Viva la resistenza di Sur ( Amed) e di
Cizre
Quest’ anno per la prima volta
dal dopoguerra le lavoratrici e le precarie scioperano contro lo sfruttamento
nei posti di lavoro, condizioni di lavoro disumane e schiavizzanti per molti
settori della produzione capitalistica, ma anche contro l’ intero sistema
sessista- eterosessista e patriarcale dominante, fatto di violenza e
femminicidi, sia in famiglia che da parte delle istituzioni totali dello stato.
Questo sciopero e questa giornata di lotta la vogliamo dedicare a tutte le donne
che resistono e in particolare alle donne curde che tutti i
giorni lottano contro il potere degli apparati militari, delle forze speciali,
della polizia, dei mercenari e dei servizi
segreti.
Il genocidio del popolo curdo si
sta consumando giorno dopo giorno davanti ai nostri occhi, nell’ indifferenza
totale di tutti e nella sensazione umiliante di non riuscire almeno neanche a
rompere questo silenzio assordante. Negli ultimi quattro mesi più di 400 civili
e in particolare donne e bambini sono stati massacrati dalla macchina da guerra
di un capo di stato –erdogan- che di fatto è un assassino e criminale di una
guerra sporca. Ma dall’ altra parte ci sono le donne curde organizzate
materialmente e ideologicamente, combattono con le armi, con le agenzie stampa,
con gli scioperi della fame, con le barricate e le marce, con le bandiere
bianche quando cercano di recuperare i corpi dei loro figli, con le
manifestazioni e sit-in in tutta Europa, con la
conoscenza e coscienza multiculturale, ecologista e femminista e soprattutto con
la determinazione a non lasciare la propria terra e ritornare per ricostruire
sulle macerie della guerra. Adesso Cizre è come Gaza e Kobane, completamente
distrutta e spopolata, dove si sono consumati atroci crimini di guerra, 186
civili sono stati massacrati e bruciati vivi mentre cercavano rifugio in alcuni
scantinati, abbiamo ascoltato i loro ultimi appelli quasi in diretta. Adesso uno
alla volta quelle persone, quei nomi sono cadaveri bruciati che non si possono
neanche identificare. I militari hanno di nuovo esposto i corpi nudi e torturati
di due donne combattenti per le strade e hanno diffuso le loro immagini in tutti
i social-media, così come avevano già fatto con la guerrigliera Ekin Wan questa
estate. Ma le donne stanno ritornando in città ed hanno già iniziato a
ricostruire la loro vita e il loro sogno di libertà con la rivoluzione e l’
autogoverno. Cosi come per Kobane adesso la mezza luna rossa curda un’
associazione per i diritti umani ha lanciato un appello per sostenere la
ricostruzione e il ritorno delle persone a Cizre. Le democrazie occidentali, il
parlamento europeo, la corte internazionale per i crimini di guerra, l’ONU e
tutte le più importanti istituzioni a livello mondiale sono diventate con il
loro silenzio complici di questi massacri e genocidi. Solo i
popoli autorganizzati dal basso possono sostenere chi sta lottando per la
propria autodeterminazione e libertà, con le donne in prima linea in tutti i
settori della società. E’ importante ritornare alla solidarietà concreta da
questa giornata. Proprio in questo momento altri 200 civili sono intrappolati in
uno scantinato nel quartiere di Sur ad Amed, rischiano in ogni momento di essere
massacrati, perché stanno resistendo alla distruzione delle forze speciali, non
possiamo fare finta di niente e dobbiamo fermare quest’ ulteriore massacro in
corso.
Continuiamo a lottare unite e
con forza contro chi ci vuole annientarci moralmente e fisicamente, seguiamo l’
esempio delle compagne curde,organizziamoci qui e ora perché non possiamo fare
diversamente.
Siano i padroni e gli assassini
a bruciare vivi!
Jin jiyan azadi – donna vita
libertà
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