venerdì 15 giugno 2018

pc 15 giugno - La feccia fascio leghista per nascondere la sua corruzione e le sue ruberie fanno fermare dalla polizia tre giornalisti che indagavano sui fondi della Lega

(dalla Redazione di Contropiano)
Si sa che in tempi di guerra la prima vittima è la verità. E si sa anche che in guerra i giornalisti rischiano tanto quanto i soldati. Persino quelli delle testate mainstream, se vanno a ficcare il naso dove non devono.
D’altra parte, avere un ministro dell’interno che si muove totalmente fuori dalle regole costituzionali – dunque con logica di guerra, seppure essenzialmente elettorale – può presentare più di un problema per la libertà di stampa. Specie se, come in questo caso, i giornalisti vanno a ficcare il naso negli “strani” flussi di denaro dentro e fuori le casse del partito di cui è anche capo politico.
Qualcuno potrebbe dire che ipotizzare l’azione diretta di un ministro a difesa dei propri interessi – politici e non – con l’utilizzo delle “forze dell’ordine” al posto di qualche intimidatore privato faccia un po’ troppo repubblica delle banane. E certo sarebbe un paragone eccessivo. Bisogna però vedere in che senso…
A voi, qui di seguito, un articolo tratto dalla testata Tpi e la denuncia della Federazione nazionale della stampa. Ch non vuole crederci può consultare numerose altre fonti. Es:
Tacciono solo le testate direttamente interessate. Per ora…
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Tre giornalisti che indagano sulle finanze della Lega sono stati fermati e tenuti in caserma per 3 ore, la condanna del sindacato

La Federazione nazionale della stampa: “Comportamento intimidatorio di magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”
Tre giornalisti che stanno seguendo l’indagine della procura di Genova sui flussi finanziari della Lega sono stati fermati a Bolzano dalla Guardia di Finanza e tenuti in caserma per tre ore per rispondere a domande sui loro articoli.
Si tratta di Matteo Indice del La Stampa, Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano e Marco Preve di Repubblica. L’episodio è avvenuto nella mattina di mercoledì 13 giugno 2018.
Indice ha raccontato a TPI la sua versione dei fatti avvenuti.
La Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi) in un comunicato ha condannato “il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”.
Sorprende la scelta ‘muscolare’ di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa”, scrive nella sua nota la Fnsi.
I tre giornalisti scrivono per i quotidiani Il Fatto QuotidianoLa Repubblica e La Stampa ed erano stati inviati a Bolzano per seguire gli sviluppi dell’indagine sulla Lega, che riguarda il presunto occultamento all’estero di 3 milioni di euro.
Il comunicato del sindacato nazionale dei giornalisti Fnsi è stato firmato anche dalle sigle locali Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Giornalisti della Liguria, Gruppo Cronisti Liguri, Sindacato giornalisti Alto Adige e l’Unione cronisti del Trentino Alto Adige.
Di seguito il testo integrale del comunicato, diffuso nella serata del 13 giugno.
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Questa mattina tre giornalisti genovesi, appartenenti alle testate Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e La Stampa, inviati a Bolzano per seguire l’indagine della Procura di Genova sui flussi finanziari della Lega, sono stati identificati dalla Guardia di finanza, convocati e trattenuti in caserma per tre ore per rispondere, su richiesta della Procura genovese, di alcuni articoli in materia pubblicati oggi stesso.
Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri condannano il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici.
Sorprende la scelta “muscolare” di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa.
Ai tre colleghi esprimono solidarietà anche il Sindacato giornalisti e l’Unione cronisti del Trentino Alto Adige. “L’Associazione regionale di stampa e l’Unione cronisti – scrivono in una nota – condannano il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici

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