fatto marcia indietro. Gli universitari però hanno deciso che l'incontro si sarebbe svolto comunque e questo pomeriggio si sono radunati nell'atrio del campus per occupare poi l'aula.
"Anche senza autorizzazione ci prendiamo lo spazio che pensiamo ci spetti - ha spiegato una delle militanti - Non volevamo una conferenza con contraddittorio, ma un dibattito dove abbiano voce quelle persone che pensano non sia giusto che gli atenei italiani collaborino con un istituto che collabora alla costruzione di tecnologie militari che sono utilizzate per colpire i palestinesi".
All'incontro hanno partecipato anche alcuni professori dell'università, tra cui l'ordinario di antropologia Piero Paolo Viazzo, l'ordinario di psicologia Roberto Beneduce, l'associata d'inglese a scienze politiche Elana Ochse e altri docenti e ricercatori torinesi che hanno firmato l'appello.
Nell'aula anche esponenti della comunità palestinese di Torino, mentre è intervenuto l'attivista israeliano per il boicottaggio dello Stato di Israele Ronnie Barkan. Durante l'incontro è stato proiettato anche un video di studenti palestinesi che chiedono di boicottare il Technion.
La situazione è stata monitorata a distanza dalle forze dell'ordine.
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