Rivolgiamo a tutti la proposta di una giornata di lotta il
19 giugno al Ministero della Giustizia Roma, ai Tribunali, alle
carceri
Soccorso rosso proletario
Movimento femminista proletario rivoluzionario
info contatti adesioni srpitalia@gmail.com - mfprnaz@gmail.com
Domenica
28 aprile si è tenuto il presidio convocato davanti al carcere di
L’Aquila. Un centinaio di compagne/i si sono mossi da diverse
città, talvolta con tragitti lunghi e scomodi (la città è
un’enclave fra gli Appennini abruzzesi). Ma proprio chi veniva da
lontano era anche fortemente motivato poiché le tre compagne qui
incarcerate recentemente provengono da Torino e Trento. Silvia
Ruggeri e Agnese Trentin fan parte delle due ultime retate
repressive, quelle che a partire dal 7 febbraio, e insieme allo
sgombero dell’Asilo occupato di Torino, hanno segnato questa fase
sia di escalation militarizzante del potere sia di una nuova
determinazione di lotta che ha attraversato il movimento e alcuni
settori proletari. Finalmente si vedono spunti di nuova e più
diffusa combattività, di risposta all’opprimente ondata
reazionaria che intossica tanti ambiti sociali. E che tutto ciò sia
partito dall’attacco all’Asilo non è un caso, perché attorno ad
esso, negli anni, si era costruita una realtà di resistenza e
solidarietà nei quartieri circostanti. Perché creava aggregazione e
comunità contro i poteri, centrali e locali, che
all’opposto diffondono disgregazione e disperazione sociali. Quello che nelle politiche urbanistiche si concretizza nei piani di espulsione dei proletari e gentrificazione.
all’opposto diffondono disgregazione e disperazione sociali. Quello che nelle politiche urbanistiche si concretizza nei piani di espulsione dei proletari e gentrificazione.
Così
è molto significativo che le imputazioni contro le/i compagne/i
traducano in associazione sovversiva e terrorismo lotte e militanza
solidale a fianco dei settori proletari più sfruttati e oppressi e
contro le strutture militari loro indirizzate, come i CPR. Lottare,
attaccare queste strutture diventa un crimine. Impoverire, sfruttare
popolazioni intere, deportare, affogare migranti, invece, lo chiamano
“gestione dei flussi migratori”, o ancor più cinicamente
“cooperazione internazionale”. Il rovesciamento della realtà
non ha più limiti, una classe dominante semplicemente criminale e
terrorista bolla con tali epiteti chi resiste e lotta, magari per la
rivoluzione sociale. I nazisti hanno fatto scuola.
Il
fatto è che la loro repressione, diventata forma di governo rispetto
ad una realtà sociale sempre più insopportabile per tanta gente,
si assimila ad una forma di guerra interna, seppur di bassa
intensità. Ma è ciò che loro stessi , ogni tanto, dicono. Come il
questore di Torino durante gli scontri di febbraio (per non parlare
dell’energumeno del Viminale e delle sue continue istigazioni alla
violenza di Stato), oppure come dice e fa il governo francese di
fronte al grande movimento di massa in corso. E così la forma di
carcerazione inflitta a Silvia, Agnese ed Anna ne è un ulteriore
salto di qualità: Alta Sicurezza aggravata, informata dal regime
41bis. È grave per le prime due compagne, appena arrestate, e lo è
anche per Anna Beniamino che è stata appena condannata a ben 17
anni. Ed è ancor più grave il trattamento perpetuato ai danni di
Nadia Lioce che da 15 anni resiste al 41bis.
Per
tutti questi (ed altri) motivi ci siamo mobilitati. E
contemporaneamente altri due presidi si son tenuti a Tolmezzo e
Ferrara, dove sono stati incarcerati altri 7 compagni anarchici,
sempre per le stesse retate. La solidarietà con chi viene
incarcerato è non solo un dovere, ma una vera e propria linea di
fronte dell’attuale guerra di classe. Non solidarizzarsi con i/le
nostri/e prigioniere/i, del campo proletario, significa accettare la
sconfitta del movimento. Le differenze politiche, ideologiche e di
pratiche di lotta sono comunque interne al nostro campo. E
sicuramente le pratiche di lotta rivoluzionaria. La repressione è
ormai aspetto inerente a qualsiasi lotta di classe, bisogna
affrontarla collettivamente, facendone un’occasione di crescita e
maturazione per noi stessi. Le barricate han solo due lati!
Nei
vari interventi è stato anche sottolineato il rapporto fra questa
militarizzazione interna con quella esterna, con l’impegno
imperialista italiano in tante aggressioni “umanitarie” nel
mondo. La guerra che loro conducono è contro il proletariato
internazionale, fatta dei mille modi con cui occupano, sfruttano,
deportano e bombardano. Perciò, ancor più, la nostra dimensione è
internazionalista: la resistenza dei/lle nostri/e militanti nelle
carceri è in rapporto con quelle in Turchia, Kurdistan, Palestina,
India, Irlanda, Grecia,USA … è in rapporto con le lotte
rivoluzionarie e di liberazione nel mondo.
Il
compagno “vento favorevole” avrà portato al di là delle mura,
si spera, queste voci. Nonostante le orribili chiusure in plastica
oltre le sbarre, a privare le compagne della vista di un orizzonte,
abbiamo colto l’agitarsi di qualche straccio a mò di bandiera, e
tanto ci basta.
OLTRE LE MURA LA LOTTA CONTINUA - SOLIDARIETA’ ALLE/AI
PRIGIONIERE/I DELLA GUERRA DI CLASSE
FRONTE PROLETARIO E INTERNAZIONALISMO PER LA RIVOLUZIONE
Proletari Torinesi per il Soccorso Rosso Internazionale
Collettivo Contro la Repressione per un
Soccorso Rosso Internazionale
Primo Maggio 2019
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