sabato
si è svolto a Cagliari un corteo studentesco che ha attraversato la
città ribadendo la continuità con la mobilitazione popolare dello scorso
13 settembre a Capo Frasca. Studenti medi e universitari hanno
individuato come tappe fondamentali del corteo le scuole e le case dello
studente. I fondi per il diritto allo studio calano vertiginosamente,
ma non quelli per le spese militari. Infine il corteo è arrivato alla
facoltà di Lettere e Filosofia che è stata occupata. Qui si svolgerà una
quattro giorni di iniziative che terminerà il 29 ottobre, giorno in cui
la mobilitazione si sposterà davanti al tribunale di Lanusei, dove si
terrà l'udienza ai generali accusati di disatro ambientale.
Di seguito il comunicato degli studenti e delle studentesse di Cagliari.
CONTRO LE SPESE E LE ESERCITAZIONI MILITARI GLI STUDENTI SI RIPRENDONO LA CITTA’
Qualche
centinaio tra studenti medi e universitari stamattina è scesa per le
strade di Cagliari nel Corteo studentesco contro l’occupazione militare
della Sardegna.
Il corteo ha
toccato i punti nevralgici che il sabato mattina animano il capoluogo
sardo tra cui il mercato di San Benedetto, le scuole superiori , la casa
dello studente per poi finire alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Diversi i temi trattati dal Comitato studentesco contro l’occupazione militare molti dei quali intervallati dagli applausi dei passanti che ascoltavano interessati i vari interventi che si susseguivano.
Soprattutto i passaggi legati alla perdita di qualsiasi fiducia verso istituzioni che compiono scelte politiche ben precise in fatto di spesa per la difesa e armamenti, che ogni volta vengono imbeccati sul finanziamento diritto allo studio si parano dietro la crisi, l’austerità e il patto di stabilità.
Diversi i temi trattati dal Comitato studentesco contro l’occupazione militare molti dei quali intervallati dagli applausi dei passanti che ascoltavano interessati i vari interventi che si susseguivano.
Soprattutto i passaggi legati alla perdita di qualsiasi fiducia verso istituzioni che compiono scelte politiche ben precise in fatto di spesa per la difesa e armamenti, che ogni volta vengono imbeccati sul finanziamento diritto allo studio si parano dietro la crisi, l’austerità e il patto di stabilità.
“Patto
di stabilità un cazzo”! si è sentito ripetere varie volte dal megafono.
Riprendendo infatti i dati analizzati e divulgati dal gruppo di studio
del comitato notiamo le evidenti pecche di un governo regionale che ha
basato la sua campagna elettorale sul diritto allo studio più esteso
possibile. 90 milioni di euro sono stati erogati dal palazzo di viale
Trento nel programma pluriennale di difesa (2014-16), solo 5.6 milioni
invece stanziati per il diritto allo studio; questa cifra ha causato
l’astronomica percentuale di 52.7% di idonei non beneficiari, di cui il
69,6% è composto da matricole. Hanno ricordato poi che i governi
regionali di vario colore (Masala, Soru, Cappellacci) hanno regalato
circa 20 milioni alla curia di Cagliari per costruire il College di
lusso Sant’Efisio, nel mentre gli studenti e le studentesse vivono
condizioni nelle case dello studente ridicole e vergognose che portano
un mese si e un mese no alla chiusura di uno studentato o l’altro.
Non
deve meravigliare che il capoluogo sia occupato da circa 250.000 mq di
servitù militari tra alloggi dell’esercito, magazzini e depositi
militari; allo stesso tempo la contraddizione evidente di una città che
voleva candidarsi a capitale europea della cultura per il 2019 ma ha
solo 725 posti letto nelle case dello studente a fronte di 17.000
studenti e studentesse fuori sede.
A
fine corteo una volta arrivati nella Facoltà di Lettere e Filosofia
l’assemblea dei manifestanti ha deciso di occupare l’università. Una
novità nel panorama della lotta contro le basi in Sardegna, che vede
nelle università e nei licei come punti di riferimento, luoghi di
incontro e confronto. L’occupazione durerà fino al 29 ottobre momento in
cui il comitato partirà alla volta di Lanusei, luogo in cui si svolgerà
la prima udienza ai generali dell’esercito italiano per disastro
ambientale, all’interno del Poligono Interforze del Salto di Quirra.
Di
seguito il comunicato del comitato: Stamattina 150 tra universitari e
studenti medi hanno risposto all’appello del “Comitato studentesco
contro le basi Militari” e sono scesi in piazza per dire anche loro NO
alla presenza delle basi militari in Sardegna.
Il
corteo, partito da piazza Gramsci, ha attraversato via Grazia Deledda,
Piazza Repubblica, via Dante , via Cocco Ortu, il mercato di San
Benedetto, via Bacaredda, via Liguria, la casa dello studente di via
Trentino, per poi concludersi nella facoltà di lettere e filosofia.
Durante
la manifestazione molte le tappe significative: innanzitutto il corteo
si è fermato davanti alle scuole superiori del Pacinotti e del Martini,
dove gli studenti hanno spiegato i motivi della loro contestazione,
ponendo in primo piano la mancanza di fondi destinati alla
ristrutturazione degli edifici scolastici, che provocano episodi come
quello dello scorso anno, quando crollò il soffitto del liceo classico
Dettori. Momento altrettanto importante è stato davanti al mercato di
San Benedetto, dove gli studenti hanno volantinato e spiegato alla
cittadinanza presente la loro condizione di studenti che subiscono sulla
loro pelle le scelte delle istituzioni: tra gli esempi proposti il
fatto che la Regione Sardegna quest’anno abbia destinato solo sei
milioni per il diritto alla Studio, sette in meno rispetto a quattro
anni fa. Pochissimo, se pensiamo che, come scritto nel Programma
Pluriennale per la difesa 2014-2016, la stessa Regione destini 90
milioni di euro l’apparato militare. Gli interventi sono stati
accompagnati dagli applausi dei cittadini rimasti ad ascoltare gli
studenti parlare.
Infine, un’altra
tappa importante è risultata essere la casa dello studente di via
Trentino, in cui gli universitari hanno voluto sottolineare come le
spese sostenute dallo Stato vadano sempre a favorire l’apparato militare
piuttosto che il diritto allo studio: a dimostrazione di ciò hanno
sottolineato le spese che il governo ha destinato all’acquisto dei
velivoli da guerra F-35: secondo gli studenti, ad un F-35 acquistato
corrispondono ben 27.000 borse di studio.
Giunti
in facoltà gli studenti, dopo una breve assemblea, hanno proclamato
l’occupazione della facoltà da oggi sino al 29 ottobre, dando inizio ad
una quattro giorni di iniziative, cineforum e seminari. Il momento
culminate sarà mercoledì 29 ottobre, data in cui si partirà con i
pullman per Lanusei, dove si terrà l’udienza del processo contro i
generali accusati di disastro ambientale.
Una
data importante, un’ulteriore passaggio di una mobilitazione che gli
studenti vogliono portare avanti, seguendo le indicazioni uscite dalla
storica giornata del 13 settembre: smettere con le esercitazioni
militari; dismettere le basi militari presenti; bonificare le aree
inquinate e risarcire materialmente e moralmente le popolazioni colpite.
Tutto ciò insieme alla pretesa che le istituzioni aumentino i fondi per
il diritto allo Studio ed eliminino completamente i fondi per
l’apparato militare.
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