Il programma di governo prevede solo ritocchi ai decreti Salvini e per ora non sono arrivati neanche quelli. Mobilitazione di massa per la loro abrogazione
I decreti salvini sono vergognosamente legge ormai da mesi
e non può cessare la battaglia per la loro abrogazione: sono leggi a
misura di padrone, razziste, xenofobe, repressive e punitive contro
ogni forma di protesta utilizzabile dai lavoratori per difendere i
propri diritti. Chi occupa pacificamente un fabbricato o un terreno per
rivendicare un proprio diritto rischia di essere condannato ad anni di
galera per “invasione”, lo stesso vale per gli operai che occupano la
fabbrica, gli studenti che occupano la scuola, i collettivi o le
associazioni che vivificano spazi sfitti con attività non lucrative.
Anche il blocco stradale, dopo 20 anni di depenalizzazione, torna a
essere un reato punibile con anni di carcere multe salatissime e aggravi
di pena in caso l'atto venga compiuto da più persone.
Insomma, guai a chi attenta al profitto, giusto per
chiarire da che parte sta veramente il “capitano”
Salvini. In questo senso lapalissiane risultano anche le novità normative introdotte, poi, sul tema dell'immigrazione: la forza-lavoro serve ma quella regolare costa troppo quindi i padroni necessitano come l'aria di clandestini da utilizzare illegalmente nelle nuove forme schiavili di lavoro, aumentando i propri profitti e la competizione al ribasso tra lavoratori immigrati (clandestini e non) e lavoratori italiani. Ecco il senso della eliminazione della forma di protezione umanitaria e della estromissione dal sistema di accoglienza dei richiedenti asilo di migliaia e migliaia di persone che si sono ritrovate, da un momento all'altro, da possessori di un titolo di soggiorno valido per due anni e convertibile in permesso per motivi di lavoro a clandestini.
Salvini. In questo senso lapalissiane risultano anche le novità normative introdotte, poi, sul tema dell'immigrazione: la forza-lavoro serve ma quella regolare costa troppo quindi i padroni necessitano come l'aria di clandestini da utilizzare illegalmente nelle nuove forme schiavili di lavoro, aumentando i propri profitti e la competizione al ribasso tra lavoratori immigrati (clandestini e non) e lavoratori italiani. Ecco il senso della eliminazione della forma di protezione umanitaria e della estromissione dal sistema di accoglienza dei richiedenti asilo di migliaia e migliaia di persone che si sono ritrovate, da un momento all'altro, da possessori di un titolo di soggiorno valido per due anni e convertibile in permesso per motivi di lavoro a clandestini.
Queste e altre forme di criminalizzazione della
povertà, del dissenso, e del colore della pelle, si nascondo tutte
dietro il vessillo, che inganna molti, della “sicurezza nazionale”
pericolosamente minacciata da orde di potenziali criminali in arrivo su
barche agevolate dalle ONG. Ma nel tentativo retorico di fermare i
presunti criminali e i loro traghettatori, il governo giallo-verde
prima e quello giallo-rosee attuale finanziano, con soldi pubblici, il
sistema di intercettazione e controllo della guardia costiera libica
dove, come da anni e anni è noto, esistono dei veri e propri lager
(prosperati nelle condizioni di instabilità di un paese dilaniato
dall'aggressione imperialistica del 2011) dove le persone vengono
compravendute, schiavizzate, mutilate, stuprate, abusate in ogni modo
fisico e psicologico. È altrettanto noto che le attuali autorità
libiche non solo non sono in grado ma, con ogni probabilità, sono
conniventi del redditizio sistema di traffico e abuso di esseri umani,
il che significa che di conseguenza i governi italiani se ne stanno
rendendo a loro volta complici.
Alcuni tribunali, in varie parti d’Italia, stanno
provando ad arginare alcune delle disposizioni contenute nei decreti,
imponendo l'iscrizione dei richiedenti asilo nell'anagrafe comunale
(Bologna) e sancendo l’irretroattività della norma (corte di
Cassazione) per consentire il mantenimento del diritto all'accoglienza
nelle strutture del sistema Sprar (oggi chiamato Siproimi) in capo a
chi già è sotto protezione umanitaria. Ma la spallata più importante non
può che essere politica. Le sardine (bianche e nere) hanno fatto dell’abrogazione di queste leggi il loro cavallo di battaglia
ed il parlamento ha la possibilità di fornire una prima, importante,
copertura politica ai magistrati che indagano sulle malefatte dell’ex
ministro votando l’autorizzazione a mandare a processo Salvini per la
gestione dei migranti soccorsi dalla nave della guardia costiera
“Gregoretti”.
Sull’abrogazione di questi decreti, la cancellazione dell’infame trattato con la Libia e per il diritto alla cittadinanza dei lavoratori immigrati è dunque necessario e possibile costruire la più ampia mobilitazione di massa.
Nessun commento:
Posta un commento