Settantacinque
anni fa, il 27 gennaio 1945, i soldati dell’Armata Rossa impegnati
nell’offensiva per liberare i territori occupati nell’Europa orientale e
distruggere il Terzo Reich, giunsero nella cittadina polacca di Oswieçim
(Auschwitz).
Verso le ore
15 i soldati sovietici abbatterono i cancelli del campo di sterminio e
liberarono circa 7.600 uomini, donne e bambini, fra cui prigionieri di guerra
sovietici, prigionieri politici, prigionieri ebrei, slavi, polacchi, italiani, rom
e sinti, prigionieri omosessuali e “asociali”…
Furono
trovate le prove degli assassinii di massa compiuti e il mondo poté conoscere le
reali dimensioni della barbarie nazifascista.
Di fronte ai
falsificatori della storia che siedono nel Parlamento europeo, i quali pretendono
di mettere sullo stesso piano comunismo e nazifascismo, favorendo l’ascesa
delle forze più reazionarie e oscurantiste, oggi vogliamo ricordare le parole
di uno scrittore:
“Ogni essere umano che ami la libertà deve
più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la
sua vita!”
Ernest
Hemingway
La redazione di “Scintilla”
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