venerdì 15 giugno 2018

pc 15 giugno - IL LICENZIAMENTO POLITICO DELL'ANTIFASCISTA LAVINIA DEVE CADERE! Denunce, prese di posizione, prime iniziative...


LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classe


Oggi più che mai, a fronte di una scuola che incunea valori reazionari, di assoggettamento all'"ordine costituito", razzisti e fascisti (vedi a Milano la questione Ramelli), ci vogliono tante maestre come Lavinia ad educare i bambini all'antifascismo, antirazzismo, alla giusta ribellione!

Siamo come ai tempi del fascismo di Mussolini dove si licenziavano i lavoratori perchè erano antifascisti e lottavano contro il fascismo! Oggi il moderno fascismo licenzia Lavina per le stesse ragioni. E il nuovo clima del governo fascio/razzista fa sentire legittimate tutte le istituzioni ad adottare azioni di chiaro segno fascista. 

Non sarà certo un caso che questo provvedimento sia stato fatto a scuole quasi chiuse, per impedire una giusta risposta di solidarietà con Lavinia delle colleghe, delle famiglie, degli stessi bambini.

Come disse Lavinia: "un’insegnante deve essere valutata per la passione, l’amore e la cura che mette nel proprio lavoro e verso i propri studenti e studentesse. A me queste cose, di certo, non mancano... Ma lei (Renzi) non vuol brave insegnanti. Solo marionette ubbidienti e fedeli alle proprie dirigenze...

Oltre che un’insegnante, sono una persona e sono antifascista. Non mi vergogno della sana rabbia che tutta questa incomprensibile indifferenza scatena nel mio cuore e nella mia mente... Il fascismo si combatte, finché si è in tempo, sul piano culturale e della formazione plurale degli uomini e delle donne. Ed è questo che io cerco di fare, ogni giorno, nel mio lavoro. I miei studenti e le mie studentesse lo sanno..."

Lavinia Flavia è stata criminalizzata perchè ha manifestato tutta la sua legittima rabbia contro la polizia che, a protezione dei fascisti, aveva caricato brutalmente  i giovani, i lavoratori, le donne, i migranti che manifestavano a Torino in difesa dei valori antifascisti, della Resistenza partigiana, contro i topi di fogna criminali di Forza Nuova e CasaPound, cui il governo, in primis il moderno fascista Minniti, aveva permesso di candidarsi alle elezioni, facendo carta straccia di tutto quello che c'è scritto nella Costituzione.

Il MIUR/Governo precedente aveva fatto diffondere nelle scuole i libretti sul 70° della Costituzione, nata dalla Resistenza nel nostro paese che vieta l'esistenza politica e sociale di chi fa apologia di fascismo, poi si accanisce contro una docente che in nome di quei diritti e libertà si batte coerentemente per la difesa dell'antifascismo, contro una polizia che protegge l'onda nera fascista che sta avanzando nel nostro paese politicamente, socialmente, culturalmente, ideologicamente e praticamente, realtà criminali come Forza Nuova e CasaPound, che proprio in quei giorni sparavano anche addosso ai migranti; una polizia che sempre in quei giorni caricava a Roma le maestre diplomate in lotta per difendere il loro posto di lavoro.


IL LICENZIAMENTO POLITICO DI LAVINIA DEVE ESSERE RITIRATO!

Svilupperemo nella prossima settimana iniziative ai provveditorati, verso la stampa. 

Siamo pronte a realizzare, insieme agli altri sindacati di base, scioperi e altre iniziative

LE LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classe

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Lavoratrici e lavoratori della Scuola di Potere al Popolo Torino

Contro Casa Pound il 22 febbraio c'eravamo tutti.

Lavoratrici e lavoratori della Scuola di Potere al Popolo Torino solidali con Flavia. 

Flavia, la maestra di Torino ripresa dalle telecamere il 22 febbraio in una manifestazione cittadina contro Casa Pound, mentre la polizia, posta a difesa dei neo fascisti, caricava i manifestanti antifascisti, è stata licenziata.
All'indomani dei fatti, Renzi lanció in TV l'anatema "andrebbe licenziata”, reso esecutivo
subito dall'ex Ministro Fedeli con una sospensione dal servizio, e  dando il via a una persecuzione mediatica inaccettabile. Durante quel corteo Flavia non era in servizio ma manifestava come libera cittadina antifascista. Questa settimana L'USR Piemonte licenzia Flavia con queste incredibili motivazioni:
“La condotta tenuta dalla docente, seppure non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione".
Siamo di fronte a un licenziamento politico che travalica i confini della repressione. Tale provvedimento si configura, infatti, come la vendetta del Potere statale che si è sentito insultato, e quindi ha creato ad hoc un reato di lesa maestà che sancisce la sacralizzazione dei gendarmi preposti all'ordine pubblico e di conseguenza l'intoccabilità del corpo dello Stato che non accetta di essere criticato neanche con le parole. Il licenziamento di Lavinia, una maestra e un'antifascista, apre la strada a dispositivi di controllo delle opinioni e della vita privata delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, che riprendono quelle misure di controllo e repressione, quali il reato di opinione, proprie del fascismo.
Non accetteremo mai l'imposizione della funzione professionale 24 ore su 24: continueremo ad esercitare la nostra libertà di pensiero, di parola e il diritto al dissenso, anche di fronte  a  questo Stato gendarme che cerca e cercherà sempre più di diffondere la falsa morale di comportamenti consoni alla funzione educativa. 
Il provvedimento di licenziamento di Flavia si pone, altresì, in continuità con le bozze della parte disciplinare del CCNL scuola, che è in attesa di approvazione e che dalle suddette bozze appare improntata sulle parole d'ordine "sorvegliare e punire". 
Rispediamo il licenziamento di Flavia al mittente e anche il clima intimidatorio e di repressione delle libertà degli insegnanti che tale provvedimento vorrebbe inaugurare. 

Pertanto invitiamo tutte e tutti, cittadini, insegnanti, studenti, personale Ata, lavoratori del pubblico e del privato, sindacati e militanti i a partecipare ad un presidio da noi organizzato che si terrà martedì 19 giugno, alle ore 13, sotto l'Usr Piemonte in c.so Vittorio Emauele 70 a Torino.
Potere al Popolo Torino
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USB scuola

A LICENZIAMENTO POLITICO SI RISPONDE CON RESISTENZA A OLTRANZA

...La collega che in piazza, quindi non in orario di servizio, aveva contestato Casa Pound all'interno di una manifestazione antifascista, subisce dopo il linciaggio mediatico anche il licenziamento in tronco dall’Ufficio Scolastico Regionale. Non ci risultano provvedimenti

simili per insegnanti come il docente di Carrara che si dedica nella sua vita privata a una continua esaltazione del fascismo accompagnato da delirio xenofobo. La pervicacia e l'atteggiamento vessatorio verso la maestra Cassaro non sono solo frutto di coincidenza, non sono solo misure sproporzionate rispetto al comportamento tenuto in piazza dalla collega Cassaro; il licenziamento è un provvedimento politico che sapevamo sarebbe arrivato. La maestra "estremista", la "cattiva maestra", l'insegnante "contrastiva" è stata punita. L'eccitazione di chi pensa che la democrazia di questo paese debba essere imbrigliata da disciplina e obbedienza è evidente, così come è chiara l'intenzione di avallare e legittimare il comportamento di chi in piazza, con autorizzazione delle questure o delle prefetture, inneggia all'apologia del fascismo, nonostante ciò sia considerato reato dalla nostra Costituzione.

...La difesa della collega Cassaro, alla quale continua ad andare tutta la nostra solidarietà, non può e non deve passare dall'argomentazione su quanto sia più o meno sproporzionata la pena che il suo datore di lavoro le vuole comminare. I nostri doveri connessi con la funzione educativa si esauriscono con l'orario di servizio. Immaginiamo cosa accadrebbe se tutti i lavoratori fossero minacciati dal ricatto di perdere il proprio lavoro in caso di partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese...

scuola@usb.it

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Noi Restiamo Torino 

COMPLICI E SOLIDALI CON LAVINIA

LICENZIATA INGIUSTAMENTE! 

A quattro mesi di distanza dalla manifestazione antifascista torinese del 22 febbraio apprendiamo che Lavinia, maestra torinese finita su ogni testata giornalistica per aver inveito contro la polizia, perderà il suo posto di lavoro.

Il suo licenziamento è stato richiesto in diretta tv da Matteo Renzi il giorno stesso della manifestazione, da lì in poi si scatenò una vera e propria campagna mediatica contro Lavinia a livello professionale e anche personale. Hanno gettato fin da subito discredito su Lavinia insinuando che non si addice all’immagine di un docente contestare apertamente i fascisti e chi li protegge...

Il licenziamento non è altro che un'inaccettabile forma di repressione nei confronti di una lavoratrice che ha in tutta legittimità espresso la sua contrarietà alla retorica fascista e razzista di Di Stefano e del suo partito, capaci solamente di cavalcare la guerra tra poveri, di  ultimi contro penultimi. Dal primo giorno ci siamo schierati dalla parte di Lavinia e oggi ribadiamo la nostra solidarietà e complicità.

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(di quest'ultimo non condividiamo alcune "prese di distanza" - ndr)

Cobas Scuola Torino

Ingiustizia è fatta

Per Lavinia un licenziamento politico


La sentenza era già scritta da quando Renzi ha pronunciato l'editto contro la maestra, rea di aver contestato duramente le forze dell'ordine che, per difendere i neofascisti di Casapound, si scagliavano aspramente contro i manifestanti scesi in piazza per rivendicare e gridare con forza che Torino è ancora una città antifascista.

E' evidente che la sentenza sia politica: ci chiediamo come mai, fossero vere le contestazioni rilevate a Lavinia dalla dirigente scolastica, non è stato seguito il normale iter, cioè contestazione d'addebito entro i 20 giorni dai fatti accaduti a scuola? Come mai solo dopo la manifestazione del 22 Febbraio e dello “scoop” giornalistico/televisivo viene fuori un procedimento amministrativo nei confronti della maestra? Come mai anche gli stessi Giuristi Democratici sottolineano l’illegittimità del licenziamento perchè “Ciò che ha segnato la costituzionalizzazione del rapporto di lavoro è la sua contrattualizzazione: il lavoratore non vende più se stesso ma solo le attività indicate nel contratto e nell'orario ivi previsto, restando irrilevante la sua vita extralavorativa..."

Le risposte sono semplici. Si è utilizzata una, seppur non condivisibile, esternazione durante le dure cariche delle forze dell'ordine per colpire una insegnante e, ne siamo convinti, per dare un segnale a tutti/e: da oggi in poi non si potrà più manifestare e soprattutto bisognerà sopportare le manganellate e le ingiurie delle forze dell'ordine senza reagire neanche verbalmente. 

E questo è uno stato di diritto? 

Se Lavinia ha commesso degli errori e se ci saranno delle conseguenze di rilevanza penali saranno i giudici a decidere, che l'USR Piemonte decida di licenziarla in tronco per fatti successi fuori dalla scuola per un ignobile e delirante linciaggio mediatico e politico-elettorale, ci sembra davvero eccessivo.

Cobas Scuola Torino

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