Il 25 aprile per quanti e quante hanno deciso di aderire alla campagna "Abbiamo bisogno di resistenza"
inizia intorno alle 16 nell'area pedonale di via balbo, dove sotto al
murales dedicato a Dante di Nanni parte il corteo che fa il giro delle
lapidi partigiane del quartiere Vanchiglia.
Durante il percorso il corteo passa e si ferma sotto casa di Mattia e Diego,
due giovani antifascisti ai domiciliari a cui è impedita ogni visita e
comunicazione con l'esterno. Partono cori ed interventi di saluto e
solidarietà. Dopo aver cambiato i fiori e ricordato le gesta dei vari
partigiani vanchigliesi caduti per la libertà, il corteo si scioglie in
largo montebello, rilanciando l'appuntamento serale alla fiaccolata
dell'ANPI.
Intorno alle 19:30 in
piazza arbarello il primo segnale che quella di quest'anno non sarà una
fiaccolata
come tutte le altre, infatti la polizia in assetto antisommossa prova a fermare i famigliari e gli amici degli attivisti che subiscono le misure cautelari, onde evitare che entrino nella piazza stessa. Le urla e gli interventi dai megafoni portano la questura ad evitare il blocco.
come tutte le altre, infatti la polizia in assetto antisommossa prova a fermare i famigliari e gli amici degli attivisti che subiscono le misure cautelari, onde evitare che entrino nella piazza stessa. Le urla e gli interventi dai megafoni portano la questura ad evitare il blocco.
Il corteo
dell'ANPI parte intorno alle ore 20, lo spezzone sociale, guidato dalle
mamme degli antifascisti, e i numerosi cartelli con le foto degli
arrestati, in tutto 28, man mano si ingrossa sempre di più e si fa
notare per i numerosi cori "i nostri figli son generosi e fieri,
antifascisti oggi antifascisti ieri", "il 25 aprile non è una
ricorrenza, ora e sempre resistenza". All'altezza di piazza solferino
raggiunge quasi le mille unità, diventando di fatto lo spezzone più
grosso del corteo.
Arrivati in piazza
castello, si assiste al teatrino del ridicolo orchestrato dalla
questura e dal comune. Infatti nonostante le numerose richieste di far
leggere dal palco una lettera
delle mamme dei compagni che subiscono l'accanimento di una procura
ossessionato dal chiudere ogni spazio di dissenso in città, la risposta
ottenuta è sempre negativa, in pieno rispetto della prassi del Partito
"Democratico". Di conseguenza una volta terminati gli interventi dei
partigiani, inizia una dura contestazione al grido di "vogliamo parlare"
e "le mamme sul palco", che porta il sindaco Fassino ed il presidente
della regione Chiamparino a rinunciare ai loro interventi e defilarsi in
fretta e furia. A questo punto la questura ha l'idea geniale di
schierare la celere sotto al palco, ottenendo come risposta un aumento
dei decibel del dissenso. "Vergogna, vergogna" è il coro risuona in
tutta piazza castello.
Intanto i due
presentatori provano a ignorare la piazza sottostante, la situazione si
sblocca quando uno degli organizzatori, Max Casacci, leader dei
subsonica, dimostrando ragionevolezza e condividendo le ragioni degli
antifascisti accoglie la richiesta di far salire una delle mamme, che
finalmente riesce a leggere la lettera aperta di fronte agli applausi scroscianti di una piazza castello gremita di gente.
Ci
volevano fare terra bruciata intorno ma oggi è stato chiaro a tutti che
il 25 aprile non è di chi vorrebbe farne una squallida passerella
elettorale ma di chi fa dell'antifascismo una pratica quotidiana.ORA TUTTI LIBERI!
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