Ma non bastano né commissioni né buona volontà di tutti coloro che aiutano...
Organizzare la lotta diretta delle migranti e dei migranti è la risposta a questa immane tragedia
In Sicilia controlli sotto accusa: 5 mila
irregolari in più nel 2016
Dovrebbero servire per identificare rapidamente,
fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali nelle zone più esposte agli
arrivi massicci dei migranti, rischiano invece di trasformarsi in una “macchina
di clandestinità”. Sott’accusa sono le nuove strutture di identificazione
chiamati hotspot, che alla fine del 2015 sono entrate in funzione, ma nel giro
di pochi mesi non ha fatto che incrementare il numero di migranti irregolari e
respinti con foglio di via. E dei cinque previsti n Sicilia sono in funzione
solo tre (Lampedusa, Trapani e Pozzallo), con problemi enormi nella gestione
della corretta informazione da fornire ai migranti che, provati da un viaggio
drammatico, devono compilare un foglio-notizie, in cui dichiarare il motivo
della presenza in Italia, senza saper neppure cosa stanno firmando.
Lo denunciano Sinistra Italiana, Arci Palermo e
le associazioni Diritti e Frontiere, L’altro diritto Sicilia e Borderline, che
hanno fornito i dati della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di
accoglienza, dal 1 gennaio al 15 febbraio di quest’anno, periodo di entrata in
vigore del sistema hotspot. Il numero di stranieri rintracciati in situazione
irregolare sono stati 5.254, 1.588 in più rispetto a quelli registrati nel
stesso periodo del 2015 (3.666 persone), quando queste strutture non
esistevano. “Si tratta di quelli che vengono definiti “migranti economici”, che
non hanno quindi diritto allo status di rifugiato - spiega il vicepresidente
della commissione Esteri e segretario della commissione parlamentare
d’inchiesta sul sistema di accoglienza, Erasmo Palazzotto, di Sinistra italiana
-. Al momento dello sbarco, vengono fatte loro domande sommarie sul paese di
provenienza e nella maggior parte dei casi vengono classificati come irregolari
a cui non può essere concesso diritto di asilo. Entro 48 ore viene dato loro il
foglio di via e vengono accompagnati alle stazioni ferroviarie, con l’obbligo
di lasciare il paese entro 7 giorni. Lì vengono abbandonati, senza denaro e
lasciati in un limbo dove non posso né andare via né restare in Italia”.
“Ma quando li recuperiamo sul territorio, tutti
dicono di non aver capito cosa hanno firmato e vogliono presentare richiesta di
asilo”, dice Alessandra Sciurba di L’altro diritto Sicilia. e, infatti, gli
stranieri che non ottemperano all’ordine del questore di lasciare l’Italia sono
nel primo mese e mezzo di quest’anno 2.871, quasi mille in più rispetto allo stesso
periodo del 2015.
Non resta, allora, che fare ricorso contro un
respingimento ritenuto illegittimo, “frutto di un comportamento arbitrario
degli agenti di polizia a Lampedusa e a Pozzallo, mentre riscontriamo
un’eccezione positiva a Trapani dove i migranti vengono adeguatamente
informati”, spiega Fulvio Vassallo Paletnologo, dell’associazione Diritti e
frontiere. I risultati raggiunti dagli avvocati sono postivi, ma i tempi
incredibilmente lunghi. “Tutti i ricorsi vengono accolti - dichiara Fausto
Melluso di Arci Palermo - ma tra procedure in questura ed esame delle
commissioni per i richiedenti asilo, il limbo in cui queste persone vivono può
durare anche due anni e mezzo. A Palermo grazie al numero verde dell’Arci
nazionale si è riuscito ad offrire ai migranti tutela legale e sopperire
ai bisogni primari. L’’unica struttura che può ospitarli oggi è però la
missione di Biagio Conte, una struttura che nonostante gli sforzi di molti operatori
è satura.”
Giornale di Sicilia 1 marzo 2016
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