Bimbi come militari alla cerimonia del 25 aprile: l’Anpi fa denuncia
Altare - Sull’attenti tra i labari neri, da una parte, dei continuatori ideali della Repubblica Sociale di Salò, e di altre associazioni combattentistiche di reduci e militari, alcuni adornati con l’aquila imperiale e il fascio littorio, e dall’altra le braccia tese nel saluto romano di tre giovani, fatte subito abbassare. In mezzo loro, i dieci piccoli bimbi di “San Marco” con berretto e fazzoletto con il leone , simbolo del battaglione dei fucilieri di Marina . Al loro fianco nel cimitero militare di Altare (dove sono sepolti con partigiani, civili e militari anche i resti di una settantina di marò della divisione San Marco, integrata nella Rsi dopo l’8 settembre 1943), anche due marescialli dei carabinieri a capo della locale stazione e un “picchetto” della Capitaneria.Una situazione che non poteva passare inosservata subito dopo la segnalazione del sindaco Davide Berruti (Pd) e che ha suscitato la reazione durissima dell’Anpi, l’associazione partigiani, che ha annunciato denunce per apologia di fascismo. Pronta la reazione del presidente provinciale Samuele Rago che ha annunciato: «Abbiamo incaricato uno studio legale di verificare se ci siano gli estremi per una denuncia, nei confronti degli organizzatori, per apologia del fascismo. C’è chi riferisce di avere visto braccia alzate, a simulare il saluto fascista. I testimoni verranno ascoltati».
Il presidente Anpi ha poi aggiunto: «Condanniamo l’azione revisionista, ancor più grave poiché ha coinvolto dei bambini delle scuole, con un rischio manipolatorio nei loro confronti».: «Il 25 aprile ad Altare si sono verificati fatti gravi, di apologia del fascismo, di insulto della memoria storica, nei quali sono stati coinvolti, in maniera ingannevole e ignobile, alcuni alunni delle scuole elementari di Cengio (Istituto Comprensivo di Millesimo)». Così l’incipit della lettera, siglata anche da Fivl e Fiap, che prosegue con toni durissimi.
«Fino ad oggi abbiamo evitato, solo per nostra volontà, che le provocazioni fasciste avessero strascichi violenti; non è nostra l’idea che lo scontro politico possa anche sfociare nello scontro fisico; avvertiamo però che la tensione cresce, e potrebbe divenire incontrollata». E ancora: «Vogliamo il rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione e l’applicazione delle leggi Scelba e Mancino». L’appello si conclude con la richiesta di un incontro.
La disgustosa insegnante fascista si chiama Elsa Poggio, e non deve passarla liscia!
La maestra Elsa Poggio delle scuole di Cengio ieri ha ulteriormente chiarito al telefono dopo aver accompagnato i suoi scolari ad Altare: «I bimbi, come i loro genitori, sono stati entusiasti, orgogliosi della giornata passata e per aver potuto pregare per tutti i morti indistintamente, toccavano le stelle dalla contentezza». Su foulard e berretti ha ribattuto: «Regali dal gruppo Leone di San Marco della marina militare. Il berretto era dei veterani congedati. Il saluto militare? Non era un saluto. Il labaro della Rsi? Non lo abbiamo visto».
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