venerdì 11 marzo 2016

pc 11 marzo - Migranti: perfino le Nazioni Unite accusano l’Unione Europea di illegalità

L’unione Europa, e all’interno di questa l’Italia, si macchia ogni giorno di una infamia terribile nei confronti di migliaia di migliaia di migranti violando le Convenzioni internazionali e i propri Trattati. Sul Sole24Ore di ieri, 10 marzo, nell’analizzare il pre-accodo tra Unione Europea e Turchia che ha chiesto altri 3 miliardi di euro, si fa un chiaro elenco di queste violazioni. E si sottolinea ancora una volta, non con la stessa forza però, visto che con la Turchia si fanno affari (ci sono più di mille aziende italiane), quanto questo paese non sia “pienamente democratico” (ma non abbiamo visto nessun cartello in giro per l’Europa con la scritta Je suis Zaman, il quotidiano dell’opposizione sgomberato dai legittimi giornalisti e occupato militarmente dal governo!)
Di fatto la Turchia di Erdogan è un paese fascista e genocida. Questo articolo che riportiamo viene dal quotidiano dei padroni italiani e quindi anche la “denuncia” risente degli interessi dell’imperialismo italiano, in questo caso, in parte in contrasto con la Germania della Merkel che di fatto vuole imporre l’accordo con la Turchia, a prescindere da qualsiasi “diritto umano”!


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Il pre-accordo tra Ue e Turchia. Il compromesso sul trasferimento dei migranti non mostra soltanto chiari segni di illegittimità rispetto al diritto internazionale
Un tradimento dei valori fondanti dell’Unione

L’intesa di massima raggiunta tra Unione europea e Turchia non solo mostra chiari segni di illegittimità rispetto alle regole internazionali in materia di asilo, ma seppellisce i valori fondanti dell’Unione. L’accordo, infatti, non si limita a mettere in primo piano la lotta contro i trafficanti di esseri umani e l’esigenza di spezzare il legame “tra la traversata in mare e l’insediamento in Europa”, tralasciando le esigenze di solidarietà verso i migranti, ma dà vita a un sistema automatico che porta i migranti che approdano in uno Stato Ue direttamente in Turchia ignorando, così, gli stessi obblighi fissati in ambito europeo. Primo tra tutti il regolamento di Dublino e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea divenuta vincolante con il Trattato di Lisbona. Altro che solidarietà e diritti umani. Obiettivo primario dell’accordo è, infatti, bloccare l’approdo di migranti che arrivano dalle coste turche in Grecia e che poi attraverso la rotta balcanica, giungono in Germania e nel Nord Europa.
Il primo, evidente elemento di contrasto con le regole internazionali, dalla Convezione di Ginevra relativo allo status di rifugiati del 1951, incluso il Protocollo di New York del 1967, alla convenzione europea dei diritti dell’uomo, è l’automaticità del trasferimento dei cittadini siriani dalla Grecia alla Turchia, Paese che per di più mantiene ancora la riserva geografica all’applicazione della convenzione di Ginevra. In pratica, come si legge nella dichiarazione die capi di Stato o di Governo dell’Ue dell’8marzo, la Turchia ammetterà un siriano proveniente dalle isole greche e un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia negli Stati membri Ue, non solo. Nel rafforzare l’accordo in materia di riammissione, Ankara accetterà il ritorno di “tutti i migranti non bisognosi di protezione internazionale” che dalla Turchia arrivano in Grecia. Il passaggio è così automatico, un salto nel buio, senza un accertamento effettivo della situazione personale degli individui. Una sorta di respingimento mascherato che ha già messo in allarme l’Ufficio della Nazioni Unite per i rifugiati. Il diritto internazionale parla chiaro: il ritorno di un richiedente asilo in un Paese terzo è possibile solo se la sua richiesta sarà debitamente trattata dallo Stato terzo e solo se ci sono adeguate garanzie di non refoulement.

Difficile considerare proprio oggi la Turchia di Erdogan come uno Stato sicuro dal punto di vista delle garanzie internazionali, senza dimenticare la riserva geografica. Troppe le violazioni dei diritti umani, dalla repressione dei curdi alla soppressione della libertà di stampa, con l’ultimo assalto a quotidiano turco Zaman. Di qui la conseguenza che una volta concluso l’accordo confliggerà con la Convenzione di Ginevra e con la convezione europea dei diritti dell’uomo che vieta i respingimenti automatici come più volte dichiarato dalla stessa corte di Strasburgo. Tanto più che da tempo molte organizzazioni non governative hanno denunciato lo stato dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza in Turchia, che ha anche costruito un muro per impedire l’ingresso di cittadini siriani in fuga dalla guerra.
Un accordo, quindi, funzionale solo a rassicurare alcuni Paesi come la Germania della cancelliera Angela Merkel che vede la Turchia come un aiuto per bloccare l’arrivo dei rifugiati o uno strumento per mandare via i migranti. Ma può l’Unione europea affidare cittadini che fuggono da una guerra o da persecuzioni come afghani o iracheni, a una Nazione che calpesta con sempre maggiore frequenza i diritti umani? E qui non è solo in gioco il diritto internazionale ma anche le stesse regole Ue, con particolare riferimento alla Carta die diritti fondamentali – che il Consiglio non può ignorare e al regolamento di Dublino. Possibile, quindi che, una volta adottato, l’accordo non superi il vaglio di Lussemburgo. Si cono più le direttive da rispettare. Sul punto è stato chiaro anche il Parlamento Ue come proprio ieri ha chiesto al consiglio e alla commissione di non collegare la liberalizzazione di visti per i cittadini turchi e l’adesione alla questione di profughi. Un do ut des che non convince perché porta a un’accelerazione dell’adesione a discapito dei diritti umani che ogni Stato che vuole entrare nel club europeo è tenuto a garantire.
Il sole 24 ore
10 marzo 2016

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