La vicenda che vede coinvolto il Salone del Libro e la casa editrice fascista Altaforte, di proprietà di Francesco Polacchi attivista di CasaPound, divide il campo in maniera netta tra coloro che sono pronti a dichiararsi antifascisti solo nelle parate ufficiali e coloro che invece non sono disposti a lasciare spazio alle destre. Le dimissioni di Raimo e la dichiarazione da parte di WuMing di non
partecipare al Salone del libro hanno costretto il direttore Lagioia a dichiararsi apertamente antifascista, tuttavia, nonostante le pressioni fatte da quest’ultimo al comitato d’indirizzo del salone – comitato nel quale, tra le varie associazioni, ci sono anche il Comune di Torino e la Regione Piemonte e che sembrerebbe essere l’unico ente che ha potere decisionale riguardo agli stand della fiera - i fascisti avranno il loro posticino e continueranno con la loro sporca propaganda.
Pensare
che sarebbe bastato che la sindaca Appendino avesse preso la posizione
che hanno preso alcuni suoi consiglieri, oppure che Chiamparino invece
che dirsi antifascista a parole cominciasse – insieme ai suoi compagni
di Liberi Uguali e Verdi – a fare qualcosa per limitare l’agibilità
politica delle destre xenofobe e reazionare. Invece ancora una volta si
dimostra plasticamente che se i fascisti hanno spazi è perché qualcuno
glieli concede: il silenzio dalla sindaca è semplicemente imbarazzante e
mette in luce la debolezza della giunta e di tutto il M5S incapace di
agire sulle questioni dirimenti, mentre Chiamparino dice che non si può
impedire ai fascisti “di esercitare un diritto”. Siamo ben consapevoli
che quel po’ di libertà di stampa che esiste in questo paese è in buona
parte dovuta alla lotta per la liberazione dal nazifascismo e dalla sua
censura, quindi di quali diritti sta parlando Chiamparino?
Infine è da apprezzare che una serie di intellettuali e artisti abbiano già comunicato che non parteciperanno alla kermesse – si sono aggiunti anche Zerocalcare e Carlo Ginzburg - ma non si capisce come mai, seppur gravemente scandalizzati, molti altri continuino a dire che non bisogna lasciare il Salone ai fascisti ed è per questo che partecipano nonostante la presenza di Altaforte. L’impressione è che di fatto si dipinga il fascismo come un’opinione, sicuramente da criticare ma con la quale ci si deve confrontare come con le altre opinioni, quando invece è una forza reazionaria, criminale e antipopolare da combattere con ogni mezzo perché mette a rischio la nostra libertà.
Infine è da apprezzare che una serie di intellettuali e artisti abbiano già comunicato che non parteciperanno alla kermesse – si sono aggiunti anche Zerocalcare e Carlo Ginzburg - ma non si capisce come mai, seppur gravemente scandalizzati, molti altri continuino a dire che non bisogna lasciare il Salone ai fascisti ed è per questo che partecipano nonostante la presenza di Altaforte. L’impressione è che di fatto si dipinga il fascismo come un’opinione, sicuramente da criticare ma con la quale ci si deve confrontare come con le altre opinioni, quando invece è una forza reazionaria, criminale e antipopolare da combattere con ogni mezzo perché mette a rischio la nostra libertà.
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