domenica 10 giugno 2018

pc 10 giugno - Ministro della difesa e NATO



Il ministro Elisabetta Trenta alla prova dell’Alleanza Atlantica
Il Ministro della Difesa italiano, Elisabetta Trenta, ha legami precedenti con le gerarchie militari e di affari con l’esercito, compreso la sua partecipazione al lavoro sporco di esso connessa ai ‘contractor'.

Quali  i riflessi di questo nella Nato? Maggior servilismo e ossequio ai piani Nato.
Questo ossequio viene coniugato, rispetto alla posizione dei Ministri precedenti, con una maggior attenzione ai legami con la Russia.
La sua prima intervista – apparsa su Il Messaggero – è ancora estremamente confusa, dato che anche la Trenta fa parte di quei personaggi
di seconda schiera, rispetto a un governo monopolizzato da Salvini/Di Maio che sembrano i ministri di tutto. E si sa che in generale i ministri della Difesa meno contano più servili sono.
Al di là delle chiacchiere sui tavoli della Nato il suo primo messaggio è stato: l’Italia c’è, è pronta, e vuole fare la sua parte.
Naturalmente l’impronta fascio-populista reazionaria, forzata da Salvini in tema di immigrazione spinge anche la Ministra Trenta a divenire petulante nella richiesta di utilizzare la Nato in senso antimmigrati. Questo vuol dire di fatto più Nato in Italia e più Nato nel sud Italia.
Il comando di Napoli, le basi militari importanti di Taranto e naturalmente Sigonella, il Muos in Sicilia, diventano nell’impostazione del governo sempre di più asservite alla Nato, a cui viene richiesto un maggior ruolo nella proiezione imperialista nel mediterraneo e nell’offensiva antimmigrati. Quindi, di fatto, col governo fascio-populista, al di là delle promesse e della campagna elettorale, i movimenti di lotta contro la Nato, i movimenti al Sud contro il No Muos e la militarizzazione del territorio vanno a misurarsi con un governo peggiore dei precedenti.
La Trenta, come Salvini, sostiene che la maggiore preoccupazione dell’opinione pubblica sia l’immigrazione proveniente dal Mediterraneo, e questo si può facilmente capire quando la Trenta dice che “serve una Nato al passo coi tempi, che deve essere percepita come vicina alle preoccupazioni quotidiane della nostra opinione pubblica”.
Questo vuol dire che l’Italia abbandonerà missioni di pace in paesi lontani, quali Afghanistan?
Anche su questo il Min. Trenta fa intendere che non sarà così: “L’Italia è un paese che onora sempre gli impegni presi. Le nostre Forze armate… stanno compiendo un lavoro eccezionale”.

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