Ogni volta che in Regione Lombardia viene scoperto uno scandalo da parte
della magistratura, i politici che governano, siano essi i Formigoni o i Maroni,
cercano di farlo apparire come un caso saltuario ed isolato manipolando la
realtà e sono facilitati nel loro intento dall'ignavia e dall'incapacità delle
forze politiche dell'opposizione (Partito Democratico in testa).
COSI' NON E': non si tratta di una mela marcia come si vuol far
credere, ma di un sistema complesso ed articolato che tende a perpetuarsi nel
tempo. Occorre intervenire subito e radicalmente sui meccanismi delle nomine e
di organizzazione complessiva della sanità e questo sarà possibile solo se si
riesce a cacciare Maroni, la sua giunta e la cricca formigonian-ciellina
operando una pressione popolare costante anche sui nuovi
governanti.
Il sistema basato prevalentemente sulle convenzioni con il privato è un
sistema marcio che penalizza
il pubblico e che fornisce servizi scadenti con la copertura dei politici e la complicità di molti dirigenti e funzionari ricattati ed intimoriti.
il pubblico e che fornisce servizi scadenti con la copertura dei politici e la complicità di molti dirigenti e funzionari ricattati ed intimoriti.
Il meccanismo attualmente in corso fa fare quattrini a soggetti privati
che sono, il più delle volte, senza scrupoli.
Occorre scardinare questo sistema già abbondantemente infiltrato da
interessi mafiosi.
Ci si indigna giustamente per il sistema fraudolento messo in piedi da
Canegrati (lady dentiera) e dal leghista Rizzi, presidente della
commissione sanità. Non è una novità negli apparati sanitari.
Ecco cosa è accaduto in Regione Lombardia negli ultimi anni e, per ora,
ci limitiamo alla sanità perché analogo ragionamento si può estendere a
infrastrutture, discariche, amianto, inceneritori, edilizia popolare
ecc...
Il sistema di
esternalizzazione dei servizi odontoiatrici prevede l'indizione di gare
d’appalto attraverso le quali affidare a società private l’intera gestione di
tale servizio, con l’obbligo di fornire all’utenza le prestazioni a carico del
Servizio Sanitario Nazionale e la possibilità di fornire anche attività a
pagamento per le prestazioni escluse. Questo metodo è in vigore da anni e si
inserisce nel sistema generale formigonian-ciellino delle strette relazioni tra
chi amministra gli appalti e le imprese legate, in qualche modo, alla Compagnia
delle Opere.
E' in questo meccanismo
che Maria Paola
Canegrati,
titolare di
Odontoquality e delle
consociate Servicedent, Elledent,
Odontogea, Dental Salvini e altre, si inserisce utilizzandolo efficacemente.
Dal 2004 al 2015
la Canegrati
riesce a vincere
29 appalti in ospedali
e ambulatori di mezza Lombardia per un valore
complessivo di circa 400 milioni di
euro.
Come fa? La signora
riesce ad ottenere appalti su
misura e prorogare quelli in essere, escludendo così la concorrenza,
grazie a
rapporti amicali con
vari soggetti, amministrativi e politici,
e si garantisce anche
l'omissione di
controlli sulla qualità
del servizio
erogato.
Il
'sistema
Canegrati', fatto di
rapporti confidenziali,
amicizie, corruzioni e forte sostegno della politica
dall'esterno, “ha determinato uno
spazio di manovra privo di alcun limite, idoneo a lasciare il cittadino privo di
qualsiasi tutela”, ma
“un siffatto sistema
fraudolento avrebbe vita breve in una struttura sanitaria nella quale fossero
effettivi e rigorosi i
controlli sullo svolgimento del servizio
svolto dal privato in
regime di appalto”.
I funzionari erano
complici perché la Canegrati aveva
delle
coperture
politiche. Sono,
quindi, i politici che
garantiscono il sistema clientelare.
La Canegrati e soci non
si accontentavano di far soldi vincendo appalti truccati, come ad esempio la
gara del 14 febbraio 2011, da
27 milioni , per l'ospedale
Bolognini di Seriate. Vi
partecipano la Wisil
Latoor, di Roberta Micciché (indagata), «collegata alla Servicedent anche per
tramite di Elledent», e la Servicedent della Canegrati. La seconda si ritira e
la prima vince. «Indubbie anomalie», scrive il gip, «prime tra tutte la lentezza
dei lavori della commissione tecnica». Si riunisce infatti cinque mesi dopo la
commissione di gara. Ma a quel punto le due società fanno presente che le
polizze fideiussorie sono scadute e chiedono il rinnovo del bando. La Wisil,
però, non conferma l’offerta.
La Canegrati e soci
volevano fare ancora
più soldi sulla pelle dei cittadini. Infatti dalle intercettazioni risulta
che il paziente
veniva indotto
a ricorrere alla
prestazione a pagamento nella convinzione che il costo del ticket sanitario
sarebbe stato
di poco inferiore
(cosa non vera perché
predisponevano una ricetta per ogni
prestazione anziché arrivare fino ad otto prestazioni per ogni ricetta con un
ticket massimo di 66 euro),
o a
scegliere il servizio
in solvenza perché più rapido e per fare questo
si creavano
artificiosamente liste
d'attesa che erano, in
realtà, inesistenti.
Se si vanno a consultare i documenti si registra che dal 2004 in poi i centri dentistici che si sono aperti in convenzione con gli ospedali lombardi fanno capo quasi sempre alla galassia di società del 'sistema Canegrati' con al vertice un gruppo ristretto di persone, sempre le stesse: Maria Paola Canegrati, Luca Rottoli ed Alessandro Locatelli (Elledent), Dario Perego e Vincenzo Alagna (Fordent). Si può configurare una sorta di tacito accordo tra elementi ciellini ed elementi 'calabresi'. Dario Perego è un ex sindaco ciellino di Merate già coordinatore provinciale del PDL; Vincenzo Alagna è un ex assessore della giunta comunale di Desio, sciolta nel 2010, e fratellastro di Pietrogino Pezzano. Pezzano, originario di Palizzi (RC), è stato direttore generale dell' ASL di Monza dal 2005 al 2010, nominato poi direttore generale ASL Milano 1 e costretto, però, a dimettersi perché il suo nome compare nell'inchiesta crimine-infinito ('ndrangheta).
Non esistono solo le
esternalizzazioni del servizio odontoiatrico, parliamo anche di beni e di
servizi dati in appalto a cooperative e società: lavanderia, pulizia, servizio
mensa e trasporto. Ma anche consulenze e acquisti di materiale, e i posti di
lavoro legati agli appalti: portinai, addetti alle pulizie, autisti di
ambulanze. Senza dimenticare che anche una cospicua parte del personale
sanitario (infermieri ma non solo) sono ormai dipendenti di imprese autonome
alle quali l'ospedale appalta la fornitura del personale, con i relativi costi.
Partiamo, per esempio,
dal vecchio caso della NGC Medical leader del mercato lombardo delle emodinamiche per le
cardiochirurgie, con un fatturato di oltre 50 milioni di euro. Come è possibile che la NGC abbia vinto
in passato per
ben 12 volte le gare
bandite a Varese, Mantova, ma anche al Sacco, al
Fatebenefratelli, al San Carlo e al San Paolo? E' un
caso che questi ospedali fossero governati da un
direttore generale di Comunione e
Liberazione o
da un uomo della maggioranza e che fossero ampiamente "forniti" dalle imprese della Compagni delle Opere?
Ma veniamo alle
inchieste degli ultimi anni, tralasciando i casi eclatanti di Maugeri e San
Raffaele. Si recita sempre lo stesso copione: corruzione e concussione per
gare d'appalto per forniture ospedaliere sempre e solo scoperti dalla
magistratura, con i vari Formigoni e Maroni di turno che rassicurano
sull'eccellenza del sistema sanitario e con i vari responsabili che vengono
reietti dalla politica solo se incarcerati, mentre gli 'indagati' continuano ad
agire indisturbati.
Per esempio l'inchiesta
sull'acceleratore lineare di diagnostica tumorale VERO,
che ha portato in carcere Guarischi, ex consigliere regionale di Forza Italia,
vede tra i mediatori del sistema anche l’ex direttore della
Padania e
tanti manager sanitari imposti
dalla Lega, nel quadro della
'simpatica
lottizzazione' delle poltrone insieme a
Comunione e
Liberazione.
A ottobre del 2015 è
finito in manette
Mario
Mantovani, vice
di
Maroni ed ex assessore alla
Sanità con l'accusa di
corruzione e concussione per appalti nella sanità, compresa una gara sul
trasporto dei dializzati. Tra gli
indagati compare anche
il leghista Massimo Garavaglia,
assessore all'Economia
e vicinissimo a Maroni, che
avrebbe agito per
turbare la gara «per l'affidamento del servizio di soggetti nefropatici
sottoposti al trattamento dialitico».
L'inchiesta del 2014 per turbativa d’asta in cambio di tangenti per varie commesse anche per ospedali lombardi ha svelato come la 'Cupola Frigerio-Greganti' (Gianstefano Frigerio ex parlamentare della Democrazia cristiana già arrestato e condannato per Tangentopoli; Primo Greganti, il famoso “compagno G”, già arrestato durante l’inchiesta Mani Pulite per le tangenti al PCI) fosse operativa anche con gli uomini della giunta di Roberto Maroni, come l’assessore alla Sanità, Mario Mantovani, e soprattutto il nuovo direttore della Sanità, Walter Bergamaschi, succeduto al formigoniano Carlo Lucchina. Anche con la giunta a guida leghista, Frigerio era ancora lì a consigliare, indirizzare e a spostare le pedine sul grande scacchiere del potere lombardo. «Ho appena visto Bergamaschi — dice al telefono — lui non è Lucchina, è un altro stile.. e comunque anche lui concorda che bisognerebbe cambiare anche un po' l’assessorato.. immettere persone nuove.. così abbiamo un po' ragionato.
L'inchiesta del 2014 per turbativa d’asta in cambio di tangenti per varie commesse anche per ospedali lombardi ha svelato come la 'Cupola Frigerio-Greganti' (Gianstefano Frigerio ex parlamentare della Democrazia cristiana già arrestato e condannato per Tangentopoli; Primo Greganti, il famoso “compagno G”, già arrestato durante l’inchiesta Mani Pulite per le tangenti al PCI) fosse operativa anche con gli uomini della giunta di Roberto Maroni, come l’assessore alla Sanità, Mario Mantovani, e soprattutto il nuovo direttore della Sanità, Walter Bergamaschi, succeduto al formigoniano Carlo Lucchina. Anche con la giunta a guida leghista, Frigerio era ancora lì a consigliare, indirizzare e a spostare le pedine sul grande scacchiere del potere lombardo. «Ho appena visto Bergamaschi — dice al telefono — lui non è Lucchina, è un altro stile.. e comunque anche lui concorda che bisognerebbe cambiare anche un po' l’assessorato.. immettere persone nuove.. così abbiamo un po' ragionato.
Il Maroni che
invoca, all'epoca, «discontinuità con il passato» appare oggi ancora più
patetico visto che dalle intercettazioni spunta proprio il nome di Fabio
Rizzi quando Frigerio incontra Giovanni Rodighiero e parla di una «accordo
di non belligeranza» da fare con Hospital service (la Procura contesta a
Lovisari, allora direttore generale, in quota Lega, dell'azienda ospedaliera di
Lecco, di essersi messo d’accordo con la Cupola di Gianstefano Frigerio per
turbare una gara di forniture ospedaliere in modo da fare vincere la Servizi
ospedalieri di Ferrara). «Frigerio - si legge - dice che è andato a trovarlo
Lovisari per l'appalto della sterilizzazione all'ospedale di Lecco». Il quale
Lovisari, dice Frigerio, avrebbe detto di «essere contento del risultato», ma a
questo punto c'è bisogno di intervenire presso la Hospital service. Frigerio
sostiene che Lovisari gli avrebbe chiesto «un favore» presso «l'azienda che è
arrivata seconda (quella abruzzese)». Secondo Frigerio, Hospital service «è
sostenuta molto dal presidente della commissione sanità della Regione, leghista
(Fabio Rizzi, ndr)». E «Lovisari dice che bisogna stare attenti a evitare
ricorsi al Tar. Frigerio consiglia allora un «patto di non belligeranza», perché
«su altre cose ricambieranno».
In un altro passo datato 6 giugno 2013 Lovisari va da Frigerio per informarlo che Servizi ospedalieri «si era aggiudicata la gara perché hanno fatto uno sconto strepitoso». Comprensibile perché facilmente ammortizzabile vista la lunghezza dell'appalto. «Lovisari gli riferisce che i secondi classificati erano stati caldeggiati da Fabio Rizzi». E di fronte al fatto che la società ha già vinto una gara a Legnano, Frigerio aggiunge che «hanno avuto come protettore il Guarischi».
In un altro passo datato 6 giugno 2013 Lovisari va da Frigerio per informarlo che Servizi ospedalieri «si era aggiudicata la gara perché hanno fatto uno sconto strepitoso». Comprensibile perché facilmente ammortizzabile vista la lunghezza dell'appalto. «Lovisari gli riferisce che i secondi classificati erano stati caldeggiati da Fabio Rizzi». E di fronte al fatto che la società ha già vinto una gara a Legnano, Frigerio aggiunge che «hanno avuto come protettore il Guarischi».
Tutto questo non basta
per far chiudere il cerchio? La storia NON deve
continuare. Alla giunta Formigoni,
prima, ed ora a quella Maroni poco importa se dare in appalto un servizio
sanitario porta a diminuire la qualità e la professionalità delle prestazioni
mediche, cliniche e diagnostiche. Quello che
è importante
per loro
è che queste scelte
consentano di accrescere le
fonti di guadagno
Infatti
ad ogni convenzione
firmata e ad ogni appalto dato si corre il rischio di alimentare il mercato
delle tangenti e
di
foraggiare affaristi
di varia natura, come
abbiamo cercato di
dimostrare.
RIPETIAMO: Maroni in
quanto possessore della delega alla sanità e presidente della giunta non si è
accorto di nulla in questi anni? Possibile che il sig. Maroni non sapesse nulla
dell'operato dei suoi più stretti collaboratori? Se così fosse o sarebbe
incapace, o sarebbe colpevolmente distratto. In entrambi i casi non è più in
grado di svolgere la sua funzione. MARONI VA CACCIATO SE NON SI
DIMETTE SPONTANEAMENTE!
La Lega
razzista di Salvini finge di combattere la corruzione a parole, in realtà ne è
continuamente
invischiata.
G.R. per SU la TESTA L'ALTRA LOMBARDIA
Milano, 4 marzo 2016
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