La “guerra dei dazi” degli Stati
Uniti contro la Cina si trasforma ogni giorno di più nella guerra dei nervi,
oramai a fior di pelle di tutti i paesi imperialisti, innanzi tutto. Per quanto
le sparate di Trump che fanno alzare o scendere le Borse con panico generale in
tutto il mondo sono l’aspetto possiamo dire folcloristico, visto il
personaggio, sono fondate però su dati concreti, quelli della crisi del
capitalismo in questa fase che alcuni chiamano “stagnazione secolare”.
“Il sistema imperialista continua
ad attraversare una profonda crisi. I tentativi imperialisti e reazionari
attuali per affrontarla e superarla non hanno successo e si va verso un
approfondimento e un’estensione.
“La crisi, esplosa nel campo
della finanza, ha la sua causa nella produzione e provoca oggi una nuova
recessione. Si acutizza la contesa mondiale e le contraddizioni
inter-imperialiste. Queste contese partono dalla guerra commerciale e vanno
sempre più trasformandosi in contraddizioni politico-militari geostrategiche,
originando e ampliando guerre di aggressione e occupazione, guerre per
interposta persona e fanno avanzare la tendenza a una nuova guerra mondiale
diretta tra gli imperialisti per la spartizione del mondo.
“L’approfondimento ed estensione
della crisi imperialista significa lo scaricamento di essa imperialista e
reazionario sui proletari e le masse popolari. Ciò significa un divario sempre
più grande tra la ricchezza di un pugno di paesi imperialisti e la povertà dei
tre quarti dell’umanità dei paesi oppressi dall’imperialismo. E all’interno dei
paesi tra le classi dominanti e i proletari, i contadini e tutti i settori e
strati delle masse sfruttate.” (Dichiarazione del Primo maggio 2019)
Questo è il quadro della società borghese
con la sua “economia” impazzita, su cui torneremo.
La “cura” che i capitalisti hanno
provato a mettere in campo anche questa volta è quella della “politica
monetaria accomodante” come l’hanno definita. Le principali e fondamentali
banche centrali stampano “soldi freschi” li fanno arrivare alle banche in
difficoltà (alcune delle quali sono state salvate con la nazionalizzazione) o
dandoli direttamente o comprando i loro debiti, così alleggerite le banche dovrebbero
riprendere a prestare soldi alle aziende, ma le banche con questi “soldi facili”
come li chiamano, li “investono” in Borsa per fare profitti, ricostituire i
capitali e gli stratosferici stipendi dei manager, per cui alla fine l’economia
non riparte.
E secondo alcuni calcoli questi interventi
delle banche centrali per far andare avanti la macchina del capitale è di circa
20 MILA MILIARDI di dollari!
Ma questo gioco delle banche
centrali e a cascata di tutte le banche non fa che aumentare il debito pubblico,
i bilanci si gonfiano di nuovo di debiti che devono essere ripianati. E tutto
questo appunto si scarica sulle masse lavoratrici innanzi tutto con aumento
aperto o nascosto delle tasse, con tagli alla spesa pubblica.
E per questo che continueremo ad
assistere ai vari “bilanci dello Stato” sempre da rifare, al ballo scomposto
attorno allo 0 virgola qualche cosa dei borghesi che, tramite i loro ideologi,
ci raccontano una bugia dietro l’altra, cercando di nascondere la realtà.
Nessun commento:
Posta un commento