Ore 12: piazza Montecitorio, al
presidio interregionale indetto dall’USB, incontro con le
lavoratrici in appalto impegnate nelle pulizie e nel decoro
della
scuola.
Quando mi sono presentata erano molto
entusiaste del sostegno delle donne del mfpr e dell’opportunità
che lo "Sciopero delle donne" offriva anche alla loro vertenza.
Molte di loro sono costrette a ritmi
di
lavoro inconciliabili, sia per le loro forze e la qualità del
lavoro prestato, sia per la loro vita, le loro relazioni, il loro
scarno salario.
Ora lavorano 2 ore - un’ora e mezza al giorno e devono fare a volte anche 70 - 80 km per raggiungere il posto di lavoro. G. si sfoga e dice: “pretendono che gli puliamo 2000 m² di scuola in un’ora e mezza o 2 ore e il sabato e la domenica lavoriamo anche 10 ore alla manutenzione, a ridipingere le aule, a riparare i guasti” perché un idraulico, un pittore o un elettricista gli costerebbe di più. “Dopo aver lavorato tanto e fatto centinaia di chilometri, torniamo non a casa, ma a letto, per ricominciare il giorno dopo”. “Per cercare di tirare su un salario da sopravvivenza, dobbiamo accettare di lavorare anche per un’ora e mezza in posti diversi anche molto distanti tra loro, così non abbiamo più tempo e forza per curare i nostri figli, la nostra famiglia, i nostri affetti”. Aggiunge un’altra, “li dobbiamo dimenticare per farli mangiare, per sopravvivere!”
Raffaela viene da Napoli, famiglia monoreddito, con marito disoccupato, figli e suoceri a carico. Mi dice “le donne danno, non sono un danno. Io devo mantenere la mia famiglia e quella di mio marito, che sarebbe venuto anche lui se non doveva badare ai suoceri, i nostri figli per fortuna sono grandi”
Chiedo loro un contatto e-mail, ma tutte mi dicono che non ce l’hanno, che loro non viaggiano su internet, ma sulla strada e dentro le mura delle scuole dove lavorano.
Ore 14: a piazza Vidoni, davanti al
Ministero Funzione Pubblica, le giovani lavoratrici precarie dei
nidi
sono arrivate in corteo vivace e combattivo a centinaia, con le
loro
magliette bianche “determinate all’indeterminatezza”, con i
loro fischietti e i loro slogans, ripetendo ritmicamente tra l’uno
e l’altro “assunzioni, assunzioni!”. Hanno presto invaso la
piazza blindata e iniziato il presidio/assemblea.
In mattinata hanno fatto un flash mob,
distribuendo mimose e volantini insieme alle lavoratrici del
commercio e nel pomeriggio erano lì, sempre più determinate
a non
lasciare la piazza a mani vuote e a farsi sentire e vedere.
Durante il presidio ho distribuito i
volantini dell’iniziativa serale nella libreria "Metropolis"
nella zona Tiburtina, e detto alle lavoratrici che
non potevano che essere loro le protagoniste di quella
iniziativa,
perché loro sono state di fatto le protagoniste autorganizzate
dello
sciopero delle donne a Roma e ci sarebbe piaciuto che nel
quartiere,
dove tra l’altro era presente un loro striscione, si sentisse
parlare di loro e della loro lotta, direttamente dalla loro
voce.
Dopo
circa un’ora, tra slogans,
interventi al microfono contro la precarietà, la privatizzazione
dei nidi, l’aumento dei carichi di lavoro, la minaccia dei
licenziamenti a fronte di un vuoto di organico di 800 posti, 2
lavoratrici sono state ricevute dal segretario particolare della
ministra Madia.
Come Mfpr sono intervenuta la
microfono per portare un saluto alle lavoratrici in lotta, dicendo
che fanno bene a battersi
autorganizzate, perché i diritti non cadono dal cielo. Ho detto
che non sono sole, che ci sono tante altre lavoratrici che stanno
scioperando e tante altre, come le immigrate, le braccianti, le
operaie e le lavoratrici del privato, che sono doppiamente
ricattate
se si ribellano e scioperano… ma che comunque non abbiamo
alternative se non quella di cambiare, unite, l’intero sistema
sociale.
Senz’altro la vertenza delle
lavoratrici dei nidi ha fatto grossi passi avanti con lo sciopero
delle donne l’8 marzo. Della necessità che questa marcia non si
fermi sono consapevoli loro e lo siamo anche noi, che lottiamo non
solo per il lavoro, ma per cambiare la terra e il cielo.
E in questa lotta c’è anche bi/sogno
di poesia.
Così ci siamo date appuntamento verso
sera alla libreria Metropolis.
Ore 17 libreria Metropolis - Non una libreria qualsiasi, ma una libreria militante. Un posto piccolo, ma carico di storia e di poesia, di profumo di libri usati. Con l’attrice Grazia Scuccimarra e l’artista Menestrella femminista abbiamo parlato di “economia del dono”, di matriarcato, di comunismo primitivo e abbiamo fatto una prima lettura della formazione rivoluzionaria delle donne su “l’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” di Engels.
Ma la vera poesia è arrivata con Nicoletta (Menestrella femminista), che con semplicità, attraverso le sue canzoni, ci ha ridato la consapevolezza della nostra forza di donne, perché “tutt’o munn è uscito r’accà”
(MFPR)
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