L'esclusione decisa da Comune e Regione: «scelta tutta politica»
Vergognoso atteggiamento di Silvio Viale. Di poche parole invece il presidente dell'associazione «Torino. La città del libro». Silvio Viale: «Di fronte alla decisione della Città di Torino e della Regione Piemonte, che è un atto politico, noi come organizzatori non possiamo che adeguarci».«
Salone del Libro, Altaforte è fuori. Birenbaum: «Un'altra prova per me che il male non vincerà»
La decisione è arrivata alla vigilia dell'inaugurazione della 32esima edizione della buchmesse torinese e dopo una lunga giornata di trattative. Decisiva la posizione di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, che ora aprirà la kermesse
Lo stand che avrebbe dovuto ospitare la casa editrice Altaforte
Altaforte fuori dal Salone del Libro di
Torino. La decisione è arrivata alla vigilia dell'inaugurazione della
buchmesse torinese e dopo una lunga giornata di trattative. Decisiva la posizione di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz,
scrittrice, traduttrice e poetessa, nata a Varsavia nel 1929, e oggi
residente a Herzliya, in Israele. 90 anni, sulla presenza della casa
editrice vicina a CasaPound non ha avuto dubbi fin dall'inizio: «O noi, o
loro». Così come ha scritto anche il Treno della Memoria in un post su
Facebook. E sarà affidata proprio a Birenbaum l'apertura del Salone.
«Noi ci saremo — ha detto la sindaca Chiara Appendino — ma lasceremo a
lei la parola».
E la scrittrice e poetessa ha inviato un video in cui ringrazia la Regione Piemonte, la Città di Torino e il Salone Internazionale del Libro: «Dopo aver sopravvissuto ad Auschwitz, questa è un’altra prova - per me - che il male non vincerà. Che questo esempio arrivi forte all’Italia, all’Europa e al mondo».
E la scrittrice e poetessa ha inviato un video in cui ringrazia la Regione Piemonte, la Città di Torino e il Salone Internazionale del Libro: «Dopo aver sopravvissuto ad Auschwitz, questa è un’altra prova - per me - che il male non vincerà. Che questo esempio arrivi forte all’Italia, all’Europa e al mondo».
«Bisognava scegliere se lasciare fuori dal Lingotto Halina Birenbaum, testimone dell'Olocausto, che deve tenere una lezione agli studenti, e stare dentro con chi ne nega l' esistenza: un'opzione inaccettabile per la storia democratica di Torino, del Piemonte e dell'Italia». E anzi, si farà di più. «Domani Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale proprio per segnare da che parte stiamo - ha annunciato il direttore artistico del Salone del Libro, Nicola Lagioia - La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l'evento e per Torino».
I nazisti stanno a casa e quindi ci vediamo al salone di torino!— zerocalcare (@zerocalcare) May 8, 2019
Bye bye miss american pie? pic.twitter.com/OQ5oZtNXNN
Il tweet di Zerocalcare
Poco dopo l'annuncio, il tweet di Zerocalcare, il fumettista romano che insieme ad altri scrittori e intellettuali (da Wu Ming a Carlo Ginzburg)
aveva deciso di disertare l'appuntamento con la fiera del libro
proprio a causa della presenza di Altaforte: «I nazisti stanno a casa e
quindi ci vediamo al Salone di Torino!». Christian Raimo, che si è dimesso da consulente editoriale innescando una
reazione a catena, alla fine del reading teatrale che stasera ha
inaugurato il Salone del Libro 2019 alle Officine Caos: «Sono molto
contento. È un principio comune di democrazia. Sono contento anche che
siano stati gli scrittori, gli editori e il Comitato editoriale a
supplire al ruolo della politica, ma finalmente la politica si assume le
sue responsabilità». «Spero venga tolto anche il gazebo davanti alla
famiglia rom a Casal Bruciato a Roma», ha concluso.
Di
poche parole invece il presidente dell'associazione «Torino. La città
del libro» Silvio Viale: «Di fronte alla decisione della Città di Torino
e della Regione Piemonte, che è un atto politico, noi come
organizzatori non possiamo che adeguarci».«Il contratto è stato rescisso
- ha detto - Altaforte domattina non ci sarà». Poi sui social la nota
ufficiale del Salone del Libro: «Siamo d'accordo con la Regione Piemonte
e il Comune di Torino, che ci hanno chiesto di revocare l'ammissione
della casa editrice Altaforte: tra le ragioni di una testimone attiva
dell'Olocausto e quelle di Altaforte è necessario far prevalere le
prime, ricordando che Torino è insignita della medaglia d'Oro al valor
Militare per la Resistenza contro il nazifascismo».
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