venerdì 11 marzo 2016

pc 11 marzo - JOBS ACT: MA QUALE OCCUPAZIONE... LAVORI PRECARI E SALARI AL RIBASSO

"È una ripresa occupazionale effimera quella che ci consegna in dote l’anno «degli incentivi e del Jobs Act» in termini sia quantitativi sia qualitativi...

...notevole aumento della domanda di lavoro in somministrazione (+12,9%) in un anno, mentre i posti vacanti delle imprese rimangono fermi ai livelli di un anno fa.
Intanto, il lavoro che avanza è sempre più part-time, in aumento sia per il lavoro «permanente» sia per quello a termine, con tassi di crescita annuali rispettivamente del 2,8 e 5,4 per cento, a fronte di una crescita ben più contenuta del lavoro a tempo pieno per entrambe le tipologie contrattuali...

...le donne rappresentano solo il 4% dei nuovi occupati e in nessun caso fanno parte dei nuovi occupati con contratti «stabilmente precari», quelli a tempo indeterminato. Le donne tornano a rifugiarsi nell’inattività, determinando l’aumento annuale del numero di inattivi.

Dal punto di vista anagrafico, si conferma la tendenza di un aumento dell’occupazione over 50, con un aumento annuale 238 mila lavoratori, a fronte di una riduzione degli occupati tra i 35 e i 49 anni (-84 mila). Infine, emerge un aumento piuttosto limitato degli occupati tra i 15 e i 34 anni pari a 29 mila unità.
La ripartizione dell’occupazione tra settori produttivi chiarisce la debolezza della ripresa in atto.
Nel settore manifatturiero, sono andati distrutti 40 mila posti di lavoro dipendente e 6 mila indipendente, mentre aumentano i lavoratori dipendenti nei servizi (+268 mila)...
Ancora più coerente se si considera l’arretramento pluridecennale della capacità produttiva italiana, non accompagnato né sostituto da uno sviluppo del settore dei servizi ad alto contenuto tecnologico. Non a caso, il tasso di occupazione cresce in un anno soprattutto per i lavoratori con basso titolo di studio, cioè la licenza media, dello 0.6% contro lo 0.3% dei laureati...

...le retribuzioni di fatto (salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali) diminuiscono, soprattutto nei settori delle professioni tecniche e scientifiche, così come nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione e infine, nei servizi di informazione e comunicazione...
...il livello minimo salariale in Italia sta inesorabilmente crollando e con esso le tutele...
(Da Il Manifesto)

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