martedì 1 marzo 2016

pc 1 marzo - Muos, guerra, Libia e guerrafondai... una battaglia che non si può lasciare in mano ai tribunali

A che punto è la lotta contro il Muos? Riportiamo un intervento che riepiloga chiaramente i vari passaggi dello scontro legale in atto...


Muos e guerra in Libia,
Cga deciderà mentre si combatte…

Il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana, che svolge nell’Isola le funzioni del Consiglio di Stato, deciderà entro le prossime settimane la sorte dell’impianto di comunicazioni satellitare militare Muos (Mobile user objective system) realizzato dagli Stati Uniti nella riserva del Sughereto di Niscemi in seguito ad una intesa raggiunta nel 2006 fra gli Stati Uniti e l’Italia. Il giudizio, definitivo, arriverà mentre infuria la guerra contro il Califfato in Libia. E’ perciò presumibile che accanto alle valutazioni di ordine giuridico ed ambientalistico, i giudici amministrativi siano obbligati a tenere conto delle ragioni di Stato.

L’ingarbugliata vicenda del Muos è tornata sul tappeto proprio a causa del conflitto bellico, che vede tra l’altro la Sicilia in prima linea. Le operazioni militari sulla Libia partiranno dalle basi isolane, e cioé Sigonella, Birgi, Pantelleria. Soprattutto Sigonella, dove sono schierati i droni, gli aerei senza pilota. E i reparti delle Forze speciali statunitensi e italiane. La strategia militare scelta dalla Nato e dalla coalizione internazionale, con il consenso dell’Italia, privilegia gli interventi mirati sul terreno: blitz e raid aerei affidati ai reparti specializzati, come il Col Moschin e la Folgore. L’impianto satellitare di Niscemi, già pronto, ma “sequestrato” dall’autorità giudiziari, viene considerato un supporto essenziale in una fase così delicata e con i reparti speciali in campo, perché può offrire una visione totale della situazione sul terreno h24.

Nei giorni scorsi Il Comitato regionale siciliano di Legambiente, il WWF, l’Associazione movimento
No Muos Sicilia, i comuni di Modica e Gela, e privati cittadini, hanno lanciato un appello pubblico affinché il ricorso del Ministero della difesa, favorevole all’installazione del sistema di comunicazione militare Muos, sia rigettato “per il principio di precauzione”. Ad avviso del Comitato infatti i verificatori, incaricati dal Cga, non avrebbero messo in atto strumenti, competenze e risorse sufficienti per analizzare.
“…quale sia l’effettiva consistenza e quali siano gli effetti, anche sulla salute umana, delle emissioni elettromagnetiche generate dall’impianto Muos, quando funzionante…”.
La misurazione in loco dei campi elettromagnetici non sarebbe avvenuta con l’impianto acceso, ma si avrebbe tenuto conto dei unicamente “dei contenuti della documentazione fornita dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e delle rilevazioni effettuate dall’Arpa Sicilia e dall’Ispra, soggetti non terzi nella vicenda in oggetto in quanto organi della Regione Siciliana, parte del processo”.
L’attività di verifica, insomma, non risolverebbe “i dubbi circa l’assenza di effetti nocivi delle emissioni elettromagnetiche sulla salute umana, né sulla conformità di tali emissioni alla normativa in materia di tutela ambientale dell’area SIC “Sughereta di Niscemi”, né sulla sicurezza del traffico aereo civile”.
I consulenti tecnici nominati dalle associazioni ambientaliste hanno segnalato anche “l’illegittimità delle autorizzazioni a suo tempo rilasciate per la realizzazione dell’impianto MUOS in violazione dei vincoli di inedificabilità assoluta imposti sull’area in questione. In più non si è tenuto conto “dell’obbligatorietà della procedura di Valutazione Incidenza Ambientale (VINCA), richiesta dalla Commissione Europea per garantire la tutela delle aree, come la “Sughereta di Niscemi”, che fanno parte della Rete Europea Siti Natura 2000.
L’azione dei pubblici poteri, osservano ancora i Comitati, “deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali, tenendo conto che la tutela della salute e dell’ambiente sono costituzionalmente prevalenti rispetto agli interessi della difesa”.
L’impianto di comunicazioni satellitare militare è sotto sequestro, vige l’ordinanza emessa il 1 aprile del 2015 dal gip di Caltagirone, confermata poi dal tribunale per il Riesame di Catania, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, che ha bloccato la prosecuzione dei lavori.
Per il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, il sistema di comunicazione del dipartimento della Difesa Usa, è stato realizzato in un’aerea protetta con inedificabilità assoluta (tesi condivisa dal Gip Salvatore Ettore Cavallaro che il 1 aprile del 2015 ha disposto il sequestro della struttura).
Se il Muos “abusivo” dovesse essere una componente essenziale nella guerra ai tagliagole che cosa succederà? La questione è stata oggetto di un animato confronto durante il programma di Enrico Mentana, su La7, Bersaglio Mobile. Il giornalista Domenico Quirico, un esperto di questioni mediorientali (è stato sequestrato dai miliziani), ha utilizzato proprio il sequestro del Muos per proporre la sua tesi sulla debolezza strutturale delle potenze occidentali nella guerra al Califfato.
I governi non si possono permettere una guerra, ha detto, perché sarebbero altrimenti travolti dalle rispettive opinioni pubbliche. E questo costituisce un vantaggio enorme per l’Isis. “Stiamo chiacchierando del nulla, ha detto Quirico, “c’è una distanza siderale fra la rilevanza del problema, sconfiggere il terrorismo, e la pochezza occidentale”. La prova della pochezza verrebbe proprio dalla vicenda del Muos, dove – ricorda Quirico – l’uso di un sopporto importante alle forze occidentali in campo è rimesso alle autorità delle Regioni siciliana. Una cosa che fa sorridere, ha commentato Mentana, visto che la questione sta dentro un tragico conflitto epocale contro il terrorismo.
Il paradosso è che la Regione siciliana diviene ancora bersaglio, stavolta mobile, di feroci battute per i suoi comportamenti, mentre è vero il contrario, la Regione non conta proprio nulla e l’Isola è un avamposto militare nel Mediterraneo, essenziale ed irrinunciabile ma tale. La Regione ha ingarbugliato la situazione all’inizio, è nelle sue corde il garbuglio, ma oggi è la magistratura amministrativa e penale a decidere. Sulle sorti del Muos e della guerra? L’interrogativo è difficile da accettare, strumentale fin che si vuole, ma c’è chi lo porrà, senza se e senza ma, ed è bene che le parti in causa se ne facciano una ragione.
http://www.siciliainformazioni.com/sparlagreco/272368/muos-e-guerra-in-libia-cga-decidera-mentre-si-combatte

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