(Da conflitti globali)
Austria, alle elezioni con l'FPO trionfano xenofobia e disprezzo perelezioni austriache della scorsa domenica segnano un ulteriore approfondimento del consenso elettorale nei confronti delle formazioni di estrema destra in Europa. Nel bel mezzo di una forte polemica giocata sulla pelle dei migranti, tra chiusure di frontiere e proclami di intolleranza nei confronti di chi cerca di entrare nel proprio territorio, il voto austriaco per le presidenziali dà la maggioranza al FPOE, il partito nazionalista-liberale che fu del nazista Haider e che oggi ottiene il giubilo dei fascio-razzisti europei alla Salvini, che si è subito detto estasiato dal risultato.
Al FPO (Partito per le Libertà dell’Austria) è andato il 36,4 dei consensi, in una tornata elettorale a suo modo storica dato che i partiti Popolare e Socialista, dal 1945al potere in alternanza, non hanno nemmeno raggiunto il ballottaggio, a cui parteciperanno i Verdi. Il candidato presidente austriaco, Norbert Hofer, è da sempre stato considerato uno dei principali seguaci di Haider, scomparso nel
2008, ed è noto per la sua passione nel portare la pistola in giro con sé ad ogni occasione. Ha già dichiarato di voler introdurre maggiori restrizioni nei confronti dei migranti, e di voler pressare sin da subito e fino al ballottaggio del 22 maggio il governo su questo tema, iniziando dal ribadire la necessità di militarizzare i confini eliminati da Schengen.
Il voto austriaco riprova della portata epocale della crisi attuale dei migranti, dato che proprio il tema delle migrazioni e del loro controllo ha dominato la campagna elettorale quasi totalmente. 90mila sono le richieste d’asilo di migranti giunte al governo austriaco, un dato che colloca Vienna al primo posto per richieste in rapporto alla popolazione, di meno di 9 milioni di unità.
La miopia dei governi come quello austriaco, a colpi di filo spinato e chiusura del Brennero, a furia di rincorrere la destra estrema nell’intransigenza contro i dannati della terra in fuga da Siria, Iraq, Afghanistan, è riuscita nell’impresa di spostare completamente l’opinione pubblica votante su quelle posizioni.
Temi quale il dilagare della disoccupazione, la distruzione del sistema pensionistico, la trasformazione in senso peggiorativo del welfare sono stati temi messi sotto il tappeto da tutte le forze politiche, assicurando così che la consultazione divenisse un plebiscito dell’odio contro i migranti, ritenuti unici capri espiatori di problemi sociali diffusi e che nessun partito, men che meno quelli di maggioranza, ha voluto mettere al centro.
Aldilà della probabile vittoria dei Verdi di Van der Bellen al ballottaggio che dovrebbe giocarsi tutto in chiave dell’unione istituzionale anti-FPOE, il dato che fuoriesce dal voto è quindi lo spostamento dell’Austria nel campo del populismo xenofobo purtroppo tremendamente d’attualità nelle opinioni pubbliche.
L’ondata xenofoba si sta allargando infatti a macchia d’olio nei Parlamenti Europei: recentemente in Slovacchia il voto ha dato esito simile, mentre stati come Ungheria, Francia, Gran Bretagna hanno già al loro interno parlamentari reazionari e xenofobi, come ad esempio al nostrana Lega, il Front National, Jobbik. Parallelamente, movimenti come Pegida in Nord Europa cercano di mettere radici nelle composizioni sociali del ceto medio impoverito europeo.
Nelle stesse ore arriva la notizia del voto serbo, nel quale il partito dell’ultranazionalista e criminale di guerra Seselj riescono ad entrare in Parlamento, a testimonianza della forte spaccatura sociale interna anche a Belgrado, che vive il conflitto sul nodo UE/migranti nonostante non faccia parte ancora dell’Unione a pieno titolo. Proprio l’ingresso nell’Unione sarà il tema cardine del neo-premier Vucic.
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