Contro i curdi la polizia
italiana come quella turca
L'Italia come la Turchia? La polizia
sequestra bandiere ai rifugiati politici kurdi che manifestano a Roma per
Öcalan
Oggi a Roma,
davanti al Parlamento, bandiere kurde sono stato oggetto di inconsueta
attenzione da parte della polizia presente al presidio autorizzato e pacifico
indetto dalla comunità kurda in occasione dell’anniversario degli eventi che
hanno condotto nel 1999 all’arresto del presidente del PKK e leader del popolo
curdo Abdullah Öcalan e a sostegno del processo di soluzione pacifica e
democratica della questione kurda. Durante lo svolgimento del presidio le forze
dell’ordine, su richiesta del Questore di Roma, hanno chiesto ai manifestanti
di rimuovere tre bandiere identificandole come “bandiere del PKK”, adducendo
ragioni di non meglio specificata “opportunità”. In Italia non esiste alcuna
legge che vieti l’esposizione delle bandiere del PKK e a tutt’oggi la
Costituzione garantisce libertà di parola e di opinione, proprio quella libertà
di parola e opinione che viene negata ai kurdi in Turchia, che per questo
motivo chiedono asilo politico in Italia confidando nel rispetto e nella tutela
di tale libertà. I manifestanti hanno quindi legittimamente rifiutato di
consegnare le bandiere, che per i kurdi sono simbolo della loro stessa
identità, dopo essersi assicurati che la presenza delle bandiere non causava
alcun turbamento all'ordine pubblico. Nonostante la ferma opposizione dei
manifestanti, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro delle tre
bandiere “incriminate” sottraendole fisicamente ai manifestanti che le tenevano
saldamente nelle mani, identificando successivamente alcune partecipanti al
presidio.
Solo la
compostezza dei manifestanti determinati a proseguire il presidio pacifico e
democratico ha impedito che la situazione degenerasse e che fosse proprio
l’azione delle stesse forze dell’ordine a creare problemi di ordine pubblico.
Al termine
del presidio, che si è concluso al termine dell’orario autorizzato dalla stessa
Questura, gli esponenti delle forze dell’ordine hanno comunicato che le
bandiere erano sotto sequestro.
Quanto
accaduto oggi è un fatto senza precedenti, privo di qualsiasi logica e
ragionevolezza e turba profondamente la comunità dei rifugiati politici kurdi
in Italia e tutte e tutti coloro che da anni si mobilitano e manifestano a
sostegno dei diritti e della libertà del popolo kurdo.
I e le
partecipanti al presidio denunciano la gravità di quanto avvenuto e ribadiscono
la propria determinazione a continuare a manifestare per i diritti e la libertà
del popolo curdo esponendo i simboli in cui il popolo curdo si identifica e si
riconosce, chiedono la restituzione delle bandiere sequestrate, nonché
spiegazioni dell’inspiegabile quanto immotivato ordine del Questore di Roma.
Roma, 9
ottobre 2013
Associazione
Senzaconfine, Comunità Kurda in Italia
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