mercoledì 29 gennaio 2020

pc 29 gennaio - Non Una di Meno ai sindacati: «Convocate lo sciopero generale il 9 marzo» - Il Mfpr appoggia questa richiesta



Da il Manifesto - Non Una di Meno ha inviato ieri una lettera aperta a tutti i sindacati italiani in cui chiede di aderire allo sciopero generale del prossimo lunedì nove marzo garantendo la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro. Sarà «uno sciopero femminista dal lavoro produttivo e riproduttivo, da quello normato e da quello informale, da quello dipendente, autonomo, precario, sottopagato o non pagato per niente». Per l’intera giornata e in tutti i comparti del settore pubblico e privato, il movimento chiede di sostenere lo sciopero inviando la convocazione su tutti i posti di lavoro e riportando le motivazioni. Chiede di organizzare le assemblee per informare sulle rivendicazioni e favorire l’incontro tra i lavoratori e i nodi territoriali di Non Una di Meno «nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista».

Giornata ugualmente importante sarà l’otto marzo. La giornata internazionale dei diritti della donna quest’anno arriva di domenica. Non Una di Meno sarà nelle piazze e nei centri commerciali in cui si lavora 24 ore e 7 giorni su 7... Lo sciopero rivendica sia la parità salariale che un salario degno... perché senza autonomia economica non si esce dalla violenza e non c’è libertà»... «Vogliamo congedi di maternità, paternità e parentali retribuiti al 100%, di uguale durata per entrambi i genitori...
«Vogliamo l’abrogazione dei decreti sicurezza, l’abolizione dei Cpr»...

Dal comunicato di Non Una di Meno

"...La povertà femminile continua ad aumentare. Siamo il quart'ultimo paese in Europa per occupazione femminile: solo il 48% delle donne ha accesso al lavoro e spesso si tratta di lavoro
precario, svalutato, mal pagato!
Ancora, le donne sono retribuite in media il 23% in meno rispetto ai colleghi uomini, anche quando più istruite; di più, il differenziale salariale cresce col crescere del livello dell’istruzione, raggiungendo un picco del 38,5%. Più di 1.400.000 donne ha subito molestie sul luogo di lavoro. Molestie e discriminazioni che, una volta di più, quando riguardano le soggettività Lgbtqia+ vengono taciute e invisibilizzate.
Un omicidio su due avviene in famiglia e le vittime sono donne nel 67% dei casi. I percorsi di fuoriuscita dalla violenza non prevedono alcuna forma di sussidio, i finanziamenti pubblici per i centri antiviolenza sono pari a 0,76 centesimi per ogni donna che vi si è rivolge. Il tasso di medici obiettori di coscienza è pari al 70% medio nazionale mentre sono più di un milione le donne che dal 2003 a oggi denunciano di aver subito pratiche mediche violente o degradanti in sala parto.
Questi sono solo alcuni dei numeri che raccontano il contesto di disuguaglianza, discriminazione, ingiustizia in cui viviamo. Contesto che conosciamo bene, perché è quello contro cui lottiamo, affermando che violenza di genere è anche, e non secondariamente, violenza economica, che passa, in modo sistemico, per condizioni di sfruttamento volte a minare l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne...
Scioperiamo perché vogliamo parità salariale, un salario degno... perché senza autonomia economica non si esce dalla violenza e non c’è libertà.
Vogliamo congedi di maternità, paternità e parentali retribuiti al 100%, di uguale durata per entrambi i genitori ed estesi a tutte le tipologie contrattuali e anche a chi un lavoro non ce l’ha... Vogliamo case rifugio, centri antiviolenza, case delle donne, consultori laici, aperti e autogestiti dalle donne.
Vogliamo l’abrogazione dei decreti sicurezza che moltiplicano violenza, razzismo e sfruttamento dentro e fuori i confini, soprattutto sui corpi delle donne, e che sanzionano il diritto di manifestare.
Vogliamo l’abrogazione della legge Bossi Fini e la chiusura dei Cpr (centri per il rimpatrio). Vogliamo un permesso di soggiorno europeo senza vincoli lavorativi e familiari per la libertà di movimento per le migranti e i migranti. Vogliamo la cittadinanza per chi nasce e cresce in Italia...
Chiediamo dunque a tutti i sindacati di aderire allo sciopero generale del 9 marzo 2020 garantendo la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro. Oltre all’indizione dello sciopero per l’intera giornata e per tutti i comparti del settore pubblico e privato, invitiamo inoltre le organizzazioni sindacali a sostenere lo sciopero femminista nelle forme più opportune: mandando la convocazione su tutti i posti di lavoro e riportando le motivazioni dello sciopero, indicendo le assemblee sindacali per informare lavoratrici e lavoratori sulle rivendicazioni della giornata, favorendo l’incontro tra lavoratrici e lavoratori e i nodi territoriali di Non Una di Meno, nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista.
Chiediamo di dare un segnale chiaro, pubblico, di sostegno concreto alla lotta che le donne stanno portando avanti da anni e che riguarda tutti..."

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