Massima SOLIDARIETA' ai compagni di Torino.
LA VOSTRA REPRESSIONE ALIMENTA LA NOSTRA RIBELLIONE!
proletari comunisti
11 ottobre 2013
Torino. 14 anni per aver
contestato Berlusconi
Sono 14 gli
anni complessivi a cui oggi (giovedì 10 ottobre, ndr) il tribunale di
Torino ha condannato 7 compagni che il 21 marzo 2011, insieme ad un migliaio di
persone, assediarono l’hotel super lusso di proprietà della famiglia Ligresti,
Hotel Principi di Piemonte, che per l’occasione ospitava un’iniziativa a
sostegno del candidato sindaco di centro destra Coppola. L’iniziativa, nata sui
social network e rapidamente diffusasi nel tessuto cittadino, prese il nome di
No Berlusconi Night, poiché proprio l’allora Presidente del Consiglio, in
piena campagna elettorale, era giunto in visita a Torino per sostenere il
candidato della sua coalizione. Berlusconi, in piena fase “bunga bunga” e
fresco dell’assenso ai bombardamenti in Libia, si presentò a Torino convinto di
animare semplicemente una cena (del costo di 500 euro in su a partecipante...
alla faccia della crisi!) per finanziare la campagna elettorale e si ritrovò,
invece, una composizione molto variegata di soggetti sociali e politici che
contestarono la sua presenza. Una serata in cui la sempre maggiore pressione
attorno al cordone sanitario costruito dalla Questura a difesa dell’hotel
determinò cariche e tentativi di disperdere la protesta. Se oggi ripensiamo a
quella giornata, continuiamo ad esserne soddisfatti. Sarà perché oramai da anni
osserviamo magistrati e varie coalizione politiche che si affannano nel far
arretrare di qualche posizione Berlusconi (additato da loro come l’unico
problema di questo paese altrimenti virtuoso) ma che poi, quando si arriva al
dunque, arretrano poiché lo status quo e anche il mantenimento dei loro
privilegi sta più a cuore di tutto il resto. Tarantelle fini a se stesse, che
tengono col fiato sospeso una buona parte della popolazione per giorni, mesi ed
anni, grazie soprattutto all’animazione fatta dai media di stato, a cui
sarebbero preferibili tante contestazioni come quella del 21 marzo 2011, che
costrinse Berlusconi e i super imprenditori/finanzieri/faccendieri/uomini da
poltrone a starsene chiusi nell’hotel super lusso difesi dalla polizia. Tornando
ad oggi, il tribunale di Torino ha asseverato una realtà ormai
incontestabile: il dissenso sociale,in qualsiasi forma, va criminalizzato e
perseguitato. Non che non ce ne fossimo accorti, se da parte della magistratura
arrivano chiari i segnali di un cambio di rotta, dall’altra anche la
determinazione di chi le piazze le vive è amplificata poiché tanta
è la voglia di interrompere questo teatrino che costa un caro prezzo ad
una fascia troppo ampia di popolazione. Che la magistratura si sia ritagliata
un ruolo politico di primo piano in questa fase è oramai indubbio e il
prolungato mandato a Caselli che a 72 anni si vede rinnovare la sua ben
pagata posizione a capo della Procura torinese fino ai 76 ne è il più
chiaro esempio. Oggi Giorgio, Ennio, Marco, Anton, Brando, Ismail e Mauri sono
condannati da chi si erge a presunto nemico di Berlusconi ma che se in
gioco vede la possibilità di perdere privilegi e potere, allora fa il suo
sporco lavoro, dando anche pene spropositate rispetto l’entità del presunto
reato. Una classica manifestazione di contestazione ad un premier imbarazzante
in un paese in piena crisi economica, dunque, diventa Il mezzo di una condanna
esemplare. Per concludere e strappare un sorriso riportiamo il commento di uno
degli imputati, colui che ha preso la condanna maggiore ossia 5 anni e 2 mesi :
“Anche stanotte dormirò tranquillo, meglio una bella condanna che un bel
funerale! Dopotutto, sono orgoglioso di aver ricevuto una condanna
addirittura superiore a quella presa da Berlusconi pochi giorni fa e sabato
pomeriggio sarò alla manifestazione contro i razzisti della lega”.
Non saranno
i Tribunali e gli inquisitori ad indicare la strada ai movimenti e a tutti
coloro che quotidianamente lottano.
da Infoaut
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