E' in via di traduzione il rapporto del CPT e la risposta del governo, intanto pubblichiamo questo articolo da osservatorio repressione e precisiamo che il 41 bis, come questo stesso stato che lo ha prodotto, è irriformabile:
Il Comitato europeo per la
prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o
degradanti chiede che venga rivisto l’isolamento diurno dei detenuti
Presunte violenze al 41 bis come la
vicenda di una ispettrice femminile del carcere di Viterbo che avrebbe
bruciato le dita dei piedi con un accendino per accertare se il detenuto
stesse fingendo uno stato catatonico.
È questo uno dei casi segnalati da CPT
(Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o
trattamenti inumani o degradanti)
Non solo. Il 26 gennaio 2019, un gruppo
di sette ufficiali del GOM era entrato nella sua cella e, dotati di
equipaggiamento, l’avrebbero pestato.
Sempre a Viterbo, un detenuto ha
affermato che il 30 dicembre 2018 – dopo un alterco verbale con un
agente il quale lo avrebbe fatto inciampare – lo stesso
agente gli avrebbe inferto dei colpi in faccia con una chiave di metallo della porta e lo avrebbe preso a calci.
agente gli avrebbe inferto dei colpi in faccia con una chiave di metallo della porta e lo avrebbe preso a calci.
Questo è altro ancora è stato pubblicato nella relazione da parte del comitato europeo per la prevenzione della tortura.
Ma le violenze non sarebbero state
commesse solamente al carcere di Viterbo. Secondo quanto riportato dal
comitato europeo, diversi maltrattamenti sarebbero avvenuti al carcere
di Biella e a quello di Salluzzo dove un detenuto con problemi
psichiatrici si è ritrovato con le dita schiacciate a causa del blindo
chiuso con forza dagli agenti.
SOVRAFFOLLAMENTO E CONDIZIONI AL LIMITE
– Il Comitato si è detto poi “preoccupato per il costante aumento della
popolazione carceraria e dal fatto che un gran numero di prigionieri
non ha lo standard minimo di 4 metri quadri di spazio vitale in celle a
occupazione multipla”. Per quanto riguarda i detenuti soggetti al regime
di massima sicurezza, il Cpt ha riscontrato alcune carenze rilevanti
come assenza di ventilazione negli allegati sanitari e problemi
persistenti con la fornitura di riscaldamento e acqua calda. Inoltre il
Comitato ha dichiarato che occorrerebbe ampliare la gamma di attività
offerte ai prigionieri di massima sicurezza.
ABOLIRE L’ISOLAMENTO DIURNO PER ERGASTOLANI
– Passando alle varie forme di isolamento e segregazione dei
prigionieri, il Comitato ha espresso nel rapporto che l’isolamento
diurno per gli ergastolani è anacronistico e dovrebbe essere abolito.
Tale punizione aggiuntiva di reclusione, scrive il Comitato, “può avere
effetti dannosi ed è in contrasto con il principio di risocializzazione
dei detenuti”.
‘RIFORMARE’ IL 41 BIS –
Il Cpt fa poi appello alle autorità italiane affinché si impegnino a
“riflettere seriamente sull’attuale configurazione del regime di 41 bis
fornendo ai detenuti in tutto il sistema carcerario una gamma più ampia
di attività e aumentando diritti di visita e telefonici”. Inoltre
considera che il collocamento nelle cosiddette “aree riservate” dovrebbe
essere limitato nel tempo alla luce delle loro stesse condizioni
restrittive.
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Antigone: “il rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura evidenzia questioni su cui è urgente intervenire”
Questa mattina il Comitato Europeo per
la Prevenzione della Tortura, organo del Consiglio d’Europa, ha
pubblicato un report sulla visita effettuata in Italia nei mesi scorsi e
durante la quale i membri del Comitato avevano visitato alcune carceri
del nostro paese.”Quello che emerge nel report – il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – è
una situazione che denunciamo da diverso tempo e che abbiamo avuto modo
di segnalare anche al Comitato Europeo per la Prevenzione della
Tortura, incontrato da noi durante la loro visita. La spinta
riformatrice post sentenza Torreggiani si è fermata e questo ha prodotto
e sta producendo un peggioramento delle condizioni di detenzione, con
situazioni gravi sulle quali chi ha responsabilità politiche dovrebbe
intervenire con urgenza“.
I membri del Comitato Europeo per la
Prevenzione della Tortura, tra i vari istituti, hanno visitato anche
Viterbo e Biella. In queste carceri erano già emerse numerose denunce da
parte di detenuti che segnalavano episodi di violenza subiti da parte
degli agenti di polizia penitenziaria. Il Comitato ha ritenuto che la
documentazione supportasse la veridicità delle accuse
di maltrattamenti. “Questi casi di violenze erano stati oggetto di esposti da parte della nostra associazione – sottolinea ancora Gonnella. A
maggior ragione dopo la pubblicazione del rapporto del Comitato Europeo
per la Prevenzione della Tortura auspichiamo che ci sia una
accelerazione sia nell’indagine amministrativa che in quella penale.
Sarebbe anche importante che arrivasse il segnale esplicito da parte del
governo intorno all’assoluto e categorico divieto di uso arbitrario
della forza. Sappiamo che questi episodi non accadono dappertutto e
dunque, a maggior ragione, è possibile un’opera di prevenzione. Nel
rapporto si legge come, tra gennaio 2017 e giugno 2019, il numero di
agenti sottoposti a procedimento disciplinare per fatti di
maltrattamenti sia pari a 11 unità. 52 sono invece coloro che sono
sottoposti a procedimento penale. La maggior parte di questi fatti è
ancora pendente dinanzi alla magistratura“.
Altra importante questione sollevata dai
membri del Consiglio d’Europa riguarda la sorveglianza dinamica, ovvero
la possibilità per i detenuti di poter uscire dalle proprie celle
durante il giorno. “E’ necessario – secondo il presidente di Antigone – che,
come suggerito dal Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura,
questo progetto avviato qualche anno fa si rivitalizzi. Si tratta di
evitare che i detenuti trascorrano chiusi nelle celle l’intera giornata,
ma che possano svolgere attività in comune dotate di senso. Purtroppo
il Comitato ha rilevato come questo in alcune carceri non accada“.
Sull’isolamento poi il Comitato per la Prevenzione della Tortura è stato netto, chiedendo l’abolizione dell’isolamento diurno. “Anche
in questo caso, la richiesta del Comitato Europeo per la Prevenzione
della Tortura è totalmente in linea con quello che Antigone auspica da
diversi anni. Lo scorso anno – sottolinea Patrizio Gonnella – era
stata anche presentata una proposta di legge che, al suo interno, aveva
proprio la richiesta – tra le altre – di abolire questa pena che, di
per sé, configura un trattamento disumano e degradante. Anche su questo – conclude Gonnella – sarebbe
importante che arrivassero risposte coerenti da parte di chi ha
responsabilità politiche. In questo caso la decisione spetta oltretutto
direttamente al Governo e al Parlamento in quanto l’isolamento diurno è
una pena disciplinata dall’art. 72 del codice penale su cui gli organi
legislativi possono intervenire direttamente“.
Infine, altro elemento che il Comitato
Europeo per la Prevenzione della Tortura mette in risalto, riguarda la
questione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche. I membri del
Comitato ricordano i casi di reclusi rimasti in carcere in attesa di
essere trasferiti in strutture apposite. “Sarebbe importante che non
vi sia mai la permanenza in carcere di persone affette da disturbi
psichiatrici le quali sono in attesa di ricovero in una Residenze per
l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza. Non si può affidare allo staff
penitenziario la gestione di casi così complessi. E’ necessario che i
servizi di salute mentale territoriale si facciano del tutto carico di
queste situazioni” è il commento del presidente di Antigone.
Andrea Oleandri – Ufficio Stampa Associazione Antigone
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