Stiamo seguendo da vicino le elezioni in Tunisia, le prime dopo la promulgazione della nuova costituzione lo scorso febbraio. Presto un nostro articolo/valutazione generale sul risultato elettorale (che sarà divulgato domani) sulle forze in campo e soprattutto aggiornamenti dalle "nostre" ovvero i compagni rivoluzionari tunisini che hanno dato vita al Comitato di Boicottaggio Elettorale. Intanto proponiamo un'intervista fatta a Chokri Lahmidi un esponente del partito islamista di Ennahda raggiunto da un nostro compagno un paio di settimane precedenti la tornata elettorale. Uno speciale ringraziamento va allo studente Habib Haj Salem che ha permesso che l'intervista avesse luogo.
L'intervista ci interessa per capire come ragionano, cosa pensano sull'attuale società tunisina, come vorrebbero plasmarla e soprattutto come agiscono nella Tunisia "democratica" gli esponenti di questo partito reazionario.
A tal proposito segnaliamo che l'intervista si è svolta nel sobborgo malfamato di Ettadahmen nella capitale, nella sede di un' ONG legata ad Ennahda e che agisce nel quartiere, ciò ricorda molto l'attività sociale di Hamas a Gaza e dovrebbe far pensare...
D: La Tunisia è stato il primo paese che ha dato vita alla
“Primavera Araba”.Quali sono le principali conquiste economiche e sociali in
questo periodo di transizione post Ben Alì?
R: Innanzitutto la principale conquista ottenuta è rappresentata
dalle libertà dell’individuo, inoltre la
società ha incominciato per la prima volta a osservarsi. I partiti politici hanno scoperto la verità e
hanno provato a perseguirla scoprendo in questo processo abilità e meccanismi
per affrontare i problemi che prima erano monopolizzati dal regime a partito
unico. La società adesso è concentrata sulla questione della sicurezza, ma ci
sono altre questioni importanti come le relazioni tra la società e lo stato, come crearne di nuove, ad esempio che tipo di identità deve avere lo
stato stato, che tipo di stato vogliamo? Oggi esiste un dialogo che prima mancava. Sotto
il regime di Ben Alì lo stato era molto centralizzato e le decisioni erano
prese in un piccolo circolo di statisti fedeli al regime. Adesso al contrario
abbiamo un altro problema, vengono prese
molte decisioni contrastanti tra loro che provengono da diversi apparati dello stato come ad
esempio da diversi ministeri, inoltre c’è una lotta all’interno dello stato tra
le nuove forze politiche e quelle del vecchio regime. Se prendiamo ad esempio
l’economia: le politiche di sviluppo possono cambiare molto e anche le
politiche finanziarie, lo scontro in atto tra forze vecchie e nuove non
permette attualmente di prendere delle decisioni chiare. Ad esempio lo stato
nell’era precedente controllava certi parametri economici, ciò permetteva il
fatto di poter calmierare i prezzi dei beni di prima necessità. Adesso non c’è
più lo stesso controllo e i cittadini hanno sistematicamente meno potere
d’acquisto. Un’altra ragione di ciò è rappresentata dalla perdita nella
bilancia tra offerta e domanda. C’è un attore nascosto che gioca un ruolo nella
questione economica. Lo stato adesso è debole ma non ha le idee chiare anche
riguardo il programma e la politica economica da attuare.
D: Pensi che la nuova costituzione soddisfi I bisogni e le
aspirazioni del popolo tunisino?
R: Si, certo che si. La costituzione è la migliore conquista di
questo periodo per due motivi: innanzitutto date le attuali condizioni di
divisione politica e sociale, la costituzione permette che queste non si
sviluppino e non sfocino in uno scontro sanguinario. Secondariamente circa la divisione
ideologica tra le forze politiche concernente il programma per la nuova società
ovvero: qual è la società che vogliamo? La nuova costituzione è arrivata e ha
portato la base per quello che può esser condiviso tra islamisti, laici e
altri. Quando leggi la costituzione c’è il sentore che questa prevenga
l’esplosione e lo scontro tra queste fazioni. La costituzione è la convergenza
di opinioni e bisogni delle differenti elites politiche e sociali, e l’elite
islamica è una di queste.
Puoi descrivere il processo costituente che ha prodotto
questa costituzione?
E’ stato un processo naturale, per evitare che quelle divisioni
di cui parlavo, si sviluppassero violentemente, tutte le parti politiche in
campo si sono riconosciute reciprocamente e hanno scoperto che ci sono punti di
forza in ciascuna di esse che potevano completarsi a vicenda. Questo ha fatto
si che la costituzione venisse scritta anche se
possiede articoli che sono stati difficili da produrre, ma infine è
diventata frutto di un accordo nato da un dibattito con uno scambio di opinioni.
Non volteremo le spalle a questo tipo di processo costituente.
D: Quali sono stati i vostri contributi?
R: Il movimento di Ennahda ha creato l’idea di fare compromessi
quando era al potere e questo ha le sue radici nella nostra morale. Per esempio
in Senegal ci sono stati problemi simili alla Tunisia nella società civile così
come in altri paesi africani e il presidente si è dimesso. Noi abbiamo fatto la
stessa cosa quando ci siamo dimessi dal governo nonostante avessimo vinto le
elezioni dell’Assemblea Costituente. Il punto è quello di risolvere i conflitti
in maniera pacifica, Ennahda ha messo le basi perché ciò avvenisse. Ennahda
avrebbe potuto mobilitare la propria base popolare e scendere in strada piuttosto
che lasciare il governo,ma non lo ha fatto. Allo stesso tempo Ennahda ha
mantenuto i legami tra il popolo e la propria elite. Anche quando eravamo al
potere abbiamo mantenuto i legami con la nostra base, stare nelle istituzioni non ha cambiato la natura di Ennahda che anzi
è stata la voce del popolo. Ennahdha non si è abbassata al livello morale degli
altri partiti, ad esempio non abbiamo influenzato l’operato della polizia
politica quando eravamo al potere, non abbiamo utilizzato informazioni a cui
avevamo accesso come quelle del ministero dell’interno contro i nostri
avversari politici.
D: Pensi che ci siano articoli che debbano essere modificati?
R: Penso che la costituzione sia una grande cosa ma ci sono due
cose che adesso bisogna fare funzionare. Innanzitutto bisogna forgiare le
istituzioni dello stato tramite meccanismi di governo locale, ci vuole una maggiore
decentralizzazione per dare più voce alla società. Inoltre far si che questi
meccanismi abbiamo un funzionamento trasparente. Questo aspetto è collegato al
primo, semplificare il dialogo tra base della società e vertice dello stato
dandoci così la possibilità di svilupparci.
D: Storicamente la Tunisia è sempre stato un paese laico, come
spieghi la vostra vittoria alle scorse elezioni?
R: Ci sono molte spiegazioni che hanno segnato la svolta. Tutte
queste spiegazioni sono collegate con l’ex regime e non con Ennahda, ciò
significa che il valore di Ennahda viene dalla brutta reputazione del governo e
del Sistema di Ben Alì. Ennahda è stato il più grande nemico di Ben Alì. Ben
Alì il quale è stato provato essere un criminale e questo è chiaro al popolo.
Ben Alì ha perso la sua legittimità e da tanto tempo non era più un leader. La
nostra visione viene dalla visione di questo nemico. Ben Alì all’inizio ha
fallito moralmente prima di fallire politicamente, ad esempio i familiari della
moglie erano mafiosi. Ennahda è l’unico partito che ha radici nella società.
Non penso che altri partiti che non siano islamici possano diffondersi nella
società. L’ex regime potrebbe vincere solo per un voto di punizione contro Ennahda.
Sarai sorpreso che Ennahda avrà la più debole rappresentanza nel governo perché
abbiamo imparato dalle scorse elezioni. L’unico partito che ha un programma è
Ennahda.
D: Quali sono i punti del vostro programma elettorale che
differiscono notevolmente da quelli degli altri partiti in particolare dai
bourguibisti e dal Fronte Popolare?
R: Non ci sono grandi differenze tra i partiti sulle questioni
economiche ad essere sinceri. Ma il Fronte Popolare non riconosce lo stato, sta
facendo il lavoro di illudere l’elettorato grazie alla legittimità di cui gode
proveniente dal ruolo che ha avuto nella rivoluzione, ma c’è un’altra fonte di
legittimità che è rappresentata dalle elezioni.
Non sono realistici nel loro programma. Per esempio dicono che non
pagheranno il debito estero qualora vincessero le elezioni. Penso che questo
avrà influenze negative sulla nostra economia. Cambiando discorso, Hamad Magil
Achebi è una delle figure chiave della politica in Tunisia e ha una buona
storia politica ma Ennahda non lo sosterrà nelle elezioni presidenziali. Probabilmente
Ennahda sosterrà Marzouki , inoltre molti di Ennahdh supportano il presidente
dell’Assemblea Costituente perché rappresenta la sinistra riformista. Ennahda ha
ancora nella propriamente il problema del presente: il regime di Ben Alì, il
colpo di stato in Algeria e in Egitto. Anche l’idea di programma islamico è
presente nella nostra testa. Il programma islamico è collegato all’Umma (i musulmani come un’unica comunità e corpo
unico n.d.r.) e Ennahda è l’unico partito che ha questa idea. Crediamo
anche ad altre grandi questioni come la Palestina. Mentre la sinistra parla di
giustizia sociale, noi lavoriamo per i più deboli. Ennahda ha appena iniziato a
diventare professionista in politica, per questo motivo ci sono ancora differenze tra il nostro volto
politico nelle istituzioni rappresentato dai nostri esponenti che ci
rappresentano e il partito. In questo contesto, questi uomini che sosterremo
per le presidenziali sono il volto necessario in questa fase se non si
ergeranno contro Ennahda. Con ciò vogliamo mandare un messaggio per dire che
siamo liberali. È un messaggio sia per l’interno sia per l’esterno del paese.
D: Se vincerete le prossime elezioni, come sarà la posizione
delle donne nel governo, avranno più ministeri?*
R: Ennahda è attento alla questione delle donne, ciò si è
visto quando Ennahda ha formato la propria lista elettorale inserendo sia
candidati uomini che donne o ancora lo ha dimostrato aiutando Mehigia Laabridi
ad arrivare alla posizione di vice-presidente dell’Assemblea Costituente.
Infine personalmente considero che le elezioni municipali sono più importanti
di queste nazionali. Perché le questioni governative sono generali (ad esempio stabilire
il prezzo del petrolio ecc) invece è più importante lavorare nella società alle
sue radici.
*Quest'ultima domanda è totalmente a cura di Habib Haj Salem
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