Il resoconto criminalizzante della Stampa rende ancora più evidente l'importanza della lotta dei compagni dell’Asilo occupato e della necessità di esprimere la massima solidarietà
Guerriglia ad Aurora
Cassonetti rovesciati e un bidone in fiamme, gli antagonisti resistono asserragliati sul tetto
L’effetto sorpresa non ha
funzionato: un gruppo di anarchici è riuscito a salire sul tetto e ad
evitare così lo sfratto In serata sono iniziate le proteste in strada,
con un corteo partito da Porta Palazzo e arrivato fino in corso Regina
Margherita, tra lanci di bottiglie, bombe carta e cariche della polizia.
«Sapevamo che c’erano molti sbirri in un hotel di
Avigliana e che c’era qualcosa in ballo». Così, dalle onde di Radio
Black out, emittente anarchica, si è cercato ieri di spiegare perché lo
sgombero a sorpresa dell’ex Asilo occupato di via Alessandria non è
riuscito al primo colpo.
30 ore di resistenza
L'accusa. lotta contro i CIE e la solidarietà con i migranti
Il bilancio, ieri sera, era di sei persone
fermate per vari episodi di violenza. Le accuse vanno dalla resistenza a
lesioni a pubblico ufficiale. Proprio di fronte all’ex Asilo occupato,
nel pomeriggio,
un’attivista accorsa a dare man forte ha colpito con una bastonata il braccio del questore vicario Carmine Grassi. La ragazza è stata denunciata.
un’attivista accorsa a dare man forte ha colpito con una bastonata il braccio del questore vicario Carmine Grassi. La ragazza è stata denunciata.
In serata un corteo, composto da circa 250 antagonisti ha
attraversato corso Palermo. Gli anarchici hanno affrontato le forze
dell’ordine con lancio di bottiglie e petardi. La polizia ha risposto
con una carica. Poi si sono spostati in corso Regina, in piazza Santa
Giulia, corso San Maurizio, via Verdi, Porta Palazzo. I manifestanti
sono poi tornati in corso Regina Margherita e via Fiocchetto. Durante il
corteo hanno rovesciato numerosi cassonetti e dato fuoco a un bidone
della spazzatura. Molti residenti hanno protestato. A chiusura della
protesta, si sono ritrovati nella sede di Radio Black Out.
Il lungo assedio è iniziato alle 4 del mattino. I sei
antagonisti si sono rifugiati sul tetto quando Digos, reparto mobile,
carabinieri e guardia di finanza hanno circondato via Alessandria. Così è
iniziato il braccio di ferro. Il blitz, finalizzato allo sgombero, è
scattato per dare esecuzione a sette ordinanze di custodia cautelare in
carcere con l’accusa di «aver promosso, costituito, organizzato e
partecipato a un’associazione sovversiva con sistematici atti di
violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella
gestione delle strutture di accoglienza». Tra i sette destinatari del
provvedimento, uno degli abitanti dell’Asilo, Lorenzo Salvato, 30 anni,
fuggito sul tetto. Ma l’indagine coinvolge una trentina di attivisti.
L’ex scuola di via Alessandria e un altro edificio occupato
di corso Giulio Cesare 45, dove ieri sono state fatte delle
perquisizioni e dove ci sono stati i primi momenti di tensione della
giornata, sarebbero i luoghi dove sono stati pensati i 21 attentati con
finalità eversive fatti in molte città italiane tra il 2016 e il 2017.
Destinatari di plichi esplosivi, ditte e fornitori dei Cie oggi Cpr.
Polvere da sparo,batterie, orologi. I plichi dovevano esplodere e provocare
lesioni. Tra i bersagli anche Poste Italiane, presa di mira perché
proprietaria della compagnia aerea «Mistral Air», utilizzata per
rimpatriare gli stranieri espulsi. A due attiviste è stata attribuita la
responsabilità di due attentati davanti a uffici postali di Torino, il
30 aprile e il 9 giugno 2016.
Da via Alessandria sarebbero state sostenute le rivolte,
anche recenti, al Cpr di corso Brunelleschi. «Voi cominciate a
incendiare e a distruggere. Noi vi sosteniamo dall’esterno». Così
dicevano gli anarchici, a turno, a un telefono dedicato appositamente a
mantenere i contatti con gli immigrati trattenuti. . Per
riuscire a ricostruire la strategia sovversiva, gli investigatori, un
anno e mezzo fa, durante una perquisizione, si sono imbattuti in
computer trovato nell’alloggio occupato di corso Giulio Cesare. Scoperta
preziosa. Dentro c’erano le bozze programmatiche della lotta ai Cie e
le pagine da pubblicare sul sito web «Macerie». E l’elenco delle ditte
da colpire.
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