su prossimo numero di proletari comunisti - un articolo che in parte anticipiano in occasione della manifestazione nazionale del 18
Non bastavano manganelli, denunce, fogli di via, daspo, che hanno
colpito in particolare i facchini della logistica e i militanti e i
dirigenti dei sindacati di base, Ora contro la lotta dei lavoratori a Prato. c'è stato un attacco con l'utilizzo, da parte del Questore,
del Decreto sicurezza Salvini-Di Maio, il DL 4 OTTOBRE 2018 N.113,
mantenuto integralmente da questo governo, con cui 21 lavoratori in
sciopero organizzato dal Si Cobas per il 16 ottobre, davanti alla
Tintoria Superlativa di via Inghirami a Prato, si sono visti
comminare 4 mila euro di multa per blocco stradale.
,,, le norme del decreto
fascista e liberticida prevedono anche il carcere per i blocchi, le
occupazioni, per l'invasione di terreni o edifici,per criminalizzare le lotte, intimidire, colpireduramente il diritto di sciopero.
Di come è nata questa lotta e del
processo di sindacalizzazione dei lavoratori delle Tintorie di Prato
ne parla Luca Toscano, portavoce del Si Cobas a Prato e Firenze in
un'intervista al Manifesto: "Nelle sette o otto tintorie e
stamperie alla periferia di Prato lavorano africani e soprattutto
pakistani. Alcuni hanno parenti che lavorano nella logistica ed erano
già sindacalizzati. Sono loro che sono
venuti da noi denunciando le
condizioni di sfruttamento: turni da 12 ore al giorno, sette giorni
su sette. Da aprile a oggi siamo riusciti a firmare accordi alla Dl,
la tintoria che ha fatto da apripista, alla Fada e alla Superlativa,
che è la più grande con punte anche da 90 lavoratori nei mesi di
maggior carico.....Ogni anno c’è stato un controllo: nel 2016
trovarono addirittura i loculi dove i lavoratori dormivano. Il
problema è che dopo ogni controllo arriva la sospensione
dell’attività e una multa, anche da 100mila euro. Ma il volume di
denaro risparmiato sfruttando un lavoratore che viene pagato solo
mille euro lavorando 84 ore al settimana è stimabile in 5 mila euro
al mese, visto che quel lavoro lo dovrebbero fare due lavoratori in
regola. Così basta avere 20 lavoratori in quella condizione e il
risparmio è già uguale alla multa. Si paga la multa e il giorno
dopo si ricomincia l’attività. E lo sfruttamento. Le armi
dell’Ispettorato sono spuntate".
Alla Superlativa, tintoria cinese di
Prato, si era arrivati a firmare un accordo ad agosto, dopo scioperi
ininterrotti, dopo diversi presidi all' ingresso dell'azienda con
scontri con la polizia il 5 luglio, in un'azienda che perfino il
quotidiano dei padroni ne ha parlato con un certo imbarazzo con un
articolo che titolava "Superlativa, l'azienda cinese che
sconcerta Confindustria": "«Le norme ordinarie
potrebbero essere inadeguate a fronteggiare fenomeni particolarmente
gravi come quelli che si stanno verificando nel distretto pratese».
Così Francesco Marini, vicepresidente di Confindustria Toscana nord
(Prato, Pistoia, Lucca), interviene sulla vicenda della Superlativa,
tintoria cinese di Prato controllata dalla squadra interforze il 10
luglio scorso, dopo una clamorosa protesta organizzata da alcuni
lavoratori pachistani che accusavano la proprietà di sfruttamento,
supportati dal sindacato Si Cobas.
Il blitz ha rilevato 15 lavoratori
senza contratto, di cui sei clandestini, e ha portato l'Ispettorato
del lavoro a sospendere l'attività. La Procura ha aperto
un'inchiesta e ha denunciato il titolare per favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della manodopera. Ma
passate appena 24 ore la tintoria Superlativa ha riaperto i battenti,
dopo aver pagato una sanzione e regolarizzato i lavoratori in nero.
Era la terza volta che accadeva, dopo analoghi controlli e sanzioni
nel 2016 (trovati 21 lavoratori irregolari) e nel 2018 (trovati 15
dipendenti in nero, cinesi clandestini)".
L'accordo prevedeva che 32 lavoratori
della tintoria Superlativa iscritti a Si Cobas, entro il prossimo
febbraio, venissero regolarizzati, avessero quindi diritto a ferie,
malattia, permessi e al riconoscimento degli straordinari, come
previsto dal contratto nazionale. 9 operai saranno assunti
immediatamente a sei ore, altrettanti a quattro ore ma, per tutti,
entro i primi mesi del 2020 il contratto sarà trasformato a otto ore
giornaliere. Stessa scadenza per i restanti quattordici stagionali
che hanno lavorato da 20 giorni a 4 mesi senza contratto, a loro
verrà anche riconosciuto un indennizzo da 2 a 4 mila euro.
“Chi continua a pensare che la
lotta allo sfruttamento nel distretto sia solo un fatto di controlli
e multe e non di sindacalizzazione dei lavoratori e di vertenze -
spiega Luca Toscano che ha
condotto le trattative - ha un nuovo fatto su cui
riflettere. E' bene ricordare come il risultato sia stato raggiunto
solo dopo 31 giorni di sciopero ininterrotto, un’arma che si tende
a pensare sia spuntata, ma probabilmente bisogna solo sapere come
usarla”.
Il padrone non solo non ha rispettato
l'accordo ma è da 7 mesi che si rifiuta di pagare gli operai, con
salari che sono da fame, che non arrivano ai 1000 euro con turni di
12 ore giornaliere, 7 giorni su 7.
Quindi ad ottobre i lavoratori hanno
ripreso la lotta. Al presidio ai cancelli hanno subito tre
aggressioni violente da parte di persone “fedeli all’azienda”
che hanno fatto ricorso a crick, spranghe di ferro “fino
all’investimento volontario di un attivista del sindacato da parte
di una macchina in uscita dalla fabbrica” (la sindacalista Sarah
Caudiero che venne portata in ospedale in ambulanza).
E poi le multe della Questura arrivate
ai lavoratori e a 2 studentesse, attiviste solidali, come tanti
giovani che si stanno unendo alle lotte dei lavoratori davanti ai
cancelli.
Nonostante le
multe i lavoratori continuano la lotta ed è partita la
campagna “Liberi dai Decreti Salvini – Prato sta con gli operai”
che sfocia in una grande “Marcia per la Libertà” il 18 di
Gennaio. ..
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