operaio della Fiat di Cassino riferisce sul tentativo dell’azienda di abolire la mezzora di pausa mensa a fine turno per recuperare la produzione. Spremuti fino all’osso - da operaicontro
Da un post su FaceBook del 25/01/2020 di D.F.
L’orario di lavoro alla Fiat di Cassino è articolato su sette ore e trenta a turno, con trenta minuti di pausa mensa. Fino a tre anni fa la pausa mensa si teneva a metà turno, con la possibilità di sedersi e poter mangiare come una qualsiasi persona normale. Negli ultimi anni la Fiat, con l’avallo dei sindacati confederali firmatari del contratto collettivo, ha deciso di posticipare la pausa a fine turno, abolendo di fatto la pausa di trenta minuti. Questo vuol dire stare sette ore e trenta in piedi, senza mai potersi fermare, perché i dieci minuti che ti “concedono” per andare al bagno li trascorri
comunque per raggiungere il bagno e tornare sul posto di lavoro. Se invece di pisciare devi anche cacare, potresti impiegare due minuti in più e beccarti, per dire, un provvedimento disciplinare. Due giorni fa la Fiat di Cassino e i sindacati di cui sopra hanno deciso di abolire anche la mezz’ora di pausa a fine turno, per poter effettuare il recupero delle fermate tecniche non dovute alla responsabilità degli operai, aumentando il tal modo l’orario di lavoro. Abolire le pause, quindi, per sfruttare al massimo la presenza degli operai in fabbrica, fino all’ultimo secondo. E’ stata sufficiente la proclamazione dello sciopero da parte di un’organizzazione sindacale non allineata, la FLMU-CUB, per “convincere” la direzione aziendale e gli altri sindacati a desistere su questo scellerato proposito. Ai sensi del contratto nazionale di lavoro Fiat, tra l’altro, i sindacati di cui sopra non possono proclamare scioperi su questioni attinenti il contratto stesso, e se oggi in Fiat non ci fossero stati quei pochissimi “operai liberi”, la Fiat avrebbe avuto vita facile. Tra qualche mese Cgil, Cisl e Uil siederanno nel nuovo consiglio di amministrazione della “Fca- Peugeot”, oltre a sedere già nei consigli di amministrazione dei fondi pensionistici privati (Cometa) e in quelli dell’assistenza sanitaria privata (Fasi-Fiat). Mezz’ora in più di lavoro da un giorno all’altro corrisponde all’aumento immediato del 6,25% dello sfruttamento dei lavoratori e della produttività della fabbrica. Ovvero un aumento immediato tà tà dei profitti aziendali ottenuto solo ed esclusivamente sulla pelle dei lavoratori. Per questo, e mi rivolgo ai miei colleghi di fabbrica, siamo sicuri che nei prossimi giorni torneranno alla carica per ottenere quella mezz’ora di lavoro in più per ora solo sospesa. L’appello è quello di rimanere uniti per arginare qualsiasi altra velleità aziendale, perché in un contesto dove si dovrebbe discutere della riduzione dell’orario di lavoro non è possibile cedere a queste pressioni.
comunque per raggiungere il bagno e tornare sul posto di lavoro. Se invece di pisciare devi anche cacare, potresti impiegare due minuti in più e beccarti, per dire, un provvedimento disciplinare. Due giorni fa la Fiat di Cassino e i sindacati di cui sopra hanno deciso di abolire anche la mezz’ora di pausa a fine turno, per poter effettuare il recupero delle fermate tecniche non dovute alla responsabilità degli operai, aumentando il tal modo l’orario di lavoro. Abolire le pause, quindi, per sfruttare al massimo la presenza degli operai in fabbrica, fino all’ultimo secondo. E’ stata sufficiente la proclamazione dello sciopero da parte di un’organizzazione sindacale non allineata, la FLMU-CUB, per “convincere” la direzione aziendale e gli altri sindacati a desistere su questo scellerato proposito. Ai sensi del contratto nazionale di lavoro Fiat, tra l’altro, i sindacati di cui sopra non possono proclamare scioperi su questioni attinenti il contratto stesso, e se oggi in Fiat non ci fossero stati quei pochissimi “operai liberi”, la Fiat avrebbe avuto vita facile. Tra qualche mese Cgil, Cisl e Uil siederanno nel nuovo consiglio di amministrazione della “Fca- Peugeot”, oltre a sedere già nei consigli di amministrazione dei fondi pensionistici privati (Cometa) e in quelli dell’assistenza sanitaria privata (Fasi-Fiat). Mezz’ora in più di lavoro da un giorno all’altro corrisponde all’aumento immediato del 6,25% dello sfruttamento dei lavoratori e della produttività della fabbrica. Ovvero un aumento immediato tà tà dei profitti aziendali ottenuto solo ed esclusivamente sulla pelle dei lavoratori. Per questo, e mi rivolgo ai miei colleghi di fabbrica, siamo sicuri che nei prossimi giorni torneranno alla carica per ottenere quella mezz’ora di lavoro in più per ora solo sospesa. L’appello è quello di rimanere uniti per arginare qualsiasi altra velleità aziendale, perché in un contesto dove si dovrebbe discutere della riduzione dell’orario di lavoro non è possibile cedere a queste pressioni.
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