giovedì 16 gennaio 2020

pc 16 gennaio - Prato lotta e repressione - una manifestazione di solidarietà il 18 gennaio

Aderiscono proletari comunisti e Slai cobas per il sindacato di classe

su prossimo numero di proletari comunisti - un articolo che in parte anticipiano in occasione della manifestazione nazionale del 18


 Non bastavano manganelli, denunce, fogli di via, daspo, che hanno colpito in particolare i facchini della logistica e i militanti e i dirigenti dei sindacati di base, Ora contro la lotta dei lavoratori a Prato. c'è stato un attacco con l'utilizzo, da parte del Questore, del Decreto sicurezza Salvini-Di Maio, il DL 4 OTTOBRE 2018 N.113, mantenuto integralmente da questo governo, con cui 21 lavoratori in sciopero organizzato dal Si Cobas per il 16 ottobre, davanti alla Tintoria Superlativa di via Inghirami a Prato, si sono visti comminare 4 mila euro di multa per blocco stradale.
,,, le norme del decreto fascista e liberticida prevedono anche il carcere per i blocchi, le occupazioni, per l'invasione di terreni o edifici,per criminalizzare le lotte, intimidire, colpireduramente il diritto di sciopero.
Di come è nata questa lotta e del processo di sindacalizzazione dei lavoratori delle Tintorie di Prato ne parla Luca Toscano, portavoce del Si Cobas a Prato e Firenze in un'intervista al Manifesto: "Nelle sette o otto tintorie e stamperie alla periferia di Prato lavorano africani e soprattutto pakistani. Alcuni hanno parenti che lavorano nella logistica ed erano già sindacalizzati. Sono loro che sono
venuti da noi denunciando le condizioni di sfruttamento: turni da 12 ore al giorno, sette giorni su sette. Da aprile a oggi siamo riusciti a firmare accordi alla Dl, la tintoria che ha fatto da apripista, alla Fada e alla Superlativa, che è la più grande con punte anche da 90 lavoratori nei mesi di maggior carico.....Ogni anno c’è stato un controllo: nel 2016 trovarono addirittura i loculi dove i lavoratori dormivano. Il problema è che dopo ogni controllo arriva la sospensione dell’attività e una multa, anche da 100mila euro. Ma il volume di denaro risparmiato sfruttando un lavoratore che viene pagato solo mille euro lavorando 84 ore al settimana è stimabile in 5 mila euro al mese, visto che quel lavoro lo dovrebbero fare due lavoratori in regola. Così basta avere 20 lavoratori in quella condizione e il risparmio è già uguale alla multa. Si paga la multa e il giorno dopo si ricomincia l’attività. E lo sfruttamento. Le armi dell’Ispettorato sono spuntate".
Alla Superlativa, tintoria cinese di Prato, si era arrivati a firmare un accordo ad agosto, dopo scioperi ininterrotti, dopo diversi presidi all' ingresso dell'azienda con scontri con la polizia il 5 luglio, in un'azienda che perfino il quotidiano dei padroni ne ha parlato con un certo imbarazzo con un articolo che titolava "Superlativa, l'azienda cinese che sconcerta Confindustria": "«Le norme ordinarie potrebbero essere inadeguate a fronteggiare fenomeni particolarmente gravi come quelli che si stanno verificando nel distretto pratese». Così Francesco Marini, vicepresidente di Confindustria Toscana nord (Prato, Pistoia, Lucca), interviene sulla vicenda della Superlativa, tintoria cinese di Prato controllata dalla squadra interforze il 10 luglio scorso, dopo una clamorosa protesta organizzata da alcuni lavoratori pachistani che accusavano la proprietà di sfruttamento, supportati dal sindacato Si Cobas.
Il blitz ha rilevato 15 lavoratori senza contratto, di cui sei clandestini, e ha portato l'Ispettorato del lavoro a sospendere l'attività. La Procura ha aperto un'inchiesta e ha denunciato il titolare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della manodopera. Ma passate appena 24 ore la tintoria Superlativa ha riaperto i battenti, dopo aver pagato una sanzione e regolarizzato i lavoratori in nero. Era la terza volta che accadeva, dopo analoghi controlli e sanzioni nel 2016 (trovati 21 lavoratori irregolari) e nel 2018 (trovati 15 dipendenti in nero, cinesi clandestini)".
L'accordo prevedeva che 32 lavoratori della tintoria Superlativa iscritti a Si Cobas, entro il prossimo febbraio, venissero regolarizzati, avessero quindi diritto a ferie, malattia, permessi e al riconoscimento degli straordinari, come previsto dal contratto nazionale. 9 operai saranno assunti immediatamente a sei ore, altrettanti a quattro ore ma, per tutti, entro i primi mesi del 2020 il contratto sarà trasformato a otto ore giornaliere. Stessa scadenza per i restanti quattordici stagionali che hanno lavorato da 20 giorni a 4 mesi senza contratto, a loro verrà anche riconosciuto un indennizzo da 2 a 4 mila euro.
Chi continua a pensare che la lotta allo sfruttamento nel distretto sia solo un fatto di controlli e multe e non di sindacalizzazione dei lavoratori e di vertenze - spiega Luca Toscano che ha condotto le trattative - ha un nuovo fatto su cui riflettere. E' bene ricordare come il risultato sia stato raggiunto solo dopo 31 giorni di sciopero ininterrotto, un’arma che si tende a pensare sia spuntata, ma probabilmente bisogna solo sapere come usarla”.
Il padrone non solo non ha rispettato l'accordo ma è da 7 mesi che si rifiuta di pagare gli operai, con salari che sono da fame, che non arrivano ai 1000 euro con turni di 12 ore giornaliere, 7 giorni su 7.
Quindi ad ottobre i lavoratori hanno ripreso la lotta. Al presidio ai cancelli hanno subito tre aggressioni violente da parte di persone “fedeli all’azienda” che hanno fatto ricorso a crick, spranghe di ferro “fino all’investimento volontario di un attivista del sindacato da parte di una macchina in uscita dalla fabbrica” (la sindacalista Sarah Caudiero che venne portata in ospedale in ambulanza).
E poi le multe della Questura arrivate ai lavoratori e a 2 studentesse, attiviste solidali, come tanti giovani che si stanno unendo alle lotte dei lavoratori davanti ai cancelli.
Nonostante le multe i lavoratori continuano la lotta ed è partita la campagna “Liberi dai Decreti Salvini – Prato sta con gli operai” che sfocia in una grande “Marcia per la Libertà” il 18 di Gennaio. ..

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