Sono arrivate le condanne in appello per i “fatti della Prefettura di Livorno” del 2012, condanne totali a 30 anni di carcere per 21 compagni tra i quali anche alcuni militanti. di Potere al Popolo.
Vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà e vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti dalla repressione.
Vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà e vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti dalla repressione.
Riteniamo questa una condanna politica che ha voluto colpire esclusivamente un’area conosciuta e militante di compagni della nostra città in un contesto di un corteo di migliaia di persone. Il tutto appare una vera e propria vendetta da parte del Partito Democratico che in calo di consensi nella nostra città, voleva determinare l’esito delle primarie del suo partito.
A metà novembre 2012 Renzi arrivò in tour a Livorno per essere eletto segretario nelle primarie il cui primo turno si sarebbe svolto il 25 novembre 2012. Alla sua visita in città ci fu una contestazione per le politiche che il Partito Democratico attuava con il suo appoggio al governo Monti e nel malgoverno cittadino.
Riportiamo un estratto dalla cronaca dei fatti da Il Tirreno: “Nel corso del suo intervento, una trentina di contestatori del Coordinamento studentesco livornese ha cercato di entrare nel salone. Gli agenti hanno bloccato l’ingresso e tenuto all’esterno i contestatori. Gli stessi contestatori, poi, hanno avuto un confronto con il sindaco Alessandro Cosimi, anche lui presente al termina crociere. Alla fine tutto si è risolto senza problemi”
In pratica una normale contestazione, che il PD livornese evidentemente permise in quanto a sostegno dell’altro candidato Pierluigi Bersani. Era previsto un secondo turno di ballottaggio tra Bersani e Renzi il 2 dicembre 2012 e Bersani il 30 novembre, si presentò
allo stesso modo a Livorno, sempre nello stesso luogo: il terminal crociere.
La reazione del Partito Democratico e delle forze dell’ordine fu però totalmente diversa nel non voler lasciare alcuno spazio alla contestazione del leader prescelto dal PD livornese. Era stato chiesto soltanto di poter esporre uno striscione insieme a un gruppo di lavoratricilicenziate, ma invece che accettare una normalissima contestazione come con la venuta di Renzi, ci furono cariche e manganellate da parte della polizia e diversi compagni furono feriti.
Per denunciare questo atteggiamento aggressivo delle forze dell’ordine fu indetto un presidio il giorno dopo, 1 dicembre, in piazza Cavour che fu nuovamente caricato in modo molto violento dalla polizia che manganellò chiunque capitasse a tiro in mezzo a tanti normali passanti impegnati nello shopping natalizio che rimasero sconvolti. Tutta la città denunciò la violenza delle forze dell’ordine.
Venne spontaneo per i livornesi partecipare a un corteo di denuncia di quanto accaduto e quanto visto. Il giorno dopo a seguito dei 2 giorni di violenza della polizia sui manifestanti, migliaia di livornesi scesero in piazza e rifiutarono l’ennesima provocazione di una polizia schierata con caschi e manganelli davanti alla Prefettura. La polizia poi si ritirò all’interno del palazzo e si chiuse il cancello dietro di se senza che ci fosse alcun contatto, ma il lancio di alcune transenne e petardi contro un cancello chiuso. Riportata la calma, il corteo proseguì il suo percorso terminando nuovamente in Piazza Cavour.
Da un corteo di migliaia di persone, si è scelto di condannare a un totale di quasi 30 anni di carcere, soltanto militanti di un’area politica ben precisa che ha pagato lo scotto di portare avanti negli anni pratiche di solidarietà collettiva e di risolvere molti problemi alle persone in difficoltà, dai problemi sul lavoro a quelli sulla casa, per non parlare della grande solidarietà nel periodo dell’alluvione.
La rabbia del Partito Democratico per la sconfitta elettorale del 2014 è stata palese, allo stesso tempo, in un periodo di grande avanzata di movimenti fascisti, razzisti e xenofobi si condannano ragazzi di più o meno 30 anni, sempre impegnati nel sociale e nella ricerca di un mondo migliore per tutti, tramite la diffusione e l’applicazione pratica di valori di solidarietà e di giustizia sociale, a molti anni di carcere.
Mentre ogni giorno si ripetono sequestri di armi a organizzazioni neofasciste e quotidiani episodi di violenze da parte di movimenti di estrema destra che passano inosservate e che stanno cambiando questo paese portandolo a un imbarbarimento, all’egoismo e all’odio contro il più debole e il più povero, si reprime chi cerca uno sbocco in una società con valori che sono quelli più nobili della giustizia e dell’uguaglianza sociale.
Potere al Popolo Livorno
A metà novembre 2012 Renzi arrivò in tour a Livorno per essere eletto segretario nelle primarie il cui primo turno si sarebbe svolto il 25 novembre 2012. Alla sua visita in città ci fu una contestazione per le politiche che il Partito Democratico attuava con il suo appoggio al governo Monti e nel malgoverno cittadino.
Riportiamo un estratto dalla cronaca dei fatti da Il Tirreno: “Nel corso del suo intervento, una trentina di contestatori del Coordinamento studentesco livornese ha cercato di entrare nel salone. Gli agenti hanno bloccato l’ingresso e tenuto all’esterno i contestatori. Gli stessi contestatori, poi, hanno avuto un confronto con il sindaco Alessandro Cosimi, anche lui presente al termina crociere. Alla fine tutto si è risolto senza problemi”
In pratica una normale contestazione, che il PD livornese evidentemente permise in quanto a sostegno dell’altro candidato Pierluigi Bersani. Era previsto un secondo turno di ballottaggio tra Bersani e Renzi il 2 dicembre 2012 e Bersani il 30 novembre, si presentò
allo stesso modo a Livorno, sempre nello stesso luogo: il terminal crociere.
La reazione del Partito Democratico e delle forze dell’ordine fu però totalmente diversa nel non voler lasciare alcuno spazio alla contestazione del leader prescelto dal PD livornese. Era stato chiesto soltanto di poter esporre uno striscione insieme a un gruppo di lavoratricilicenziate, ma invece che accettare una normalissima contestazione come con la venuta di Renzi, ci furono cariche e manganellate da parte della polizia e diversi compagni furono feriti.
Per denunciare questo atteggiamento aggressivo delle forze dell’ordine fu indetto un presidio il giorno dopo, 1 dicembre, in piazza Cavour che fu nuovamente caricato in modo molto violento dalla polizia che manganellò chiunque capitasse a tiro in mezzo a tanti normali passanti impegnati nello shopping natalizio che rimasero sconvolti. Tutta la città denunciò la violenza delle forze dell’ordine.
Venne spontaneo per i livornesi partecipare a un corteo di denuncia di quanto accaduto e quanto visto. Il giorno dopo a seguito dei 2 giorni di violenza della polizia sui manifestanti, migliaia di livornesi scesero in piazza e rifiutarono l’ennesima provocazione di una polizia schierata con caschi e manganelli davanti alla Prefettura. La polizia poi si ritirò all’interno del palazzo e si chiuse il cancello dietro di se senza che ci fosse alcun contatto, ma il lancio di alcune transenne e petardi contro un cancello chiuso. Riportata la calma, il corteo proseguì il suo percorso terminando nuovamente in Piazza Cavour.
Da un corteo di migliaia di persone, si è scelto di condannare a un totale di quasi 30 anni di carcere, soltanto militanti di un’area politica ben precisa che ha pagato lo scotto di portare avanti negli anni pratiche di solidarietà collettiva e di risolvere molti problemi alle persone in difficoltà, dai problemi sul lavoro a quelli sulla casa, per non parlare della grande solidarietà nel periodo dell’alluvione.
La rabbia del Partito Democratico per la sconfitta elettorale del 2014 è stata palese, allo stesso tempo, in un periodo di grande avanzata di movimenti fascisti, razzisti e xenofobi si condannano ragazzi di più o meno 30 anni, sempre impegnati nel sociale e nella ricerca di un mondo migliore per tutti, tramite la diffusione e l’applicazione pratica di valori di solidarietà e di giustizia sociale, a molti anni di carcere.
Mentre ogni giorno si ripetono sequestri di armi a organizzazioni neofasciste e quotidiani episodi di violenze da parte di movimenti di estrema destra che passano inosservate e che stanno cambiando questo paese portandolo a un imbarbarimento, all’egoismo e all’odio contro il più debole e il più povero, si reprime chi cerca uno sbocco in una società con valori che sono quelli più nobili della giustizia e dell’uguaglianza sociale.
Potere al Popolo Livorno
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