Genova - C’è una nuova pista nella caccia
ai 49 milioni di euro della Lega, proventi della maxi-truffa allo Stato
e, secondo la Guardia di finanza, riciclati all’estero per sottrarli ai
sequestri. Nel mirino è finito un trasferimento di altri 10 milioni di
euro, uscito ancora una volta dalla Cassa di risparmio di
Bolzano, la Sparkasse, e approdato di nuovo in Lussemburgo. Il denaro
in questo frangente sarebbe però passato attraverso un intermediario svizzero,
la Julius Baer.
È la seconda operazione
sospetta su cui indaga la Procura di Genova, che aveva già acceso i fari su una
triangolazione, sempre di 10 milioni, fra l’istituto altoatesino e il
Granducato. In quel caso una parte dei soldi, 3 milioni, erano rientrati in
Italia nel febbraio del 2018, data considerata interessante poiché di poco
successiva a parziali sequestri scattati sui depositi del Carroccio. L’ipotesi
investigativa è che entrambe le tranche da 10 milioni, passate fra 2015 e 2016
attraverso conti di transito anonimi della Sparkasse, fossero in realtà del
partito.
Non solo. Nei giorni scorsi i
magistrati hanno sentito Dario Bogni, il manager bancario che per gli
inquirenti sarebbe dietro entrambe le operazioni sospette. Ex
responsabile investimenti Sparkasse, di area leghista e da tempo residente in
Svizzera, Bogni è stato sentito su rogatoria.
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