Libia, l’allarme dell’Unhcr: nel 2019 una persona su tre è morta nella rotta del Mediterraneo
La diminuzione maggiore dei flussi migratori si è avuta tra il 2017 e il 2018. In generale, nei primi cinque mesi del 2018 le persone arrivate in Italia via mare sono state 13.362, rispetto alle 60.228 del 2017: una diminuzione del 78%. I bambini, secondo l’Unchr, costituiscono un numero significativo di coloro che intendevano raggiungere e attraversare il Mediterraneo nel 2018 e “dovrebbero continuare a farlo nel 2019”. Da qui, si legge nel report, la necessità di “offrire ai bambini e ai giovani alternative significative, anche attraverso percorsi legali“
.I numeri della crisi in Libia
L’ultimo rapporto mostra che, mentre il numero di persone che arrivano in Europa dal Mediterraneo è diminuito, il tasso di mortalità è aumentato bruscamente, in particolare per coloro che tentano la traversata dalla Libia, spesso dopo un viaggio via terra durato diversi mesi. Oggi, in Libia sono circa 193.600 gli sfollati interni che non possono tornare alle proprie case. In questa situazione, circa 57.600 i rifugiati e richiedenti asilo sono attualmente registrati presso l’Unhcr in Libia, principalmente da Eritrea (7.719), Etiopia (1.183), Iraq (3.139), Stato di Palestina (7.364), Somalia (3.345), Sudan (10.754), Siria (23.742) e altri paesi (354). Le maggiori rotte terrestri passano da Algeria, Egitto e Sudan. L’agenzia delle Nazioni unite ha chiesto 40.000 posti di reinsediamento in 15 paesi di asilo lungo il percorso ma, secondo le prove raccolte dall’Onu, “molti rifugiati che potrebbero essere ammissibili al ricongiungimento familiare non possono accedere a questa opzione a causa di ostacoli giuridici o amministrativi“.
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La situazione nei centri di detenzione“In alcuni hangar in Libia ci facevano cantare, bisbigliando. In altri, tutto era proibito. Grazie alla musica, ho mantenuto le mie speranze lungo il mio terribile viaggio”, ha raccontato all’Unhcr il sedicenne Kokob. Nei primi mesi del 2018, le autorità libiche hanno intercettato o salvato più di 13.600 persone in mare. A causa dell’aumento dell’attività della guardia costiera, sottolinea il documento, i centri di detenzione sono sempre più sovraffollati, con un peggioramento diretto nelle le condizioni dei rifugiati e dei migranti. L’Unhcr stima che almeno 5.400 tra rifugiati e migranti siano detenuti in Libia. Nel rapporto, pubblicato prima degli scontri tra Haftar e Sarraj, si evidenzia il rischio per i migranti legato a un peggioramento della situazione in Libia.
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