mercoledì 8 maggio 2019

pc 8 maggio - La “guerra dei dazi”: Basta un tweet di Trump per fare andare l’economia mondiale ancora di più in depressione?


La “guerra dei dazi” degli Stati Uniti contro la Cina si trasforma ogni giorno di più nella guerra dei nervi, oramai a fior di pelle di tutti i paesi imperialisti, innanzi tutto. Per quanto le sparate di Trump che fanno alzare o scendere le Borse con panico generale in tutto il mondo sono l’aspetto possiamo dire folcloristico, visto il personaggio, sono fondate però su dati concreti, quelli della crisi del capitalismo in questa fase che alcuni chiamano “stagnazione secolare”.

“Il sistema imperialista continua ad attraversare una profonda crisi. I tentativi imperialisti e reazionari attuali per affrontarla e superarla non hanno successo e si va verso un approfondimento e un’estensione.
“La crisi, esplosa nel campo della finanza, ha la sua causa nella produzione e provoca oggi una nuova recessione. Si acutizza la contesa mondiale e le contraddizioni inter-imperialiste. Queste contese partono dalla guerra commerciale e vanno sempre più trasformandosi in contraddizioni politico-militari geostrategiche, originando e ampliando guerre di aggressione e occupazione, guerre per interposta persona e fanno avanzare la tendenza a una nuova guerra mondiale diretta tra gli imperialisti per la spartizione del mondo.
“L’approfondimento ed estensione della crisi imperialista significa lo scaricamento di essa imperialista e reazionario sui proletari e le masse popolari. Ciò significa un divario sempre più grande tra la ricchezza di un pugno di paesi imperialisti e la povertà dei tre quarti dell’umanità dei paesi oppressi dall’imperialismo. E all’interno dei paesi tra le classi dominanti e i proletari, i contadini e tutti i settori e strati delle masse sfruttate.” (Dichiarazione del Primo maggio 2019)

Questo è il quadro della società borghese con la sua “economia” impazzita, su cui torneremo.

La “cura” che i capitalisti hanno provato a mettere in campo anche questa volta è quella della “politica monetaria accomodante” come l’hanno definita. Le principali e fondamentali banche centrali stampano “soldi freschi” li fanno arrivare alle banche in difficoltà (alcune delle quali sono state salvate con la nazionalizzazione) o dandoli direttamente o comprando i loro debiti, così alleggerite le banche dovrebbero riprendere a prestare soldi alle aziende, ma le banche con questi “soldi facili” come li chiamano, li “investono” in Borsa per fare profitti, ricostituire i capitali e gli stratosferici stipendi dei manager, per cui alla fine l’economia non riparte.
E secondo alcuni calcoli questi interventi delle banche centrali per far andare avanti la macchina del capitale è di circa 20 MILA MILIARDI di dollari!
Ma questo gioco delle banche centrali e a cascata di tutte le banche non fa che aumentare il debito pubblico, i bilanci si gonfiano di nuovo di debiti che devono essere ripianati. E tutto questo appunto si scarica sulle masse lavoratrici innanzi tutto con aumento aperto o nascosto delle tasse, con tagli alla spesa pubblica.
E per questo che continueremo ad assistere ai vari “bilanci dello Stato” sempre da rifare, al ballo scomposto attorno allo 0 virgola qualche cosa dei borghesi che, tramite i loro ideologi, ci raccontano una bugia dietro l’altra, cercando di nascondere la realtà.

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