Neanche il tempo di accogliere con grande soddisfazione la notizia di una Cassazione che fa cadere l'impalcatura accusatoria nei confronti di 5 attivisti della nostra comunità per la vicenda dello sgombero di Làbas, che questa mattina ci si sveglia con la notifica di 4 misure cautelari nei confronti di compagni che il 16 Febbraio 2018 erano in piazza Galvani per impedire che la città Medaglia d'Oro alla Resistenza venisse offesa dalla presenza -garantita da uno strano concetto di espressione democratica- di qualche decina di neofascisti di Forza Nuova.
Due divieti di dimora dalla città di Bologna, due obblighi di firma quotidiani dalle autorità competenti.
Se non fosse che dietro questi provvedimenti ci sono vite, cuori di compagni che ogni giorno si
battono per una città più accogliente, se non fosse che nel merito del giudizio emerge una sostanziale sproporzione tra fatti avvenuti e provvedimenti (preliminari, che è un modo diverso per dire "senza diritto di contestabilità") presi, se non fosse che quella giornata del 16 Febbraio rappresenta il volto migliore di una società che è invece trascinata dal nuovo governo in una spirale di xenofobia e autentico razzismo , verrebbe quasi da ignorarle queste misure, che peraltro hanno tutto il sapore di una vendetta giudiziaria che poco ha a che fare con il concetto di Giustizia. Ma questo non possiamo farlo, non vogliamo farlo.
Sapete perchè? Perchè ogni volta che ci si ritrova ad avere a che fare con l'accanimento repressivo, ci sono due modi di viversi lo stesso: con senso di sconfitta e introiezione di colpevolezza, oppure con l'umiltà e la presunzione di riscoprirsi dalla parte giusta della storia.
Tutto ciò significa dirsi che non lasceremo mai al silenzio le ingiustizie e che non saremo mai indifferenti e complici della guerra ai più deboli: che siano fratelli o sorelle stipati in una nave lasciata in balia del mare, che sia una città ed un Paese che ha estremo bisogno di riscoprirsi accogliente e solidale.
Ci sarà il tempo per un'analisi più approfondita sulla vicenda, ma di questi tempi è bene dirlo: non faremo mai un passo indietro e nessuno\a resterà solo\a.
Andrea, Stefano, Ema, Filippo liberi subito. Avanti insieme!
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