A Genova, infatti, in maniera
addirittura pomposa, la Fincantieri annuncia lavori per 7-8 anni,
“Rilancia sulla Liguria” come riporta un articolo del Sole 24 Ore del 23 febbraio, con la costruzione di navi da crociera e navi militari. “Già oggi, comunque, – riporta il quotidiano – le risorse dirette in Liguria ‘dovrebbero attivare in regione complessivamente circa 14.300 unità di lavoro in ambito industriale, considerando l’indotto di Fincantieri e dei suoi fornitori”.
“Rilancia sulla Liguria” come riporta un articolo del Sole 24 Ore del 23 febbraio, con la costruzione di navi da crociera e navi militari. “Già oggi, comunque, – riporta il quotidiano – le risorse dirette in Liguria ‘dovrebbero attivare in regione complessivamente circa 14.300 unità di lavoro in ambito industriale, considerando l’indotto di Fincantieri e dei suoi fornitori”.
Le navi da costruire, eccetto
quelle militari per la marina italiana, che, come si vede si prepara bene alla
guerra (2 sommergibili classe todaro; 6
fregate Fremm; 7 pattugliatori polivalenti d’altura; una unità di supporto
logistico e una anfibia multiruolo); quelle destinate all’estero: “una nave oceanografica per il norvegese Institute of marine research e una
piattaforma galleggiante semisommergibile per il trattamento dei rifiuti
radioattivi russi”, ci sono le navi da crociera: “una nave luxury per Regent seven
sea cruise e una, sempre di
lusso, per Silversea cruises. Fincantieri
ha inoltre firmato un memorandum d’intesa per tre navi della Virgin…” Le navi da crociera di norma la Fincantieri
le fa costruire a Genova ma soprattutto a Monfalcone, dove la condizione degli
operai dell’indotto è a dir poco bestiale.
Di fatto si tratta di un carico
di lavoro eccezionale che la stessa Fincantieri ha calcolato in circa 26
miliardi. Lavori che dovrebbero essere distribuiti tra tutti gli 8 cantieri
senza lo sfruttamento selvaggio degli operai dell’indotto che la Fiom calcola
in 15.000 “arrivando a punte di 18.000” cioè più del doppio degli operai
Fincantieri che sempre secondo la Fiom sono in Italia adesso “7.760 – di cui 3.501
operai”!
I sindacati, però, davanti a
tutto questo passano da un incontro all’altro (la Fiom ne annuncia uno per il 10 marzo sull’integrativo, ancora in
alto mare) senza che la situazione faccia davvero passi avanti! Ancora una
volta è chiaro che la lotta possibile e necessaria non può essere delegata, ma
è nelle mani degli operai!
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