IL DIRITTO D’ABORTO NON SI TOCCA! CONTRO IL MODERNO MEDIOEVO!
CONTRO: VIOLENZA SESSUALE-FEMMINICIDI-MODERNO
MEDIOEVO-SCATENIAMO LA FURIA DELLE DONNE!
Con due striscioni portati per contrastare la marcia dei NO 194 abbiamo voluto, da un lato dedicare la mobilitazione a Sonia, la donna che neanche una settimana prima è stata vittima di femminicidio a Milano, dall’altro denunciare il nesso stretto tra l’humus oscurantista e reazionario che vuole riportare le donne a un Moderno Medioevo e l’aumento delle violenze contro le donne, sino ai femminicidi.
Le concezioni oscurantiste e reazionarie sono profuse a piene
mani, a diversi livelli, l’ultimo, in ordine di tempo, e l’ennesimo “bonus
bebè” proposto, oggi, da Renzi, ne è un esempio; ma, negli anni, la Regione
Lombardia si è contraddistinta per le politiche familiste, gli attacchi pratici
ed ideologici contro le donne.
Il comitato NO 194, con le sue macabre marce e preghiere “in
riparazione di eutanasia ed aborto” davanti agli ospedali si pone su un terreno
militante, di aperta criminalizzazione delle donne che abortiscono, per cui la
vita delle donne vale meno di un embrione. Queste iniziative non possono non
richiamarci alla mente le iniziative degli integralisti in America - giunti sino
alle uccisioni di medici abortisti.
Ad un mese dal 25 novembre, Giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne, il secondo corteo in sei mesi dei NO 194, lo rende ancora più inaccettabile, soprattutto perché ha visto la presenza aperta di Forza Nuova al suo interno, che chiarisce bene i “valori” che, con queste marce, si intendono affermare ed un’ulteriore onta per la città Medaglia d’Oro alla Resistenza.
Ad un mese dal 25 novembre, Giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne, il secondo corteo in sei mesi dei NO 194, lo rende ancora più inaccettabile, soprattutto perché ha visto la presenza aperta di Forza Nuova al suo interno, che chiarisce bene i “valori” che, con queste marce, si intendono affermare ed un’ulteriore onta per la città Medaglia d’Oro alla Resistenza.
Il dato positivo è che c’è sembrato che questo corteo fosse
numericamente meno partecipato, rispetto al 12 aprile, mentre al contropresidio
si sono uniti altri settori di
femministe - alcune da Bologna, Torino -, lavoratrici, antifascisti. In tante ci
hanno scritto, l’informazione è circolata molto, come anche il dibattito si
approfondisce sempre più. Ancora poco: occorre maggiore profondità ed estensione
nella partecipazione, che le lavoratrici, le donne prendano fermamente nelle
loro mani la necessaria lotta contro questi attacchi a 360°che sono attacchi
all’idea stessa di libertà di scelta delle donne in tema di maternità, ma in
tutti gli ambiti della loro vita.
Vogliamo chiudere riportando l’iniziativa del Comune di
Milano in vista del 25 novembre e in concomitanza con il corteo NO 194: “Una grande pagina bianca di 3mila metri quadrati nel cuore di
Milano, in piazza Duomo, da riempire con messaggi e testimonianze contro la
violenz. Un'enorme tela che Palazzo Marino ha messo a disposizione dei passanti
per lasciare poesie, disegni, canzoni. "Un grande gesto pubblico - si legge
sulla pagina Facebook del Comune di Milano - che inizierà col contributo di Ivan
Tresoldi e Valentina Pitzalis e alla quale parteciperà anche l'assessore Chiara
Bisconti, seguiti da quanti vorranno trasformarsi in protagonisti attivi contro
la violenza di genere"
Non ce ne facciamo niente delle
iniziative ipocrite una volta all’anno!
Il
25 ottobre, a un mese esatto dal 25 novembre giornata internazionale contro la
violenza sulle donne vengono lasciati sfilare – per la seconda volta in sei mesi
– a Milano e, in contemporanea a Caserta -gli integralisti cattolici
del Comitato No194, compreso Militia Christi, che si pone l’obiettivo di
abrogare la 194 e la criminalizzazione delle donne e dei medici che praticano l’aborto. E’lo stesso Comitato che promuove le oscene “preghiere di riparazione di
aborto ed eutanasia” davanti agli ospedali pubblici di diverse città. Una
presenza fortemente intimidatoria.
Questa marcia avviene in
una regione che già negli anni delle giunte Formigoni, si è
particolarmente distinta per gli attacchi ideologici, pratici
contro le donne: ricordiamo, qui: il seppellimento dei feti
abortiti, il permesso di ingresso del CAV negli ospedali, le
moderne ruote degli esposti, il tentativo di ridisegnare la
legislazione nazionale in tema di IVG. Contribuendo a spandere a
piene mani un humus maschilista, pregno di concezioni
reazionarie verso le donne. Oggi la "tradizione" continua con la
giunta Maroni, con un di più di razzista verso le donne
immigrate nei “provvedimenti” legislativi; oltre ai tagli ai
parti indolori, i fondi
Nasko, fondi per il “sostegno” alla maternità, puro strumento
ideologico al servizio della centralità della famiglia, del
ruolo in essa delle donne, potranno accedere le donne da anni
residenti in Lombardia. Il
“diritto alla vita” delle donne non conta, la condizione reale
fatta di precarietà, non lavoro, peggioramento delle condizioni
di lavoro, tagli di servizi scaricati sulle donne… Ma,
soprattutto, la giunta Maroni si è adoperata per la trasformazione dei
Consultori in “Centri di supporto alle famiglie: un attacco
ideologico e pratico contro le donne, che pone al centro la
famiglia con il ruolo subordinato in essa delle donne e le priva
di una delle poche strutture di riferimento per
l’autodeterminazione in tema di maternità: invece di aumentarne il
numero – per legge dovrebbe esserci un consultorio ogni 20.000
abitanti, attualmente sono 1 ogni 60.000.
Queste marce avvengono in un Paese in
cui l’aumento crescente degli obiettori
di coscienza limita
sempre più il diritto d’aborto e quindi la libera scelta delle
donne in tema di maternità, ma, soprattutto, mette a repentaglio
la vita stessa delle donne costrette a pendolarismo nelle
regioni in cui il tasso di obiettori è minore, al ricorso a
pratiche abortive “fai da te”, all’aborto clandestino
soprattutto tra le immigrate. In una fase di crisi, per prime le donne vengono ricacciate a
casa, sia perché sono le prime ad essere licenziate, sia perché
si scarica su di esse il
ruolo di “supplente” dei servizi di cura sempre più carenti.
Queste manifestazioni sono parte delle campagne che servono a
giustificare e rendere “normale” una condizione delle donne
difficile, di subalternità, sottomissione, queste marce
contribuiscono a diffondere una concezione delle donne
oscurantista e reazionaria.
Noi riteniamo ci sia un nesso
stretto tra l’humus oscurantista
e reazionario che vuole riportare le donne a un Moderno
Medioevo e l’aumento delle violenze contro le donne, sino alle
uccisioni. L’abbiamo fortemente affermato nello storico sciopero
delle donne del 25 novembre 2013 e nell’8 marzo Giornata
internazionale di lotta delle donne.
Per ciò riteniamo che
questo corteo, le preghiere in “riparazione di aborto ed
eutanasia” siano parte della guerra di bassa intensità contro le
donne. L’attuale
Papa incontrando di recente gli esponenti del movimento per la
vita ha dichiarato: "L'aborto e l'infanticidio sono
delitti abominevoli", concezione ribadita nel Sinodo in corso in
questi giorni. E non certo di meri dibattiti religiosi si tratta,
ma di indicazioni pratiche.
Per questo
abbiamo contrastato il corteo del 12 aprile - il contropresidio,
pur in poche, ha permesso alle tante donne che si sono trovate
inaspettatamente di fronte a una scena con macabre croci con
fetini, volantini di negazione del diritto di scelta delle donne e di criminalizzazione delle
donne che ricorrono all’ IVG, di
trovare femministe a contrastare sul campo i
clerico-fascisti. In tante hanno ringraziato, si sono sentite risollevate
dal senso di profonda offesa, preoccupazione,
di rinnovata oppressione e
rabbia perché si fosse permesso questo odioso corteo e hanno sostenuto le
ragioni del contropresidio – e saremo ancora in piazzale Cadorna
il 25 ottobre dalle 14.30 per contrastarlo e invitiamo le
lavoratrici, le donne in lotta contro precarietà, contro gli
attacchi ai diritti a partecipare con cartelli, slogan… perchè occorre contrastare a 360° gli
attacchi ideologici, pratici, politici che in tema di
autodeterminazione le donne di questo paese, a macchia di leopardo
subiscono, a partire dalla cancellazione dell’obiezione di
coscienza.
IL DIRITTO D’ABORTO NON
SI TOCCA!
Contro Moderno Medioevo,
Chiesa, Stato, Capitale
Giù le mani dal corpo
delle donne!
Fascisti reazionari,
passerete un guaio noi non torneremo a prezzemolo e cucchiaio!
Le lavoratrici, precarie,
disoccupate aderenti al movimento
femminista proletario rivoluzionario -Milano
Per contatti: mfpr.mi1@gmail.com
Leggi,
contribuisci a: htpp://femminismorivoluzionario.blogspot.it/
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