La polizia turca ha occupato, in dietta tv, due emittenti televisive legate al gruppo editoriale Koza Ipek, Bugun TV e Kanalturk. Anche una radio e un giornale legati al gruppo editoriale sono stati fatti chiudere.
A pochi giorni dall'elezioni politiche in Turchia, due emittenti televisive - Bugun TV e Kanalturk - legate al gruppo editoriale Koza Ipek e vicine all'opposizione, sono state attaccate e fatte chiudere dal governo di Erdogan. Il blitz delle forze di polizia ha disperso, sfondando il cancello di ingresso e facendosi largo spruzzando spray orticante, giornalisti e dipendenti che cercavano di difendere l'accesso della sede delle due emittenti televisive. In seguito gli agenti hanno occupato la sala regia e la redazione mettendo fuori uso le apparecchiature interrompendo così la diretta tv. Durante il blitz, sembra che siano stai effettutati 19 arresti.
Tarik Toros, caporedattore di Bugun tv ha dichiarato “Si tratta di un’operazione per mettere a tacere tutte le voci fuori dal coro, quelle che non piacciono all’AKP che siano media , ONG o sindacati , oppure per i partiti di opposizione e uomini d’affari. Questo vale per tutti coloro che non obbediscono a Erdogan .”
Dopo lo sgombero del personale dalle sedi televisive, si sono insediati nuovi “amministratori” nominati dalla magistratura che ha giustificato il blitz al gruppo Koza-Ipek affermando che l'accusa è di “finanziare, reclutare e fare propaganda” per conto dell’imam Fethullah Gulen, nemico numero uno di Erdogan.
L'intensificarsi del clima di tensione creato da Erdogan, ultimo l'attentato durante la manifestazione pacifica ad Ankara, è dovuto all'avvicinarsi delle elezioni politiche. In un clima di minaccia e paura, Erdogan spera di recuperare la maggioranza dei voti persi con l'elezioni di giugno. Infatti se con le l'elezioni di domenica il partito filo curdo del Hdp dovesse superare per la seconda volta la soglia di sbarramento del 10%, molto probabilmente impedirebbe all'Akp di recuperare la maggioranza parlamentare che Erdogan vuole ad ogni costo.
Dimitri Gettoni.
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