L'Usb anche ora continua ad imbrogliare gli operai, perchè l'ArcelorMittal nelle assunzioni ha violato la LEGGE non l'accordo che gli consentiva eccome questa scelta unilaterale e sui criteri prioritari stabiliti da AM.
Lo Slai cobas sc in uno dei passaggi della denuncia dell'accordo, presentata insieme a rappresentanti del Comitato lavoratori Ilva AS in cigs, in Procura il 30 gennaio (che riportiamo sotto) lo scrive chiaramente - invitiamo, con pazienza a leggerlo.
L'Usb bleffa. Se veramente AM sta violando l'accordo, perchè non ritira la firma? Invece la firma e quindi l'accordo illegittimo resta in tutta la sua validità, l'Usb come gli altri sindacati continua a partecipare ai Tavoli a Roma in cui è il rappresentante dell'ArcelorMittal ha fare scena; e poi strumentalizza le lamentele degli operai Ilva AS.
Ma anche a proposito di alcuni operai Ilva o ex Ilva, come Lorenzo Sabatino, vogliamo dire una cosa.
Ogni tanto gli operai dovrebbero trarre lezione dai fallimenti. Non si può rivendicare, come fa Lorenzo nella lettera, di essere stato sempre rispettoso: "...Dopo 18 anni di duro lavoro nel siderurgico tarantino, durante il quale ho sempre effettuato il mio dovere di “Lavoratore” rispettando sempre i colleghi ed i miei superiori...", che vuol dire in Ilva aver piegato sempre la testa verso capi, direzione, e poi meravigliarsi che i padroni e i loro capi ti mollano come uno straccio inutile. Diceva una canzone di Modugno: Di che ti lamenti!? Prendi il bastone e tira fuori i denti!".
E purtroppo questo atteggiamento da parte di alcuni operai continua anche ora: invece di lottare per il rientro in fabbrica ArcelorMittal, contro l'Accordo illegittimo, mollano ancora una volta...
Questi operai che si lamentano solo e a posteriori non ci piacciono, non servono, sono di fatto come li vuole il padrone.
Lo Slai cobas sc, a differenza degli altri sindacati firmatari, compresa l'Usb, che "accarezzano" le lamentele purtroppo inutili degli operai, dice agli operai che un atteggiamento come quello di Lorenzo non va bene! E sta lavorando per un'altra strada: PER ALZARE LA TESTA! PER ORGANIZZARSI E LOTTARE! PER LA DIGNITA' DEGLI OPERAI!
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L'USB rende nota la lettera di un ex-Ilva che la lasciato il lavoro nonostante moglie e 4 figli
Dal Corriere di Taranto
L’USB lancia un’altra denuncia nei confronti di ArcelorMittal. Il motivo è dettato da una lettera di un lavoratore ex Ilva che è stato costretto a licenziarsi “dopo aver subito le ingiustizie causate da una selezione aziendale che non rispetta gli accordi tra privato e sindacato”, scrive il sindacato in una nota. “Questa la la prova che la nostra denuncia nei confronti di ArcelorMittal, in merito all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, è giusta e sacrosanta, e attende giustizia nelle aule di un Tribunale. Il 19 febbraio prossimo presso il Tribunale di Taranto”, aggiunge rendendo nota anche la lettera-denuncia del lavoratore.
“Mi chiamo Lorenzo Sabatino nato a Taranto, dove vivo con mia moglie Maria Russo insieme ai
nostri quattro figli: Nicola, Gabriele, Alessio e Brian. Il mio percorso all’interno della fabbrica inizia con l’assunzione il 01 febbraio 2001 nel Reparto Cokeria presso le Batterie 3/6, 11/12 e successivamente sulle 7/10.
Nel 2011 sono stato trasferito nel Laboratorio Ghisa per essere impiegato lì per due mesi a causa dei miei problemi fisici di cui non si conoscono ancora causa e natura. Successivamente sono stato trasferito nel reparto
Laboratorio Campionamenti Minerale fino al 28 ottobre 2018 ovvero fino al passaggio da Ilva SpA in AS ad ArcelorMittal Italia la quale ha scelto di posizionarmi in CIGS, ovvero trattenendomi in Ilva SpA in AS. Ora non so se la mia posizione in Ilva SpA in AS sia stata dettata da una scelta aziendale oppure in base ad una disputa tra Capo Area e Capo Reparto, i quali non gradivano la mia presenza sul luogo di lavoro e di conseguenza nella nuova azienda. Quello che mi preme sottolineare è che mi sono ritrovato senza lavoro ingiustamente con un “pesante ed impegnativo” carico familiare sulle spalle, con uno stipendio decurtato che non mi permette di sopperire alle esigenze della famiglia come si dovrebbe. Per tutto ciò ho preso la decisione più estrema, cioè il licenziamento volontario. Dopo 18 anni di duro lavoro nel siderurgico tarantino, durante il quale ho sempre effettuato il mio dovere di “Lavoratore” rispettando sempre i colleghi ed i miei superiori, sono arrivato a questa scelta dettata dalla profonda delusione in quanto non sono stati applicati correttamente i criteri di scelta individuati nell’accordo del 6 settembre 2018. Prova ne è che diversi colleghi con meno carico familiare, con meno anzianità ed uguale livello, sono rientrati in fabbrica, al lavoro, pur avendo requisiti ed esigenze nettamente più basse delle mie. In seguito ad una serie di lunghe telefonate effettuate ai capi e responsabili, questi mi confermavano come i criteri di scelta venissero applicati a discrezione dei capi superiori e che nei fatti l’accordo non è mai stato rispettato e, quindi, che non sarei rientrato a lavoro pur avendone diritto; per questo ho dovuto prendere la decisione più drastica per permettere a me e alla mia famiglia di sopravvivere per un po’ di tempo condividendo con loro la rassegnazione di come vane siano state le mie grida di disperazione per una ingiustizia clamorosa che io e la mia famiglia abbiamo subito. F.to Lorenzo Sabatino”.
DALLA DENUNCIA ALLA PROCURA PRESENTATA DALLO SLAI COBAS E DAL COMITATO OPERAI CIGS ILVA AS:
"- Violazione delle norme sui criteri di scelta dei lavoratori da non assumere presso AM InvestCo.
I criteri stabiliti dalle leggi, da applicare in concorso tra loro, prevedono: 1. carichi familiari; 2. anzianità; 3. esigenze tecnico-produttive.
I criteri di selezione stabiliti dall'Accordo del 6.9.18, nonchè quelli applicati, anche in peggio, dalla AM InvestCo hanno portato a discriminazioni nella selezione dei lavoratori; alcune di queste sono plateali, dato che a pari livello, stesso reparto, pari mansioni sono stati esclusi lavoratori con anzianità, professionalità, carichi familiari nettamente superiori a quelli di lavoratori assunti dal AM InvestCo.
Nello stesso tempo si indica la responsabilità delle OO.SS firmatarie che hanno con la sottoscrizione dell’Accordo (in particolare punto 3 – A del capo “Assunzione presso le Affiliate”), accettato la violazione, nei criteri di scelta dei lavoratori, delle norme di legge.
Al punto 3, infatti, viene scritto:
“I lavoratori cui proporre l‘assunzione, saranno individuati da AM InvestCo Italy srl e/o le Affiliate sulla base delle attività ritenute necessarie da AM lnvestCo al funzionamento del ciclo di produzione e di lavorazione dell’acciaio in coerenza con il Piano Industriale.
All’interno di tale perimetro – tenuto in ogni caso conto prioritariamente delle esigenze del Piano Industriale, dei nuovi assetti organizzativi delineati da AM InvestCo e delle competenze professionali ritenute necessarie. L’individuazione dei lavoratori avverrà come segue:
A. saranno individuati i lavoratori che. alla data del presente accordo, siano collocati nei reparti e nelle funzioni aziendali rientranti nel perimetro di attività ritenute necessarie da AM InvestCo al funzionamento del ciclo di produzione e lavorazione dell’acciaio in coerenza con il Piano Industriale;
B. qualora, in applicazione di quanto precede sub A, il numero di personale fungibile individuato in relazione a specifiche funzioni risulti superare le esigenze tecnico-organizzative produttive di AM InvestCo e/o delle Affiliate, fermo il prioritario criterio delle competenze professionali, verranno individuati quei lavoratori che avranno conseguito il punteggio maggiore in base alla media ponderata della somma dei punti derivanti dall’applicazione in concorso tra loro, dei criteri dell’anzianità complessivamente maturata in una o più Società del Gruppo ILVA e dei carichi di famiglia, quest’ultimi determinati secondo le detrazioni fiscali in essere alla data del presente Accordo”.
Come si evince, da quanto sopra riportato, l’accordo esclude prioritariamente (nel punto A) i criteri di carichi familiari e anzianità, posti, invece, come primi dalla legge e accetta la scelta unilaterale da parte della AM InvestCo.
D’altra parte anche tenendo conto del punto B. va sottolineato che AM InvestCo non ha mai reso nota la tabella contenente i punti assegnati ad ogni singolo lavoratore che hanno poi portato alla media ponderata dalla quale è venuta fuori la lista dei lavoratori da assumere o da lasciare in Ilva AS in Cigs. Inoltre l’azienda non ha mai reso noto nemmeno il nome della società di consulenza a cui è stato affidato il compito di formulare quest’operazione.
L’impugnazione fatta da alcune OO.SS. di alcuni singoli casi di discriminazione, cela il fatto che, al di là di singoli casi eclatanti, per tutti i 2600 lavoratori esclusi dall’assunzione presso la AM InvestCo la violazione non è rispetto all’Accordo del 6 settembre ma rispetto alle norme di legge in vigore.
Inoltre, pur volendo considerare che i criteri posti nell’accordo del 6 settembre 2018 sono frutto di un accordo sindacale, si pone all’attenzione: 1. che la selezione è stata prevista ed eseguita in modo unilaterale, atteso che l’unico soggetto individuante i lavoratori da assumere è stato solo AM InvestCo, venendo, pertanto meno, il principio stesso di “accordo”; 2. che le esigenze tecnico-produttive – come indicato da varia giurisprudenza - non possono essere indicate in modo generico o riferite a generici interessi dell’impresa, ma devono essere specifiche e dimostrabili in concreto. In tal senso, ogni volta che AM InvestCo ha operato la scelta di non assumere un dipendente, doveva valutare l’esistenza del nesso di causalità fra la scelta di quel singolo dipendente e l’effettiva necessità della sua esclusione rispetto alle esigenze tecnico-produttive.
Che in realtà non fossero “inutili alle esigenze tecnico-produttive” buona parte dei lavoratori non assunti è d'altra parte dimostrato dalla stessa AM InvestCo che sta procedendo a sostituire lavoratori lasciati in cigs in Ilva AS con altri lavoratori di ditte a cui ha terziarizzato servizi (vedi pulizie civili), o a richiedere straordinari, introdurre il cumulo di mansioni, attuare spostamenti di reparto (vedi anche il punto sulla sicurezza e sulla terziarizzazione).
Pertanto il criterio è solo economico, di riduzione del costo del lavoro, non tecnico-produttivo.".
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