giovedì 9 maggio 2019

pc 9 maggio - Torino - la Fiera del Libro si decide a cacciare l'editore fascista. Ma La Gioia Viale e altri che lo avevano accettato vanno contestati - la mobilitazione antifascista confermata


Salone del Libro, Altaforte è fuori. Birenbaum: «Un'altra prova per me che il male non vincerà»

La decisione è arrivata alla vigilia dell'inaugurazione della 32esima edizione della buchmesse torinese e dopo una lunga giornata di trattative. Decisiva la posizione di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, che ora aprirà la kermesse


Salone del Libro, Altaforte è fuori. Birenbaum: «Un'altra prova per me che il male non vincerà»
Lo stand che avrebbe dovuto ospitare la casa editrice Altaforte
Altaforte fuori dal Salone del Libro di Torino. La decisione è arrivata alla vigilia dell'inaugurazione della buchmesse torinese e dopo una lunga giornata di trattative. Decisiva la posizione di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz, scrittrice, traduttrice e poetessa, nata a Varsavia nel 1929, e oggi residente a Herzliya, in Israele. 90 anni, sulla presenza della casa editrice vicina a CasaPound non ha avuto dubbi fin dall'inizio: «O noi, o loro». Così come ha scritto anche il Treno della Memoria in un post su Facebook. E sarà affidata proprio a Birenbaum l'apertura del Salone. «Noi ci saremo — ha detto la sindaca Chiara Appendino — ma lasceremo a lei la parola».
E la scrittrice e poetessa ha inviato un video in cui ringrazia la Regione Piemonte, la Città di Torino e il Salone Internazionale del Libro: «Dopo aver sopravvissuto ad Auschwitz, questa è un’altra prova - per me - che il male non vincerà. Che questo esempio arrivi forte all’Italia, all’Europa e al mondo».
«Bisognava scegliere se lasciare fuori dal Lingotto Halina Birenbaum, testimone dell'Olocausto, che deve tenere una lezione agli studenti, e stare dentro con chi ne nega l' esistenza: un'opzione inaccettabile per la storia democratica di Torino, del Piemonte e dell'Italia». E anzi, si farà di più. «Domani Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale proprio per segnare da che parte stiamo - ha annunciato il direttore artistico del Salone del Libro, Nicola Lagioia - La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l'evento e per Torino».

Il tweet di Zerocalcare
Poco dopo l'annuncio, il tweet di Zerocalcare, il fumettista romano che insieme ad altri scrittori e intellettuali (da Wu Ming a Carlo Ginzburg) aveva deciso di disertare l'appuntamento con la fiera del libro proprio a causa della presenza di Altaforte: «I nazisti stanno a casa e quindi ci vediamo al Salone di Torino!». Christian Raimo, che si è dimesso da consulente editoriale innescando una reazione a catena, alla fine del reading teatrale che stasera ha inaugurato il Salone del Libro 2019 alle Officine Caos: «Sono molto contento. È un principio comune di democrazia. Sono contento anche che siano stati gli scrittori, gli editori e il Comitato editoriale a supplire al ruolo della politica, ma finalmente la politica si assume le sue responsabilità». «Spero venga tolto anche il gazebo davanti alla famiglia rom a Casal Bruciato a Roma», ha concluso.

Di poche parole invece il presidente dell'associazione «Torino. La città del libro» Silvio Viale: «Di fronte alla decisione della Città di Torino e della Regione Piemonte, che è un atto politico, noi come organizzatori non possiamo che adeguarci».«Il contratto è stato rescisso - ha detto - Altaforte domattina non ci sarà». Poi sui social la nota ufficiale del Salone del Libro: «Siamo d'accordo con la Regione Piemonte e il Comune di Torino, che ci hanno chiesto di revocare l'ammissione della casa editrice Altaforte: tra le ragioni di una testimone attiva dell'Olocausto e quelle di Altaforte è necessario far prevalere le prime, ricordando che Torino è insignita della medaglia d'Oro al valor Militare per la Resistenza contro il nazifascismo».

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