lunedì 27 ottobre 2014

pc 27 ottobre - Cagliari. Corteo studentesco contro le basi militari occupa l'università


altsabato si è svolto a Cagliari un corteo studentesco che ha attraversato la città ribadendo la continuità con la mobilitazione popolare dello scorso 13 settembre a Capo Frasca. Studenti medi e universitari hanno individuato come tappe fondamentali del corteo le scuole e le case dello studente. I fondi per il diritto allo studio calano vertiginosamente, ma non quelli per le spese militari. Infine il corteo è arrivato alla facoltà di Lettere e Filosofia che è stata occupata. Qui si svolgerà una quattro giorni di iniziative che terminerà il 29 ottobre, giorno in cui la mobilitazione si sposterà davanti al tribunale di Lanusei, dove si terrà l'udienza ai generali accusati di disatro ambientale.

Di seguito il comunicato degli studenti e delle studentesse di Cagliari.

CONTRO LE SPESE E LE ESERCITAZIONI MILITARI GLI STUDENTI SI RIPRENDONO LA CITTA’
Qualche centinaio tra studenti medi e universitari stamattina è scesa per le strade di Cagliari nel Corteo studentesco contro l’occupazione militare della Sardegna.
Il corteo ha toccato i punti nevralgici che il sabato mattina animano il capoluogo sardo tra cui il mercato di San Benedetto, le scuole superiori , la casa dello studente per poi finire alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Diversi i temi trattati dal Comitato studentesco contro l’occupazione militare molti dei quali intervallati dagli applausi dei passanti che ascoltavano interessati i vari interventi che si susseguivano.
Soprattutto i passaggi legati alla perdita di qualsiasi fiducia verso istituzioni che compiono scelte politiche ben precise in fatto di spesa per la difesa e armamenti, che ogni volta vengono imbeccati sul finanziamento diritto allo studio si parano dietro la crisi, l’austerità e il patto di stabilità. 
Patto di stabilità un cazzo”! si è sentito ripetere varie volte dal megafono. Riprendendo infatti i dati analizzati e divulgati dal gruppo di studio del comitato notiamo le evidenti pecche di un governo regionale che ha basato la sua campagna elettorale sul diritto allo studio più esteso possibile. 90 milioni di euro sono stati erogati dal palazzo di viale Trento nel programma pluriennale di difesa (2014-16), solo 5.6 milioni invece stanziati per il diritto allo studio; questa cifra ha causato l’astronomica percentuale di 52.7% di idonei non beneficiari, di cui il 69,6% è composto da matricole. Hanno ricordato poi che i governi regionali di vario colore (Masala, Soru, Cappellacci) hanno regalato circa 20 milioni alla curia di Cagliari per costruire il College di lusso Sant’Efisio, nel mentre gli studenti e le studentesse vivono condizioni nelle case dello studente ridicole e vergognose che portano un mese si e un mese no alla chiusura di uno studentato o l’altro.
Non deve meravigliare che il capoluogo sia occupato da circa 250.000 mq di servitù militari tra alloggi dell’esercito, magazzini e depositi militari; allo stesso tempo la contraddizione evidente di una città che voleva candidarsi a capitale europea della cultura per il 2019 ma ha solo 725 posti letto nelle case dello studente a fronte di 17.000 studenti e studentesse fuori sede.
A fine corteo una volta arrivati nella Facoltà di Lettere e Filosofia l’assemblea dei manifestanti ha deciso di occupare l’università. Una novità nel panorama della lotta contro le basi in Sardegna, che vede nelle università e nei licei come punti di riferimento, luoghi di incontro e confronto. L’occupazione durerà fino al 29 ottobre momento in cui il comitato partirà alla volta di Lanusei, luogo in cui si svolgerà la prima udienza ai generali dell’esercito italiano per disastro ambientale, all’interno del Poligono Interforze del Salto di Quirra.
Di seguito il comunicato del comitato: Stamattina 150 tra universitari e studenti medi hanno risposto all’appello del “Comitato studentesco contro le basi Militari” e sono scesi in piazza per dire anche loro NO alla presenza delle basi militari in Sardegna.
Il corteo, partito da piazza Gramsci, ha attraversato via Grazia Deledda, Piazza Repubblica, via Dante , via Cocco Ortu, il mercato di San Benedetto, via Bacaredda, via Liguria, la casa dello studente di via Trentino, per poi concludersi nella facoltà di lettere e filosofia.
Durante la manifestazione molte le tappe significative: innanzitutto il corteo si è fermato davanti alle scuole superiori del Pacinotti e del Martini, dove gli studenti hanno spiegato i motivi della loro contestazione, ponendo in primo piano la mancanza di fondi destinati alla ristrutturazione degli edifici scolastici, che provocano episodi come quello dello scorso anno, quando crollò il soffitto del liceo classico Dettori. Momento altrettanto importante è stato davanti al mercato di San Benedetto, dove gli studenti hanno volantinato e spiegato alla cittadinanza presente la loro condizione di studenti che subiscono sulla loro pelle le scelte delle istituzioni: tra gli esempi proposti il fatto che la Regione Sardegna quest’anno abbia destinato solo sei milioni per il diritto alla Studio, sette in meno rispetto a quattro anni fa. Pochissimo, se pensiamo che, come scritto nel Programma Pluriennale per la difesa 2014-2016, la stessa Regione destini 90 milioni di euro l’apparato militare. Gli interventi sono stati accompagnati dagli applausi dei cittadini rimasti ad ascoltare gli studenti parlare.
Infine, un’altra tappa importante è risultata essere la casa dello studente di via Trentino, in cui gli universitari hanno voluto sottolineare come le spese sostenute dallo Stato vadano sempre a favorire l’apparato militare piuttosto che il diritto allo studio: a dimostrazione di ciò hanno sottolineato le spese che il governo ha destinato all’acquisto dei velivoli da guerra F-35: secondo gli studenti, ad un F-35 acquistato corrispondono ben 27.000 borse di studio.
Giunti in facoltà gli studenti, dopo una breve assemblea, hanno proclamato l’occupazione della facoltà da oggi sino al 29 ottobre, dando inizio ad una quattro giorni di iniziative, cineforum e seminari. Il momento culminate sarà mercoledì 29 ottobre, data in cui si partirà con i pullman per Lanusei, dove si terrà l’udienza del processo contro i generali accusati di disastro ambientale.
Una data importante, un’ulteriore passaggio di una mobilitazione che gli studenti vogliono portare avanti, seguendo le indicazioni uscite dalla storica giornata del 13 settembre: smettere con le esercitazioni militari; dismettere le basi militari presenti; bonificare le aree inquinate e risarcire materialmente e moralmente le popolazioni colpite. Tutto ciò insieme alla pretesa che le istituzioni aumentino i fondi per il diritto allo Studio ed eliminino completamente i fondi per l’apparato militare.

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