Espressione dei poteri forti, Vaticano e fascioMafiacapitale. Un'altro tassello del moderno fascismo che questo governo sta portando avanti.
Roma, arriva il commissario che odia gli scioperi e le occupazioni
30 ottobre 2015
Sarà Tronca, il prefetto di Milano, a commissariare la Capitale nel dopo Marino. “Lanciato” da Maroni, non ha in gran considerazione il diritto di sciopero e quello alla casa. E manda allo stadio il figlio con l’auto di servizio
di Ercole Olmi
Il Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, s’è detto questa sera «orgoglioso e felice della fiducia accordatami». Sarà lui il commissario del dopo Marino al Comune di Roma dopo le fatiche di Expo. Ecco il perché di tutte le chiacchiere sulla capitale morale a oscurare le reali ragioni del siluramento di un sindaco regolarmente eletto. Dopo la lugubre sfilata di consiglieri dimissionari per impedire un dibattito in Aula, il governo ha spifferato con rapidità il nome di questo palermitano di 64 anni con la missione affidatagli da Alfano: «Che il Giubileo funzioni come Expo».
Tronca sarà affiancato anche dal ‘dream team’ per il Giubileo coordinato dal prefetto di Roma Franco Gabrielli. Il Toto nomi vede come superdelegato ai Trasporti Marco Rettighieri, direttore di Expo 2015 e già manager delle ferrovie. L’atto di dimissioni dei 26 consiglieri è stato inviato in serata alla Prefettura dal segretario generale del Campidoglio. Così è partito l’iter per la nomina del commissario. Altri nomi quello dell’ex assessore Alfonso Sabella (che però ha di recente affermato che da lunedì “tornerà a fare il magistrato”), del sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes e soprattutto del presidente del Coni Giovanni Malagò.
L’«orgoglioso» salì all’onore delle cronache nel 2011 per una vicenda non proprio fonte d’orgoglio. L’Unità di quei giorni raccontò la vicenda di un’auto dei pompieri e di un autista dirottati per accompagnare allo stadio il figlio del dirigente – il figlio di Tronca – e un’altra persona. La denuncia veniva dai sindacati dei Vigili del fuoco che già allora denunciavano organici drammaticamente all’osso, ritardi nei pagamenti e un taglio del 50% in finanziaria.
I fatti, documentati da un’inchiesta interna, risalgono all’11 maggio, quando allo stadio Olimpico della Capitale, si giocava Roma-Inter di coppa Italia.
Tronca, dal novembre 2008 era stato nominato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni capo del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile. Gran parte della sua carriera prefettizia si è svolta al nord, fra Varese, Milano e Brescia. Al prefetto Tronca, una volta a Roma, sarebbero stati assegnati ben due attici, in via Piacenza, a due passi dal Quirinale. «Alloggi di servizio che non gli spetterebbero», riportava la stampa dell’epoca.
Eppure, come ogni prefetto, Tronca ha l’ossessione delle occupazioni. Sua, un anno fa, l’idea della creazione di un Numero Unico di Emergenza (112) da chiamare per lo sgombero immediato delle occupazioni in flagranza.
Lo scorso maggio, il futuro commissario di Roma, ha precettato gli autoferrotranvieri che volevano scioperare. Lo sciopero era proclamato per reclamare il contratto ormai scaduto da 8 anni e le politiche del lavoro del governo Renzi, in primis il Jobs Act. A questo si aggiungevano le tensioni nei depositi milanesi legate alle vicende di Expo. Ma proprio “l’emergenza Expo” è stato il comodo paravento dietro il quale nascondersi per impedire uno dei fondamentali diritti democratici.
L’agitazione, secondo la Prefettura, oltre a congestionare il traffico in città avrebbe reso difficile l’accesso al sito dell’Esposizione recentemente inaugurato. Una precettazione si era avuta già un mese prima, riporta il sito Milano in movimento. In quell’occasione la scusa ufficiale era il Salone del Mobile.
Lo stesso sito, ci rammenta sulla serrata dell’Università Statale nel week-end 16-18 Gennaio 2015 concertata tra il Prefetto Tronca ed il Rettore Vago per impedire lo svolgimento di un’assemblea NoExpo. «Fosse avvenuta ad Istanbul, Il Cairo, Mosca o Hong Kong avrebbe fatto gridare i media e le opinioni pubbliche allo stato autoritario ed alla repressione delle libertà fondamentali e che è invece passata tutto sommato senza grossi scossoni in una delle metropoli dell’Occidente opulento».
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