Comunicato
dei soldati di 38 unità delle forze armate greche: «Non
partecipiamo alla guerra contro i migranti, non reprimiamo le lotte
sociali»
(http://atenecalling.org/
- 22.10.15)
…carni
lacerate dal filo spinato, bambini annegati sulle coste, affamati
nelle piazze, folle accalcate che pregano per i loro documenti…
Molti
di noi hanno visto e hanno vissuto queste scene vergognose prima che
arrivassero sulle prime pagine e nei telegiornali, sul fiume Evros e
sulle isole, là dove ci hanno mandati per svolgere obbligatoriamente
il servizio dell’assurdo. Lavoratori schiavi e contemporaneamente
carne per i loro cannoni.
Queste
scene ci scioccano, monopolizzano i nostri discorsi. Non vogliamo,
però, che diventino routine. Come non ci siamo abituati e non
riconosciamo i memorandum e le politiche anti-popolari, gli
interventi imperialistici e le loro sporche guerre, così non
accetteremo e non ci abitueremo al dramma dei profughi. È il dramma
delle nostre genti, del nostro mondo, del mondo del lavoro,
indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dal sesso!
Il
cosiddetto «aumento dei flussi migratori» è in realtà fuga dalla
guerra e sradicamento. Non è un fenomeno naturale, ci sono dei
responsabili. È la loro crisi capitalistica. Per far sì che passi,
aboliscono i nostri diritti, ci lasciano nella fame, nella povertà,
nella disoccupazione, nella nuova necessità di migrare. Sono gli
USA, la NATO, l’Europa, la Cina e la Russia. Impongono i loro
interessi economici con la paura e la morte, mantengono e resuscitano
nuovi alleati e nemici, alimentano il fondamentalismo religioso. Sono
le forze della periferia dell’impero (Turchia, Israele, Grecia,
paesi Arabi), che inaspriscono gli antagonismi di quest’area.
Sono
quelli che parlano di stati falliti e di popoli inferiori, quelli che
affrontano gli uomini come spazzatura e fanno rastrellamenti,
trasformando interi territori in discariche di persone e in dispense
per il crudo sfruttamento! Uno solo è il nemico della classe
borghese e dei suoi governi: i lavoratori, sia che si battano per i
loro diritti, sia che si muovano senza documenti, anche se sono stati
i loro interventi militari a portarli allo sradicamento. E inoltre,
non sono i rifugiati a decidere dove andare: i flussi migratori
vengono incanalati verso i moderni campi di concentramento, gli hot
spot, perché i lavoratori scelgano dove essere sfruttati! Se ne
libereranno, chiaramente, quando non avranno più bisogno di loro, o
quando si azzarderanno a reagire, rimettendoli di nuovo sul mercato…
Lo
stato greco e l’esercito sono parte del problema e non la
soluzione. Il governo SYRIZA-ANEL continua la guerra al terrorismo,
prende parte ai programmi imperialistici, combatte le «minacce non
conformi» (migranti, movimenti sociali). Replica la falsa
ripartizione tra profughi di guerra buoni e migranti economici
cattivi. Le forze armate chiedono a noi, i soldati di leva, insieme a
quelli in ferma stabile e agli ufficiali, di fare la guerra al
«nemico esterno», come nel caso recente dell’esercitazione
PARMENIONE 2015! Al ciclo morte-sfruttamento-oppressione collaborano
in armonia i “nemici” Grecia e Turchia, che pattuglieranno
congiuntamente l’Egeo! Il fronte di guerra dell’Europa, per
altro, comincia a Gibilterra e termina nell’Egeo, con Frontex con
un ruolo preponderante.
Un
sommergibile greco si unirà alla flotta europea che opera nelle
acque territoriali libiche. La 16a divisione, sull’Evros, è in
stato d’allerta per i migranti che arrivano da Edirne. Ci ordinano
di esercitarci per reprimere le folle, come a Kos, dopo i drammatici
eventi di Kalymnos, quando il generale ha richiesto che venisse
dichiarato lo stato di emergenza e che fossimo mandati armati contro
i migranti reclusi senza cibo né acqua. Facciamo la guardia a questa
cortina omicida che è anche la ragione di tutti questi annegamenti
nell’Egeo.
NON
COMBATTIAMO, NON REPRIMIAMO, NON DIAMO LA CACCIA AI MIGRANTI.
Noi
soldati in lotta siamo contro tutto questo, contro i loro crimini
vecchi e nuovi.
Chiamiamo
a un Movimento di massa, sia dentro che fuori l’esercito.
Per
bloccare in ogni modo Frontex, la NATO e l’esercito europeo,
l’azione delle forze armate in questo massacro continuo. Non
partecipiamo alle ronde.
Aiutiamo
ad abbattere le cortine e non a costruirne di nuove. Che nessun
soldato salga sulle navi dirette in missione.
Navi,
sommergibili e aeroplani facciano ritorno alle loro basi. Nessun
supporto ai loro rifornimenti.
Rifiutiamo
la trasformazione dell’esercito greco in un dispositivo
capitalista, sia a discapito dei migranti che dei movimenti sociali.
Non accetteremo di rimediare come «lavori volontari» alle carenze
delle infrastrutture sociali. Per noi la minaccia non conforme sono
la guerra dichiarataci contro dai governi e gli interessi che essi
sostengono..
Chiediamo
ai nostri colleghi non solo di mostrare pietà e compassione, ma
anche di considerare i comuni interessi di classe. Sono le stesse
istituzioni borghesi, le stesse politiche borghesi, gli stessi
governi borghesi che distruggono anche i nostri sogni.
Quello
che adesso vivono i profughi, la continua persecuzione da parte di
dispositivi totalitaristici di ogni tipo, la lotta per la dignità e
la sopravvivenza, il loro tragico presente, sono per molti di noi
l’incubo di un presente e di un futuro che non dobbiamo vivere: lo
stato del totalitarismo parlamentare con i collaboratori NAZISTI di
Alba Dorata.
Sappiamo
bene che le prossime rivolte vedranno gli sfruttati uniti o gli uni
contro gli altri.
Non
esiste oggi una solidarietà più pragmatica e un aiuto più grande a
noi stessi che il colpire il male alle radici.
Siamo
parte del moderno movimento dei lavoratori e contro la guerra, che
può esistere solo attraverso un’ottica di classe, anticapitalista
e internazionalista. Con la resistenza, l’opposizione, il rifiuto
in toto del governo, dei dispositivi imperialistici, del mondo
borghese dell’oppressione.
(seguono
nel testo originale le sottoscrizioni dei soldati di 38 unità delle
forze armate, n.d.t.)
RETE
DI SOLDATI LIBERI “SPARTAKOS”
COMITATO
DI SOLIDARIETA’ AI SOLDATI DI LEVA
Fonte:
diktiospartakos.blogspot.gr
Traduzione
di AteneCalling.org
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