Mittal
alza continuamente il tiro: ora pretende di utilizzare per sè il
miliardo e più sequestrato a Riva, per abbattere i suoi costi e non
mettere i soldi necessari per le bonifiche; pretende la cassintegrazione
straordinaria per la gestione della transizione verso la
decarbonizzazione. Insieme chiaramente alla questione principale: gli
esuberi, con un taglio di almeno 3000 operai diretti (con conseguenze
ancora più gravi per l'appalto).
Il
governo va dietro al ricatto di Mittal: dice no 3000 ma sì anche fino a
2000 esuberi; vuole fare la Newco con capitale pubblico, scaricando
Mittal dai costi dell'eventuale parziale decarbonizzazione; riduce i
costi di acquisto dello stabilimento; pretende di utilizzare i fondi
europei del cosiddetto "Green New Deal" per risanare lo stabilimento
siderurgico, quando la commissaria Ue ha chiarito definitivamente che
quei soldi (che poi sono appena 354 milioni) non possono assolutamente
servire a questo, ma a sostenere le aree più povere: "Se li paghi
l'Italia che è tra i primi sette paesi più ricchi" - ha concluso la
commissaria.
Mette
insieme esuberi Ilva /AM e "cantiere Taranto" per illudere che vi sarà
una "riconversione" che darebbe tanta nuova occupazione. Ma queste sono
favole...
In
questa situazione i sindacati confederali sono quantomeno imbarazzanti,
si lamentano di non essere considerati nè dal padrone nè dal governo,
così come delle pensanti violazioni sulle condizioni di lavoro,
sicurezza che avvengono ogni giorno in fabbrica, ma nessuna iniziativa
viene assunta.
Così il risultato è scontato, e comunque sarà pesante per gli operai e la città.
Questa situazione può cambiare, ma la prima questione è che gli operai non devono stare ad aspettare.
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