Le assemblee e le proteste in questi giorni non si sono fermate e c’è
stata anche la partecipazione di un piccolo gruppo delle lavoratrici e dei lavoratori
allo sciopero indetto dal cobas a livello nazionale (senza purtroppo efficacia
reale, anche se ha scatenato la rabbia dell’azienda che ha provato a
intimidire).
Ancora oggi a Palermo ci sono stati sit-in e altre iniziative in attesa
che nei prossimi giorni i lavoratori decidano nelle assemblee preparate dai sindacati
confederali coinvolti, prima del 5 maggio, giorno del prossimo incontro, se
dire sì o no allo schema di accordo. Alcuni lavoratori hanno già parlato oggi
di “agonia per altri sei mesi”, di accordo inaccettabile per il peggioramento
delle condizioni”.
Che cosa prevede, dunque, questa ipotesi di accordo?
1.
La continuazione dei contratti di solidarietà difensivi
per sei mesi, fino a novembre.
2.
Applicazione in tutte le sedi Almaviva in Italia con differenti
punte massime di taglio dello stipendio: a Palermo e Roma sarà al 45%, Napoli
35%, Milano 13% e Rende 3%. “In media, il valore medio si attesterà al 25%, con
la possibilità che l’azienda integri la differenza una volta superata la
soglia. Almaviva anticiperà le quote Inps del 25% dei contatti di solidarietà,
ma attenderà i rimborsi al massimo entro 60/90 giorni.” Dal GdS di oggi.
3.
“Flessibilità:
il part time a quattro ore rimane verticale (prestazione a tempo pieno solo in
alcuni giorni durante la settimana), mentre cambiano le cose per quello a
cinque e sei ore, che sarà verticale e orizzontale (misto), ciò significa che
in alcuni giorni gli operatori presteranno la loro opera a tempo pieno e in
altri con la riduzione dell’orario, fino a compensazione delle ore mensili. Niente
orario spezzato per i lavoratori full time a otto ore.”
Anche se con giri di
parole la posizione dell’azienda con la sua nota ufficiale è chiara "Nel
corso dell’incontro con le Organizzazioni sindacali presso Unindustria a Roma -
annuncia una nota - AlmavivA Contact ha avanzato una proposta, pienamente
coerente con le linee guida definite dal Governo e contenute nel Verbale di
incontro al Mise del 20 aprile, che accoglie la richiesta sindacale diretta
all’attivazione nei prossimi mesi di un nuovo contratto di solidarietà, per dar
tempo alle istituzioni di realizzare gli annunciati interventi strutturali del
settore. Si tratta di un’ipotesi che raccoglie l’appello alla responsabilità
del Governo sulla quale Almaviva Contact ritiene che, a fronte della gravità
della situazione e dei ripetuti incontri svolti nel corso di queste settimane a
diversi livelli, sia necessario analogo senso di responsabilità da parte di
tutti i soggetti coinvolti, e siano difficilmente comprensibili risposte condizionate
da immotivate tattiche dilatorie e da continui rinvii a tavoli successivi.
L’ipotesi eventualmente scaturita dall'accordo andrà necessariamente sottoposta
alla valutazione e all’analisi del Consiglio di Amministrazione della
Società".
E gli impegni del governo, già espressi dal viceministro Bellanova sono questi: “Entro novembre il governo nazionale dovrebbe portare a termine gli annunciati interventi strutturali per tutto il settore dei call center: premialità per le imprese committenti che si impegnano a restare sul territorio mantenendo gli stessi volumi delle commesse e la creazione di un fondo per l’innovazione. il viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova ha già detto a più riprese di aver cancellato il massimo ribasso nelle gare e che bisognerà legare nei bandi l’offerta economicamente più vantaggiosa al rispetto del contratto nazionale di settore. Contro le delocalizzazioni, invece, è previsto l’inasprimento delle sanzioni con un emendamento depositato al ddl Concorrenza.”
Queste battute del
viceministro sembrano un vero salto mortale visto che proprio il decreto legge
in via di approvazione sulla concorrenza apre ancora di più tutti i settori al “libero
mercato” e quindi una limitazione ai movimenti di un settore come quello dei
call center sarebbe una contraddizione…
Ai lavoratori, che in
queste assemblee devono decidere, di non lasciarsi ingannare...
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