“Era depresso il maresciallo accusato di abusi”
L’ingresso del tribunale di Biella
23/10/2015
Mario Sorrentino non agì con intenzioni sessuali. Il suo comportamento si
spiega con un eccesso di zelo nell’imporre il rispetto dell’autorità che lui
stesso incarnava, in qualità di carabiniere. A fargli perdere il senso del
limite sarebbe stata una patologia psichiatrica depressiva, di cui all’epoca dei
fatti il maresciallo soffriva. Ad arrivare a queste conclusioni, presentate ieri
nel corso di una nuova udienza del processo che vede alla sbarra, per il reato
di violenza sessuale su tre giovani, il luogotenente Sorrentino, è stata la
perizia psichiatrica condotta da Antonio Pellegrino di Torino. A consigliare
l’esame, poi richiesto dal Tribunale, era stata la consulente di parte Patrizia
De Rosa. Sorrentino sarebbe quindi stato affetto da un vizio parziale di
intendere e volere quando, nell’estate del 2014, portò in stazione a Mottalciata
un minorenne, molestandolo. La prossima udienza è ora stata fissata per il 21
gennaio.
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