Muos e guerra in Libia,
Cga deciderà mentre si combatte…
Cga deciderà mentre si combatte…
Il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione
siciliana, che svolge nell’Isola le funzioni del Consiglio di Stato, deciderà entro
le prossime settimane la sorte dell’impianto di comunicazioni satellitare
militare Muos (Mobile user objective system) realizzato dagli Stati Uniti
nella riserva del Sughereto di Niscemi in seguito ad una intesa raggiunta nel
2006 fra gli Stati Uniti e l’Italia. Il giudizio, definitivo, arriverà
mentre infuria la guerra contro il Califfato in Libia. E’ perciò
presumibile che accanto alle valutazioni di ordine giuridico ed
ambientalistico, i giudici amministrativi siano obbligati a tenere conto
delle ragioni di Stato.
L’ingarbugliata vicenda del Muos è tornata sul tappeto
proprio a causa del conflitto bellico, che vede tra l’altro la Sicilia in
prima linea. Le operazioni militari sulla Libia partiranno dalle basi
isolane, e cioé Sigonella, Birgi, Pantelleria. Soprattutto Sigonella, dove sono
schierati i droni, gli aerei senza pilota. E i reparti delle Forze
speciali statunitensi e italiane. La strategia militare scelta dalla Nato e
dalla coalizione internazionale, con il consenso dell’Italia, privilegia gli
interventi mirati sul terreno: blitz e raid aerei affidati ai reparti
specializzati, come il Col Moschin e la Folgore. L’impianto satellitare di
Niscemi, già pronto, ma “sequestrato” dall’autorità giudiziari, viene
considerato un supporto essenziale in una fase così delicata e con
i reparti speciali in campo, perché può offrire una visione totale della
situazione sul terreno h24.
Nei giorni scorsi Il Comitato regionale siciliano di
Legambiente, il WWF, l’Associazione movimento
No Muos Sicilia, i comuni di Modica e Gela, e privati cittadini, hanno lanciato un appello pubblico affinché il ricorso del Ministero della difesa, favorevole all’installazione del sistema di comunicazione militare Muos, sia rigettato “per il principio di precauzione”. Ad avviso del Comitato infatti i verificatori, incaricati dal Cga, non avrebbero messo in atto strumenti, competenze e risorse sufficienti per analizzare.
No Muos Sicilia, i comuni di Modica e Gela, e privati cittadini, hanno lanciato un appello pubblico affinché il ricorso del Ministero della difesa, favorevole all’installazione del sistema di comunicazione militare Muos, sia rigettato “per il principio di precauzione”. Ad avviso del Comitato infatti i verificatori, incaricati dal Cga, non avrebbero messo in atto strumenti, competenze e risorse sufficienti per analizzare.
“…quale sia l’effettiva consistenza e quali siano
gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche
generate dall’impianto Muos, quando funzionante…”.
La misurazione in loco dei campi elettromagnetici non
sarebbe avvenuta con l’impianto acceso, ma si avrebbe tenuto conto dei
unicamente “dei contenuti della documentazione fornita dall’Ambasciata degli
Stati Uniti d’America e delle rilevazioni effettuate dall’Arpa Sicilia e
dall’Ispra, soggetti non terzi nella vicenda in oggetto in quanto organi della
Regione Siciliana, parte del processo”.
L’attività di verifica, insomma, non risolverebbe “i
dubbi circa l’assenza di effetti nocivi delle emissioni elettromagnetiche
sulla salute umana, né sulla conformità di tali emissioni alla normativa in
materia di tutela ambientale dell’area SIC “Sughereta di Niscemi”, né sulla
sicurezza del traffico aereo civile”.
I consulenti tecnici nominati dalle associazioni
ambientaliste hanno segnalato anche “l’illegittimità delle autorizzazioni
a suo tempo rilasciate per la realizzazione dell’impianto MUOS in violazione
dei vincoli di inedificabilità assoluta imposti sull’area in questione. In più
non si è tenuto conto “dell’obbligatorietà della procedura di Valutazione
Incidenza Ambientale (VINCA), richiesta dalla Commissione Europea per garantire
la tutela delle aree, come la “Sughereta di Niscemi”, che fanno parte della
Rete Europea Siti Natura 2000.
L’azione dei pubblici poteri, osservano ancora i
Comitati, “deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al
consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni
siano poco conosciuti o solo potenziali, tenendo conto che la tutela della
salute e dell’ambiente sono costituzionalmente prevalenti rispetto agli
interessi della difesa”.
L’impianto di comunicazioni satellitare militare è
sotto sequestro, vige l’ordinanza emessa il 1 aprile del 2015 dal gip
di Caltagirone, confermata poi dal tribunale per il Riesame di Catania, su
richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, che ha bloccato la prosecuzione dei
lavori.
Per il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera,
il sistema di comunicazione del dipartimento della Difesa Usa, è stato
realizzato in un’aerea protetta con inedificabilità assoluta (tesi
condivisa dal Gip Salvatore Ettore Cavallaro che il 1 aprile del 2015 ha
disposto il sequestro della struttura).
Se il Muos “abusivo” dovesse essere una componente
essenziale nella guerra ai tagliagole che cosa succederà? La questione è stata oggetto di
un animato confronto durante il programma di Enrico Mentana, su La7, Bersaglio
Mobile. Il giornalista Domenico Quirico, un esperto di questioni mediorientali
(è stato sequestrato dai miliziani), ha utilizzato proprio il sequestro del
Muos per proporre la sua tesi sulla debolezza strutturale delle potenze
occidentali nella guerra al Califfato.
I governi non si possono permettere una guerra, ha
detto, perché sarebbero altrimenti travolti dalle rispettive opinioni
pubbliche. E questo costituisce un vantaggio enorme per l’Isis. “Stiamo
chiacchierando del nulla, ha detto Quirico, “c’è una distanza siderale fra la
rilevanza del problema, sconfiggere il terrorismo, e la pochezza occidentale”. La
prova della pochezza verrebbe proprio dalla vicenda del Muos, dove –
ricorda Quirico – l’uso di un sopporto importante alle forze occidentali in
campo è rimesso alle autorità delle Regioni siciliana. Una cosa che fa
sorridere, ha commentato Mentana, visto che la questione sta dentro un tragico
conflitto epocale contro il terrorismo.
Il paradosso è che la Regione siciliana diviene ancora
bersaglio, stavolta
mobile, di feroci battute per i suoi comportamenti, mentre è vero il contrario,
la Regione non conta proprio nulla e l’Isola è un avamposto militare nel
Mediterraneo, essenziale ed irrinunciabile ma tale. La Regione ha
ingarbugliato la situazione all’inizio, è nelle sue corde il garbuglio, ma
oggi è la magistratura amministrativa e penale a decidere. Sulle sorti del
Muos e della guerra? L’interrogativo è difficile da accettare, strumentale fin
che si vuole, ma c’è chi lo porrà, senza se e senza ma, ed è bene che le parti
in causa se ne facciano una ragione.
http://www.siciliainformazioni.com/sparlagreco/272368/muos-e-guerra-in-libia-cga-decidera-mentre-si-combatte
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