mercoledì 9 ottobre 2013

pc 9 ottobre - Padroni assassini! BANGLADESH: Ancora altre morti operaie in una fabbrica tessile, sfruttati per i profitti dei marchi occidentali!

Un nuovo grave incidente ha provocato la notte scorsa la morte di almeno nove lavoratori in una fabbrica di abbigliamento nel sobborgo industriale di Gazipur, presso la capitale Dhaka. Incendiate anche due manifatture limitrofe. L’incendio ha devastato la Aswad al di fuori dell’orario ufficiale, ma il numero dei morti e dei feriti o ustionati (una cinquantina) conferma come il lavoro straordinario – abitualmente negato dai responsabili delle aziende del settore – sia invece una realtà. Come pure resta reale il rischio di incidenti sul luogo di lavoro, un triste primato per il paese che negli ultimi mesi è stato messo sotto pressione interna e internazionale per concreti cambiamenti. A segnalare tristemente la condizione dei lavoratori del tessile, l’incendio che costò la vita a Ashulia, presso Dhaka, a 112 persone il 29 novembre dello scorso anno, provocando ustioni e intossicazione a centinaia di lavoratori, e il crollo che coinvolse un gran numero di manifatture con oltre 1100 morti lo scorso aprile a Savar, altro sobborgo industriale.

L’industria dell’abbigliamento e degli accessori, in buona parte orientata all’esportazione verso Europa e Stati Uniti, rappresenta la maggiore fonte di valuta estera per il Bangladesh, con un giro d’affari di 16 miliardi di dollari all’anno, e impiega circa 4 milioni di persone, in maggioranza donne, in almeno 5000 aziende.

A fronte di una tale rilevanza per il paese, tuttavia, le condizioni di lavoro e i salari restano gravemente insufficienti. I lavoratori del tessile bangladeshi sono tra i meno pagati al mondo (attualmente il salario minimo equivale a 28 euro) e la vertenza avviata da settimane per un aumento a 75 euro mensili si trascina tra scioperi, serrate, cortei e scontri anche con vittime. L’orario di lavoro arriva anche a 80 ore settimanali, in ambienti sovente fatiscenti, inadeguati quanto a norme igieniche e di sicurezza. In molti casi, poi, i locali sono sbarrati per impedire l’uscita dei lavoratori sino alla fine del turno.



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