martedì 7 maggio 2019

pc 7 maggio - Il fascio al centro della foto è l'editore-picchiatore squadrista del libro di Salvini


Nel giorno in cui è atteso alla rassegna di Torino, è convocato a Milano per l'udienza di un processo che lo vede indagato per avere «aggredito a calci e pugni» due ragazzi che difendevano una persona insultata con frasi razziste. Polacchi è stato citato dalla procura di Milano nella seconda udienza del processo che lo vede coinvolto per fatti che risalgono al 29 giugno 2017.
Nell’accusa si legge: “Polacchi sferrava un pugno sulla testa di Masi e una serie di pugni sulla testa di Carazas”. Risultato, spondilosi cervicali, trauma nasali e distorsione del collo. Quel giorno Polacchi fa irruzione insieme ad alcuni militanti di Casa Pound a Palazzo Marino, a Milano, per protestare contro il sindaco Sala, coinvolto nelle indagini sull’Expo. All’uscita si imbattono in una delegazione locale dell’Anpi. C’è uno scontro verbale, poi l’aggressione. Polacchi non è nuovo ad episodi di violenza, il primo nel 2008 quando un gruppo di esponenti del Blocco Studendesco, ala giovanile di Casa Pound, attacca a colpi di mazze e cinghiate i ragazzi dell’Onda, il movimento di protesta. Non è l’unico episodio di violenza. Poi hanno il sopravvento gli affari, in stretta connessione con la militanza nella destra estrema. Polacchi fonda la casa di abbigliamento Pivert, il brand preferito dai neofascisti di Casa Pound. In concomitanza con l’ennesima aggressione milanese, fonda AltaForte. Il resto, con le polemiche legate alla biografia di Salvini, alla partecipazione al Salone di Torino e l’onda di indignazione degli intellettuali, è cronaca di questi giorni.

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