Secondo quanto segnalato dal Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia è stata scoperta un’altra situazione di sfruttamento a seguito di un blitz dell’Ispettorato del Lavoro e dei Carabinieri. Una quarantina di immigrati ora rischia l'espulsione
CASTELNUOVO SCRIVIA - Altro caso di lavoro
nero nelle campagne della Valle Scrivia. Secondo quanto segnalato dal
Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia è stata scoperta un’altra situazione
di sfruttamento a seguito di un blitz dell’Ispettorato del Lavoro e dei
Carabinieri.
Si tratta di una “cooperativa” che occupava una quarantina di braccianti di origine straniera, per lo più marocchini, a capo della quale vi era un cittadino straniero, anch'egli di origine marocchina. Su domanda dei padroni delle aziende agricole che ne facevano richiesta questi braccianti venivano impiegati nelle campagne dell’alessandrino e del pavese. L’ingaggio era “a chiamata”. Mercoledì 20, sono stati convocati nelle caserme dei Carabinieri di Castelnuovo Scrivia e di Sale, insieme al referente della cooperativa, anche i lavoratori, tutti in “nero” e senza permesso di soggiorno, trovati a lavorare – stavano piantando pomodori - nei terreni di due cascine nel comune di Piovera e in frazione Gerbidi a Sale.
Ora gli immigrati rimasti senza lavoro e sprovvisti di permesso di soggiorno rischiano di essere espulsi dall'Italia. Secondo il Testo unico sull'immigrazione all'art.18, però, in caso di grave sfruttamento ogni lavoratore immigrato ha diritto alla concessione di un permesso di soggiorno. I rappresentanti del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia chiederanno nei prossimi giorni una vertenza ed un confronto con la Prefettura di Alessandria per invocare l'applicazione di tale provvedimento a beneficio dei braccianti della cooperativa in questione.
Si tratta di una “cooperativa” che occupava una quarantina di braccianti di origine straniera, per lo più marocchini, a capo della quale vi era un cittadino straniero, anch'egli di origine marocchina. Su domanda dei padroni delle aziende agricole che ne facevano richiesta questi braccianti venivano impiegati nelle campagne dell’alessandrino e del pavese. L’ingaggio era “a chiamata”. Mercoledì 20, sono stati convocati nelle caserme dei Carabinieri di Castelnuovo Scrivia e di Sale, insieme al referente della cooperativa, anche i lavoratori, tutti in “nero” e senza permesso di soggiorno, trovati a lavorare – stavano piantando pomodori - nei terreni di due cascine nel comune di Piovera e in frazione Gerbidi a Sale.
Ora gli immigrati rimasti senza lavoro e sprovvisti di permesso di soggiorno rischiano di essere espulsi dall'Italia. Secondo il Testo unico sull'immigrazione all'art.18, però, in caso di grave sfruttamento ogni lavoratore immigrato ha diritto alla concessione di un permesso di soggiorno. I rappresentanti del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia chiederanno nei prossimi giorni una vertenza ed un confronto con la Prefettura di Alessandria per invocare l'applicazione di tale provvedimento a beneficio dei braccianti della cooperativa in questione.
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