Non sono bastate le odiose minacce dell'Eni a fermare i giudici che stanno indagando da anni sugli effetti dell'inquinamento in tutto il comprensorio di Gela, minacce di abbandono del sito in caso di condanna! E non sono bastate nemmeno le ipocrite parole di "fiducia" nella magistratura, e quelle che osano negare la responsabilità dell'inquinamento.
Nell'attesa che il processo vada avanti, e che lo farà in modo difficile è scontato, a rischio serio oltre alla salute dei gelesi ci sono i tanti posti di lavoro, anche questi messi sotto ricatto. L'Eni, infatti, metterà sul piatto ancora una volta la trasformazione dell'impianto in Bioraffineria (che comunque non potrebbe garantire tutti i posti di lavoro) in cambio dell'annullamento degli effetti della eventuale sentenza di condanna.
Ma qui come all'Ilva di Taranto la battaglia da fare ha tante facce: contro l'Eni, innanzi tutto, che dopo aver sfruttato e fatto ammalare operai e famiglie, se ne vorrebbe lavare le mani; per il mantenimento dei posti di lavoro; per il disinquinamento contro tutti coloro che in nome dell'ambiente e della "vocazione" dell'area, che qui sarebbe l'agricoltura! vorrebbero la chiusura dell'azienda.
Riportiamo pezzi dell'articolo di Repubblica online
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Gela, disastro ambientale: il pm
chiede il processo per 22 tecnici del petrolchimico
Chiusa la maxi inchiesta su dieci
anni di inquinamento, tra gli imputati la società Eni "Raffineria di
Gela". Ultimo atto in città del procuratore Lucia Lotti, trasferita a
Roma. L'Eni: "Nessun inquinamento, fiducia nei magistrati".
10 marzo 2016
GELA (CALTANISSETTA) - Con la richiesta di rinvio a giudizio, per
disastro colposo innominato, di 22 tra direttori e tecnici della Raffineria di
Gela e dell'Enimed, la procura della Repubblica, diretta da Lucia Lotti, ha
chiuso la maxi inchiesta sull'inquinamento ambientale causato nell'ultimo
decennio dalle emissioni del petrolchimico dell'Eni, dalla ricerca e dallo
sfruttamento dei pozzi petroliferi. Magistrati, forze dell'ordine, capitaneria
di porto e consulenti tecnici (Ctu) hanno svolto anni di indagini, acquisito
migliaia di documenti, effettuati decine di incidenti probatori, accertando nel
territorio gelese presunte contaminazioni atmosferiche, del suolo e del
sottosuolo, con grave inquinamento delle falde acquifere.
Tra gli imputati (che rischiano
da 3 a 12 anni di reclusione) c'è anche la società "Raffineria di
Gela". Tutti dovranno rispondere anche delle omesse bonifiche, di getto
pericoloso di cose e di violazione dei codici ambientali. Lotti, come previsto
dalla legge, ha informato i ministeri dell'ambiente, della salute e delle
politiche agricole, che potranno costituirsi parte civile già nella prossima
fase dell'udienza preliminare (ancora da fissare), per le gravi ricadute che
l'inquinamento ambientale avrebbe avuto sull'ecosistema, sulla catena
alimentare e sulle persone.
Restano incardinate in fase
dibattimentale altre inchieste sull'esposizione all'amianto, sulle morti tra
gli ex dipendenti dell'impianto "Clorosoda", sugli incendi al reparto
"Topping" e sugli sversamenti a mare di sostanze inquinanti. Nel
tribunale civile invece si stanno trattando le richieste di risarcimento danni
dei bambini malformati e degli ex dipendenti ammalatisi per l'inquinamento nei
posti di lavoro.
L'ordinanza di rinvio giudizio è
l'ultimo atto come procuratore di Gela di Lucia Lotti appena trasferita a Roma
dal Csm, dove andrà a ricoprire l'incarico di aggiunto e dove ha lavorato per
17 anni alla Direzione distrettuale antimafia. "Lavorare a Gela è stata
un'esperienza straordinaria - ha detto il pm -. In questi anni, mi sono
particolarmente legata a questa città, contrassegnata da mille problematiche.
"Sin da subito - ha detto il magistrato - quando ho messo piede a Gela, mi
sono sentita a casa mia. Sono arrivata il 4 aprile del 2008. Gli incarichi
direttivi per legge non possono durare più di 8 anni. Avrei potuto chiedere il
trasferimento dopo 3 anni ma non l'ho fatto. Il Csm ha già calendarizzato la
nomina del nuovo Procuratore Capo. L'obiettivo è quello di garantire la
continuità perchè ci sono da affrontare molte questioni impegnative. Sono 6 ad
oggi, i magistrati che hanno presentato domanda per prestare servizio a
Gela". Lucia Lotti lavorerà fino all'ultimo giorno. La partenza
avverrà, infatti, dopo le festività pasquali, durante le quali sarà pubblico
ministero di turno per consentire ai colleghi di andare in ferie.
Il processo potrebbe influire
indirettamente anche nella vertenza sulla riconversione dello stabilimento
gelese in raffineria green. Spesso durante i dibattimenti in sede civile sui
risarcimenti alle vittime dell'inquinamento i legali dell'Eni hanno affermato
che la società, se condannata, non avrebbe potuto garantire gli investimenti
necessari alla riconversione.
L'Eni: "Nessun inquinamento,
fiducia nella magistratura". Eni prende atto, in una nota, della richiesta
della procura. "Procedimento - puntualizzala nota - nel quale la Procura
ha riunito altri procedimenti aventi ad oggetto sempre contestazioni legate
alla tutela ambientale". Eni ricorda che "l'impatto ambientale dello
stabilimento industriale di Gela è stato oggetto sia di una valutazione
preventiva da parte delle Autorità Amministrative competenti in fase di rilascio
delle autorizzazioni necessarie ad operare, sia successivamente, nell'ambito
delle attività di monitoraggio e controllo svolte dagli Enti preposti".
"Tutte le analisi effettuate - sottolinea Eni - hanno sempre confermato
l'osservanza delle norme, disposizioni e prescrizioni impartite per la corretta
gestione delle attività industriali e in particolare, in relazione al rispetto
delle norme in materia di emissioni in atmosfera, scarichi idrici e
bonifiche". "I risultati delle indagini ambientali realizzate dagli
Enti pubblici competenti sulle matrici ambientali circostanti lo stabilimento
confermano l'assenza di un inquinamento diffuso nell'area e soprattutto di
rischi per la popolazione della città di Gela. Eni - conclude la nota - si
affida con assoluta serenità all'operato della Magistratura e alle sue
decisioni, collaborando con gli organi inquirenti con correttezza e
serietà".
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